Tassa sulla plastica in arrivo con la Legge di Bilancio 2020

Francesco Oliva

16/10/2019

Tassa sulla plastica nella prossima Legge di Bilancio 2020: bottigliette, cannucce, cotton fioc e non solo. Ecco come funzionerà e chi dovrà pagare la plastic tax il prossimo anno.

Tassa sulla plastica in arrivo con la Legge di Bilancio 2020

La prossima Legge di Bilancio 2020 potrebbe introdurre una nuova tassa: la cd plastic tax ovvero la tassa sulla plastica.

La plastic tax rientra nella strategia UE di riduzione della plastica, il cui obiettivo finale è ridurre in modo considerevole il consumo di plastica ed il conseguente inquinamento generato dal cattivo smaltimento.

I soggetti che verranno colpiti direttamente dalla nuova tassa sulla plastica saranno le aziende produttrici di imballaggi e, di riflesso, anche i consumatori: tutti i prodotti contenuti nelle bottigliette, nonché altri prodotti come cotton fioc, piatti usa e getta e posate aumenteranno verosimilmente di prezzo. E ciò con una finalità ben precisa: scoraggiarne il consumo.

Probabilmente ci vorrà molto tempo prima di arrivare agli ambiziosi obiettivi di cui si parla in queste settimane di riaccesa vivacità del dibattito sulla tutela dell’ambiente, tuttavia si tratta solo di uno strumento: se non cambiano le abitudini e la mentalità dei consumatori, la questione dell’inquinamento generato dal cattivo smaltimento della plastica non potrà essere risolto.

Tassa sulla plastica nella Legge di Bilancio 2020: in cosa consiste la strategia UE sulla plastic tax

La plastic tax verrà verosimilmente introdotta dalla prossima Legge di Bilancio 2020 sulla base di una direttiva europea che delinea la strategia comunitaria sulla riduzione della plastica.

Gli obiettivi fissati dalla direttiva in oggetto sono i seguenti:

  • riduzione graduale del consumo di plastica a partire dal 2020, partendo dal divieto di consumo di plastiche monouso e microplastiche nei cosmetici e nei tessuti;
  • estensione della responsabilità alle aziende produttrici;
  • riciclabilità imballaggi dal 2025.

La plastic tax, di conseguenza, non mira ad incrementare gli incassi fiscali dello Stato bensì a scoraggiare, sino ad eliminare il consumo di plastica e soprattutto il conseguente problema dell’inquinamento da cattivo smaltimento.

La direttiva europea sulla buste di plastica del 2015, inoltre, prevede che il consumo pro capite delle buste all’interno dell’Unione Europea si riduca da una media di 90 l’anno a persona a 40 l’anno a persona entro il 2025.

Novità Legge di Bilancio 2020: la tassa sulla plastica e le diverse strategie alla base della plastic tax

La strategia UE finalizzata a ridurre il consumo di plastica si inserisce in un contesto globale in cui sono state già avviate diverse politiche con lo stesso obiettivo.

In diversi Paesi extra europei, per esempio, sono state già vietate le microplastiche nei cosmetici: per esempio negli Stati Uniti dal 2015 con il Microbead-Free Waters Act oppure in Francia, Regno Unito, Scozia, Svezia, Sud Africa, Nuova Zelanda ed Australia tra il 2017 ed il 2018.

Altra strategia adottata in molti Paesi extra europei, invece, è stata quella di vietare la distribuzione gratuita di buste e contenitori in plastica, introducendo dei divieti ad hoc sulle aziende.

Novità Legge di Bilancio 2020: chi paga la tassa sulla plastica?

La plastic tax verrà introdotta anche in Italia e con un meccanismo che colpirà direttamente le aziende produttrici, ma attenzione anche i consumatori saranno colpiti, anche se indirettamente.

Infatti, la tassa sulla plastica determinerà un aumento dei prezzi di tutti i prodotti contenuti nelle bottigliette di plastica oppure di altri prodotti come posate e piatti di plastica.

Questi ultimi, peraltro, sono già stati oggetto di divieto tassativo di utilizzo in diversi contesti sociali, per esempio in spiaggia, da apposite ordinanze emanate dai sindaci di diversi Comuni di costiera.

In Italia, per esempio, è stata la regione Puglia la prima a vietare il consumo di bicchieri, posate e piatti di plastica monouso.

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