Tassazione straordinari, ecco come funziona in busta paga

Patrizia Del Pidio

27 Giugno 2024 - 10:04

Come si calcola la tassazione degli straordinari in busta paga? Vediamo le regole e quanto incidono le tasse sulla retribuzione del lavoro straordinario.

Tassazione straordinari, ecco come funziona in busta paga

Come funziona la tassazione degli straordinari in busta paga? Partiamo con lo spiegare cos’è il lavoro straordinario: si tratta di tutte le ore di lavoro prestate quotidianamente oltre il normale orario di lavoro. Se un lavoratore, ad esempio, deve lavorare 8 ore al giorno e, invece, rimane in servizio per 10 ore, quel giorno ha effettuato due ore di lavoro straordinario. Come vengono tassati gli straordinari?

Rispondendo a questa domanda si comprende anche che il falso mito che possa non convenire lavorare ore in più non convenga proprio a causa della tassazione poggia su base non veritiere. In ogni caso, quando si lavorano ore extra queste ultime sono retribuite con una maggiorazione. Anche se tassate, quindi, rappresentano un aumento della retribuzione e la convenienza c’è sempre. La cosa intelligente da fare, però, è comprendere a quanto ammonta questa convenienza per valutare quando straordinari tassati siano una scelta saggia oppure no.

In questo articolo cercheremo di spiegare quali tipologie di straordinario esistono, come sono calcolate le tasse sugli straordinari e quando realmente conviene svolgere ore in più di lavoro.

Le ore di straordinario nel contratto di lavoro dipendente, cosa sono?

Il lavoro straordinario è quello prestato oltre il normale orario di lavoro. Il lavoratore dipendente, però, non può svolgere oltre un certo numero di ore di lavoro straordinario e, solitamente, la media è di 8 ore settimanali: non si possono superare 48 ore lavorative ogni sette giorni. Se le 48 ore settimanali di lavoro vengono superate con il lavoro straordinario è necessario che l’azienda informi, se ha più di 10 dipendenti, la Direzione Provinciale del Lavoro in base a quanto previsto dal contratto collettivo di riferimento.

Il lavoro straordinario, quindi, deve essere contenuto e non potrà mai superare le 250 ore l’anno. Ci sono casi, poi, in cui il dipendente non può rifiutarsi di svolgere lavoro
straordinario obbligatorio (quello compreso nelle 250 ore l’anno) se lo richiedono esigenze produttive, forza maggiore o pericolo grave e immediato.

Nei casi che esulano da quelli citati, invece, il dipendente può sempre rifiutarsi di svolgere ore extra di lavoro. Esistono, poi, dei casi in cui il dipendente può rifiutarsi anche di svolgere lavoro straordinario obbligatorio, ovvero:

Le diverse tipologie di straordinario

Esistono diverse tipologie di straordinario e a esse sono applicate diverse maggiorazioni della paga oraria (che variano, poi, anche in base al settore di appartenenza).

I diversi tipi di straordinario sono:

  • straordinario entro le 48 ore settimanali: prevede una maggiorazione del 15%;
  • straordinario oltre le 48 ore settimanali: prevede una maggiorazione del 20%;
  • straordinario notturno: prevede una maggiorazione del 50%;
  • straordinario festivo: prevede una maggiorazione del 30%:
  • straordinario notturno con riposo compensativo;
  • straordinario festivo con riposo compensativo.

Come vengono tassati gli straordinari?

La domanda che molti si pongono è se convenga veramente fare gli straordinari o se, invece, la maggiore tassazione applicata «rimangi» quanto maggiormente guadagnato.

Si può realmente correre il rischio che il lavoro oltre le 40 ore settimanali costringa a pagare più tasse? La retribuzione del lavoro extra varia in base alla tipologia di straordinario che si presta e viene calcolata separatamente rispetto a quella delle normali ore di lavoro.

La tassazione delle ore straordinarie, però, contrariamente a quello che qualcuno potrebbe credere, non è separata: la retribuzione del lavoro straordinario concorre alla formazione del reddito complessivo sul quale calcolare l’Irpef e proprio per questo motivo il lavoro straordinario è sottoposto a tassazione ordinaria.

Prestare ore di lavoro in più, per rispondere alla domanda iniziale, però, conviene sempre. Quanto convenga dipende dal reddito complessivo e dalla possibilità di sconfinare nello scaglione di reddito successivo che ridurrebbe il beneficio netto della maggiorazione del lavoro extra.

Per calcolare quanto vengono tassati gli straordinari in busta paga non si può prendere a riferimento solo una busta paga o il reddito di un mese. La proiezione che va fatta è su base annuale perché anche sul lavoro straordinario grava l’Irpef ordinaria che pesa nel seguente modo:

  • 23% per reddito fino a 28.000 euro;
  • 35% per redditi che eccedono i 28.000 ed entro i 50.000 euro;
  • 43% per redditi che eccedono i 50.000 euro.

Se il lavoro straordinario complessivo di tutto l’anno fa passare da uno scaglione di reddito all’altro, è ovvio che su quelle retribuzioni peserà, complessivamente una tassazione più pesante.

Da tenere presente che sugli straordinari non pesa solo l’imposizione fiscale, ma anche quella contributiva che, a carico del dipendente, pesa del 9,19%.

Lo straordinario, pertanto, porta a un aumento dell’imponibile fiscale (solo per la parte al netto dell’imponibile contributivo che non concorre alla formazione del reddito) che potrebbe far ricadere il dipendente nello scaglione Irpef successive, determinando, per l’eccedenza, una tassazione più alta.

Calcolo straordinario busta paga, qualche esempio

Per calcolare l’importo della singola ora di straordinario, prendiamo come esempio il CCNL dei metalmeccanici. L’importo dell’ora extra di lavoro si ottiene utilizzando il divisore previsto dal CCNL di categoria che, per i metalmeccanici, è 173. Lo straordinario, infatti, va calcolato su base oraria con un calcolo molto semplice: si prende la paga base mensile, si suddivide per il divisore convenzionale e al risultato ottenuto si somma la percentuale di maggiorazione prevista per l’ora di straordinario prestata.

Per un contratto di livello D2, con il rinnovo previsto da giugno 2024, la paga base prevista è di 1.906,99 euro mensili.

Dividiamo la paga base per il divisore convenzionale del CCNL: 1.906,99 / 173 = 11,023 euro è la paga oraria.

Se si presta un ora di

  • straordinario entro le 48 ore settimanali è prevista una maggiorazione del 15% e, quindi, una paga oraria aumentata di 1,65 euro (12,67 euro l’ora);
  • straordinario oltre le 48 ore settimanali è prevista una maggiorazione del 20% e, quindi, una paga oraria aumentata di 2,20 euro (13,22 euro l’ora);
  • straordinario notturno è prevista una maggiorazione del 50% e, quindi, una paga oraria aumentata di 5,51 euro (16,53 euro l’ora);
  • straordinario festivo è prevista una maggiorazione del 30% e, quindi, una paga oraria aumentata di 3,30 euro (14,32 euro l’ora).

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