L’Agcom fissa dei paletti per evitare l’aumento delle tariffe telefoniche indicizzate all’inflazione: i rincari ci saranno comunque, ma potrebbero essere più contenuti.
Gli aumenti delle tariffe telefoniche ci saranno, ma allo stesso tempo arrivano anche alcuni paletti. A fissarli è l’Agcom, stabilendo nuove regole che in parte fermano la corsa ai rincari automatici, legati all’inflazione, per i servizi di telefonia. Aumenti previsti per il 2024 e già annunciati da alcune compagnie.
L’intervento di Agcom viene ritenuto dalle associazioni dei consumatori come un passo in avanti, ma non è comunque abbastanza. Come fa notare Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, secondo il quale era necessario vietare la possibilità di indicizzare le tariffe all’inflazione.
L’Agcom ha comunque fissato dei paletti, rivedendo il Regolamento in materia di contratti per la fornitura di servizi di comunicazioni elettroniche. Si avvierà una consultazione di 45 giorni per poi arrivare alla stesura finale in 120 giorni, come spiega il Sole 24 Ore. La parte più importante del nuovo regolamento riguarda la revisione delle tariffe indicizzate all’inflazione: vediamo cosa cambierà.
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Telefonia, le limitazioni ai rincari
Le compagnie telefoniche hanno annunciato rincari automatici legati all’inflazione: un automatismo che non darebbe diritto al recesso. I primi ad annunciare gli aumenti sono stati Tim e Wind Tre, per il 2024. Agcom ha quindi deciso di intervenire fissando dei paletti per evitare rincari incontrollati.
In realtà quello che viene chiesto alle compagnie è di seguire alcuni accorgimenti. Per i contratti già esistenti sarà necessario predisporre una modifica del contratto “che inserisca un meccanismo di adeguamento periodico all’indice dei prezzi al consumo” che il cliente dovrà espressamente accettare. Non basterà, quindi, una semplice comunicazione all’utente.
I nuovi contratti: arriva un indice dei prezzi al consumo
Novità arrivano anche per i nuovi contratti. Per evitare il rischio di una modifica unilaterale del contratto servirà un adeguamento “dipendente da un indice oggettivo dei prezzi al consumo stabilito da un istituto pubblico”. Con questa indicizzazione, la compagnia potrà poi modificare le tariffe solo sulla base delle reali variazioni dell’indice annuale dei prezzi al consumo. Quindi non saranno gli operatori a poter decidere la variazione ed eventuali sovrapprezzi. Peraltro questo vuol dire che in caso di inflazione negativa i prezzi potranno persino scendere.
Rincari, i nuovi obblighi di trasparenza per gli operatori
A queste limitazioni si aggiungono gli obblighi legati alla trasparenza imposti alle compagnie. L’adeguamento all’indice di prezzi, per esempio, può “avvenire solo dopo 12 mesi dall’adesione contrattuale”. Ancora, l’operatore dovrà pubblicare sul sito web “l’entità della variazione del canone due mesi prima della sua entrata in vigore”. E dovrà comunicare questa informazione anche all’utente attraverso la fattura, almeno un mese prima dell’entrata in vigore delle nuove tariffe.
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