Tassi BCE, Bankitalia avverte Lagarde. “Ritorno al futuro”: Panetta su Trump e inflazione

Laura Naka Antonelli

19/11/2024

Bankitalia cerca di nuovo di scuotere la BCE di Christine Lagarde, commentando il trend dell’inflazione. Le frasi ’Ritorno al futuro’, dopo l’era terrae incognitae.

Tassi BCE, Bankitalia avverte Lagarde. “Ritorno al futuro”: Panetta su Trump e inflazione

Fabio Panetta, governatore di Bankitalia, è tornato oggi a suonare la sveglia alla BCE di Christine Lagarde.

Il numero uno di Palazzo Koch, voce dovish del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, si è soffermato sulla direzione che a suo avviso la politica monetaria dell’area euro dovrebbe prendere, ora che il trauma dell’inflazione è stato superato e che l’Eurozona rischia piuttosto di vivere il trauma di un forte indebolimento dei suoi fondamentali economici.

Nel discorso proferito alla Bocconi “Back to the future: forward-looking considerations on monetary policy normalization”, Panetta ha avvertito l’Eurotower dei possibili effetti recessivi che le politiche della nuova imminente amministrazione USA di Donald Trump potrebbero scatenare sull’economia dell’Eurozona, a fronte di una Christine Lagarde che ha ribadito di non prevedere per l’area euro l’avvento di una recessione.

Ma andrà davvero così? L’area euro riuscirà davvero a sventare la minaccia della recessione? (messa invece in conto per la Germania?).

Con Trump più inflazione? L’attenti di Panetta per l’area euro, restrizione monetaria non più necessaria

Un outlook ora meno sicuro, visto il danno Trump che l’area euro potrebbe essere costretta a questo punto a soffrire, nel caso di imposizione di dazi da parte del presidente USA eletto. E un outlook che Fabio Panetta ha presentato senza tanti giri di parole:

Ovviamente, le politiche che la nuova amministrazione USA attuerà potrebbero avere un impatto sull’outlook relativo all’inflazione. Ma noi oggi sappiamo troppo poco per fare speculazioni sul probabile impatto. Ci potrebbero essere pressioni inflazionistiche dovute a un rialzo generalizzato delle tariffe e un deprezzamento dell’euro”, ha detto Panetta.

Il numero uno della Banca d’Italia ha dunque concordato con diversi economisti in merito alla possibilità che si concretizzi uno scenario di inflazione più alta (soprattutto, va detto, negli Stati Uniti, come diversi esperti avevano subito detto di stimare dopo la notizia della vittoria del tycoon repubblicano all’Election Day del 5 novembre scorso).

Ma questi fattori” - ha continuato il governatore - “potrebbero essere compensati dagli effetti recessivi di un calo dei flussi commerciali, da una maggiore incertezza sull’economia e da prezzi delle commodity più bassi, a causa della minore attività (economica) globale. In questo caso, l’impatto complessivo (delle politiche di Trump) sull’inflazione dell’area euro potrebbe essere anche negativo”.

Il numero uno di Bankitalia ha iniziato il suo discorso alla Bocconi ricordando quanto avvenuto negli ultimi anni, a partire dalla pandemia Covid-19. Shock importanti, che hanno sconvolto e poi ridisegnato gli stessi connotati dello scacchiere geopolitico globale, avendo riflessi importanti sull’economia e sulle decisioni di politica monetaria che le banche centrali di tutto il mondo si sono ritrovate, improvvisamente, a prendere.

Ora, “ gli shock eccezionali del 2022-23 si stanno smorzando gradualmente e l’inflazione dell’area euro non è solo più bassa, ma anche meno volatile di quanto lo sia stata per un periodo lungo di tempo. Il risultato è che gli errori di previsione sull’inflazione si sono normalizzati e che l’area euro ha completato il viaggio lungo e storico che ha fatto attraverso terrae incognitae, iniziato immediatamente dopo la pandemia Covid”.

A questo punto è arrivato, e Panetta lo ha ribadito più volte, il momento di pensare alla crescita dell’area euro.

Con l’inflazione vicina al target (della BCE, pari al 2%), e una domanda domestica stagnante, le condizioni di restrizione monetaria non sono più necessarie”.

Bankitalia, Panetta scuote Lagarde sui tassi: se necessario politica espansionistica

Di fatto, ha detto Panetta in quello che è sembrato un vero e proprio appello lanciato a Christine Lagarde, “nella fase attuale dovremmo concentrarci maggiormente sulla debolezza dell’economia reale ” in quanto, “in assenza di una ripresa sostenuta, l’inflazione rischierebbe di scendere a un livello ben al di sotto del target, inaugurando uno scenario che per la politica monetaria sarebbe difficile da contrastare e che dunque deve essere evitato”.

Insomma, “ dobbiamo normalizzare la nostra politica monetaria e muoverci verso un territorio neutrale - o anche in un territorio espansionistico, se necessario”.

Panetta è andato anche oltre, avvertendo che il problema dell’ “ ultimo miglio ”, ovvero quell’idea secondo cui la fase finale del processo di rallentamento della crescita dei prezzi possa per qualche ragione presentarsi come la parte più difficile, si sta rivelando “privo di fondamento”, a fronte di un “processo disinflazionistico che si sta confermando più veloce e più fluido rispetto a quanto era stato anticipato da qualcuno”.

Di fatto, “le aspettative sull’inflazione di medio termine sono rimaste ancorate, e gli effetti secondari generalizzati attraverso i salari non si sono concretizzati”.

L’area euro: una ripresa che traballa con una inflazione che scende”: è praticamente con queste parole che il numero uno di Bankitalia Fabio Panetta ha definito le attuali condizioni di salute dell’Eurozona, rimarcando la necessità che la BCE sotterri l’ascia di guerra contro l’inflazione.

D’altronde, dopo essere sceso al di sotto del target del 2% a settembre, il tasso di inflazione (dell’Eurozona) è tornato esattamente al target (della banca centrale), come confermato tra l’altro oggi dalla pubblicazione della lettura finale del dato e, ha sottolineato il banchiere, sebbene “alcuni rialzi e ribassi (dell’inflazione) siano attesi nell’arco dei prossimi mesi, di nuovo a causa degli effetti di base, lo scenario di base è quello di una inflazione che continuerà a scendere all’inizio del 2025, rimanendo successivamente in linea con il target”.

La frase di Panetta sull’Italia: 10 anni fa era il malato dell’Europa. Ora lo è la Germania

Tutto ciò, mentre “l’attività economica rimane debole”, con “una crescita del PIL al ritmo dello 0,4%, nel terzo trimestre del 2024, che ha fatto tirare qualche sospiro di sollievo dopo due anni di stagnazione” (a fronte di un PIL dell’Italia, invece, che ha segnato una crescita pari a zero proprio nel terzo trimestre).

In ogni caso, è stato l’invito del governatore, “l’area rimane orientata a una crescita, su base annua, che sarà al massimo dell’1% nel 2024” e “il malessere dell’attività manifatturiera europea è confermato dal fatto che la produzione industriale scende da due anni e ora viaggia al di sotto dei livelli precedenti la pandemia”.

Commenti positivi da parte di Fabio Panetta ce ne sono comunque stati nel discorso proferito oggi alla Bocconi, e hanno visto protagonista proprio l’Italia.

Il governatore della Banca d’Italia ha infatti ricordato che “dieci anni fa il malato d’Europa era l’Italia”, mettendo in evidenza che oggi, invece, il triste appellativo tocca piuttosto alla Germania.

Non si traggano però conclusioni affrettate, ha ammonito il numero uno di Via Nazionale nel dibattito successivo al discorso proferito all’Università Bocconi: “Non durerà per sempre, le cose cambiano e sono il risultato di scelte e di politiche”.

Dal canto suo, ha concluso Fabio Panetta, la BCE può fare la sua parte:

“La BCE può permettersi di normalizzare la propria politica monetaria. Dovrebbe farlo portando i tassi a un livello neutrale, in linea con l’outlook sull’economia e sull’inflazione, al fine di evitare il rischio che l’inflazione scenda troppo al di sotto del target; tornando a un approccio più genuino e tradizionale di politica monetaria che guardi avanti (forward-looking), in linea con il suo orientamento di medio termine; adattando la sua comunicazione al fine di fornire una guidance necessaria ai consumatori e agli investitori. Tutto ciò richiede di fare un passo coraggioso: Tenersi pronti e tornare al futuro

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