Alitalia torna sulla scena economica nazionale: l’ennesima pronuncia di Bruxelles su aiuti di Stato illegali fa crescere a più di 1 miliardo di euro i prestiti da restituire. Chi pagherà?
La saga Alitalia non è finita e torna a far parlare di sé con la pronuncia della Commissione Ue sull’ennesimo aiuto di Stato illegale che va restituito.
Nello specifico, l’organo comunitario ha reso noto il 27 marzo 2023 che il prestito da 400 milioni di euro erogato dall’Italia alla ormai ex compagnia di bandiera nel 2019 non può considerarsi legittimo secondo i canoni comunitari di aiuto di Stato lecito.
Di conseguenza, la somma va restituita alle casse pubbliche, con l’aggiunta degli interessi che nel frattempo si sono cumulati negli anni.
Alitalia, pur non volando più nei cieli italiani e del mondo, resta ancora un peso che zavorra lo Stato italiano, con una domanda che oggi, dinanzi alla pronuncia ufficiale di Bruxelles, si fa più pressante: chi pagherà i 400 milioni di euro se l’azienda non esiste più? Cosa può accadere ora.
Alitalia, non è finita: 400 milioni di aiuti illeciti da restituire. Cosa significa
Il conto dell’ex compagnia di bandiera si fa sempre più salato, anche se Alitalia non esiste più e oggi c’è Ita.
La Commissione Ue ha appena affermato che l’aiuto di Stato erogato dalla nostra nazione al vettore nel 2019, pari a 400 milioni di euro, era illegale secondo la normativa comunitaria. Il motivo è stato così spiegato:
“L’Italia non si è comportata come avrebbe fatto un operatore privato, non avendo valutato in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti, più gli interessi, ma volto a garantire la continuità del servizio dei voli nazionali e internazionali di Alitalia...La Commissione ha ritenuto che l’aiuto non potesse essere approvato come aiuto al salvataggio ai sensi degli orientamenti comunitari...[Inoltre Alitalia] aveva già beneficiato di aiuti precedenti, vale a dire i prestiti concessi nel 2017. Pertanto, il nuovo prestito violerebbe l’obbligo una tantum previsto dagli orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione.”
Tradotto: poiché, secondo le valutazioni comunitarie, nessun investitore privato si sarebbe proposto per offrire un tale prestito, quest’ultimo non ha fatto altro che avvantaggiare in modo non concorrenziale il vettore italiano rispetto alle altre compagnie aeree.
C’è da aggiungere, per far capire quanto sia pesante la tegola Alitalia per le casse statali, che anche il prestito da 900 milioni di euro degli anni 2017-2018 è stato considerato illegale e quindi la somma da restituire ammonta a 1,3 miliardi di euro, con 250 milioni di interessi.
Chi pagherà oltre un miliardo di prestiti illegali?
Osservando la realtà dei fatti è chiaro che la questione su chi deve pagare gli aiuti di Stato illeciti dati ad Alitalia è assai complessa.
Innanzitutto perché la compagnia di bandiera non esiste più e al suo posto ora c’è Ita, che però non è valutata come suo successore economico e quindi non è chiamata a ripagare tali esborsi illegali del passato.
Arianna Podestà, portavoce della Commissione europea, come riportato da Il Corriere, ha dichiarato: “L’amministrazione straordinaria di Alitalia è tuttora in corso con l’obiettivo di completare la liquidazione dei beni della compagnia. L’Italia ha il dovere di recuperare l’aiuto incompatibile con le norme Ue, più gli interessi, da Alitalia, per rimuovere la distorsione del mercato. Nel caso di una impresa insolvente i 400 milioni saranno ripagati da Alitalia entro i limiti dei ricavi ottenuti dalla vendita dei beni della compagnia e dal valore di qualsiasi bene rimanente che non venga venduto”.
In realtà, secondo indiscrezioni, il fatto stesso che l’azienda non operi più sul mercato farebbe cadere l’elemento distorsivo della concorrenza. L’amministrazione straordinaria dovrebbe restituire solo i debito contratti nei confronti di altre imprese.
Il ministro dell’Economia Giorgetti si è detto tranquillo perché Ita, di cui il Tesoro è al momento unico azionista, non è coinvolta nel prestito ponte ritenuto illegittimo e quindi da restituire.
L’unica certezza, a questo punto, è che la questione Alitalia continua a essere inquadrata come un enorme e ingarbugliato peso per le casse statali.
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