Immagine positiva per i tassi, dopo il fisso anche il variabile. Crescono le possibilità degli sconti, ma dove arriveranno a fine anno? Le analisi degli esperti.
Nelle ultime settimane il costo del mutuo a tasso fisso è iniziato a scendere, anche se solo per i nuovi richiedenti. Dopo questa prima immagine positiva, anche il tasso variabile vede i propri prezzi calare, mentre in contemporanea crescono le possibilità di sconto.
Il mercato si sta assestando e si stanno creando le condizioni per un rilancio della spesa immobiliare, grazie soprattutto alla dinamica del credito. Gli ultimi segnali positivi, come scrive il Corriere della Sera, arrivano dall’Osservatorio mensile di MutuiOnline.it. Nel mese di dicembre infatti, dopo il picco di ottobre (3,97%) e la stabilizzazione di novembre, l’Euribor a 3 mesi ha ripiegato di 4 centesimi.
Inversione del trend? Presto per dirlo, ma il quadro che si sta delineando appare positivo. Si attendono i tagli della Bce, momento che segnerà la ripresa. Al momento però la Banca centrale europea non ha fornito indicazioni sull’avvio dell’allentamento monetario, ma difficilmente potrà essere rimandato ancora.
Cosa influisce sul tasso fisso del mutuo 2024: il calo dell’Irs
Rispetto a novembre e dicembre, l’Irs (Interest Rate Swap) a 10 anni è in calo, arrivando al 2,61%. Si tratta di ben mezzo punto in meno rispetto ai mesi precedenti e di oltre otto decimi rispetto a ottobre.
Si rafforza quella che è stata definita l’anomalia del benchmark per il tasso fisso, ovvero quella che prevede un costo di molto inferiore rispetto al tasso variabile. A fornirci i dati è sempre l’Osservatorio di MutuiOnline.it, che segnala il primo caso il Tan medio a dicembre che si è attestato al 3,68%, ma confrontando le varie offerte di mercato è stato possibile spuntare anche il 3,25%; Inoltre, in merito al variabile: il Tan medio è stato del 4,89% e quello migliore del 4,43%.
In tutti i casi, come scrive il Corriere della Sera, si tratta di livelli sensibilmente più bassi rispetto al mese precedente e ampiamente sostenibili se confrontati con le medie storiche. Il vantaggio garantito dal fisso spiega perché nel quarto trimestre del 2023 le richieste sono le maggiori (il 93%), con il variabile di poco sopra il 5%, mentre misto e variabile con cap restano marginali.
Tassi fissi: di quanto possono scendere ancora nel 2024?
Nel 2023 i tassi dei mutui hanno superato il 5% per i variabili e il 4% per i fissi, portando a un calo del 28% delle erogazioni. Lo ha osservato Nicoletta Papucci, direttrice marketing di MutuiOnline.it.
“Tuttavia negli ultimi due mesi c’è stata un’inversione di tendenza. Ipotizzando la sconfitta dell’inflazione, i fissi potrebbero stabilizzarsi attorno al 3%”, ha spiegato. Insomma, buone prospettive anche per il variabile, con i futures sull’Euribor che scontano un taglio dei tassi ufficiali di un punto e mezzo nel corso di quest’anno.
Conferma che arriva dall’esperta, che sottolinea come: “Se così sarà, il costo dei mutui a tasso variabile a fine anno si attesterà attorno al 3,5%”, aggiunge Papucci. Un trend che, abbinato al congelamento dei prezzi d’acquisto e alla maggiore disponibilità dei venditori a trattare, crea le condizioni per una spinta delle compravendite.
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