L’aumento annunciato lo scorso 13 aprile è solo l’ultima di una lunga serie di oscillazioni nel prezzo delle vetture. Ma gli utenti sono disorientati. I dettagli
Lo scorso 13 aprile Tesla ha aumentano i costi di tutte le vetture per via dell’aggiunta del pilota automatico di serie. La scelta - forse la più importante degli ultimi tempi in ottica commerciale - non riguarda certo la prima oscillazione dei prezzi per il colosso di Elon Musk.
Negli ultimi mesi c’è stato un numero elevatissimo di modifiche dei costi, in particolare sulla Model 3. Con l’avvicinarsi del dimezzamento al rimborso governativo di 7.500 dollari - incentivo destinato a chi acquista auto elettriche - Tesla ha introdotto la Model 3 Mid Range, circostanza che ha variato notevolmente le tariffe su tutto il listino.
All’uscita, la Mid Range costava 45.000 dollari, più 5.000 dollari per la guida autonoma completa. Abbastanza rapidamente, la differenza di prezzo tra la Mid Range e la Long Range è scesa da 9.000 a 7.000 dollari.
A inizio gennaio poi il rimborso statale si è dimezzato come previsto, arrivando a 3.750 dollari, con Tesla che - al medesimo tempo - ha abbassato il prezzo di tutte le vetture di 2.000 dollari, per poi riportarlo più o meno ai livelli precedenti prima di una nuova mossa al ribasso, di 1.100 dollari stavolta.
È variato anche il costo della guida autonoma completa, passando da 5.000 a 3.000 dollari.
In uno scenario simile - sottolinea Brad Templeton di Forbes - gli acquirenti cominciano a mostrarsi “disorientati e frustrati”.
Telsa: i costanti cambi di prezzo frustrano gli acquirenti
Templeton sottolinea la rabbia generalizzata tra gli utenti Tesla, specie quelli della prima ora, che vedono i nuovi acquirenti comprare a prezzi più bassi e si sentono in un certo senso «traditi» dall’azienda:
“Una cosa è acquistare un prodotto e vederne il calo dei prezzi nel tempo. Un’altra è preordinarlo e assistere pochi giorni dopo a un abbassamento, prima ancora che qualcuno possa rendersene conto”.
Se avessero aspettato solo pochi mesi avrebbero potuto pagare molto di meno. Ma - cosa ancora peggiore - il messaggio allora arrivatogli dalla compagnia era quello di correre a comprare prima di un imminente aumento.
Altro grande motivo di rabbia è poi rappresentato dal fatto che il cambio prezzi è guidato in grossa parte dal costo delle nuove auto. Elemento che - oltre a deprezzare vetture fisiologicamente e commercialmente ancora molto giovani - mette i vecchi utenti di fronte a modelli con caratteristiche extra e nuove funzionalità ma a prezzi minori, portandoli a pensare che il risparmio offerto sia stato pagato da loro.
Il tutto - spiega Templeton - è originato da una sorta di «fase cellulare» che stanno attraversando le automobili moderne, prodotti high-tech sempre più vicini a computer, e per questo destinate a essere superate molto presto:
“Oggi butti via il tuo telefono di neanche 2 anni, non perché sia in cattive condizioni, ma perché il nuovo modello è più economico e migliore. Tanto che il mercato dell’usato su questo fronte diventa praticamente inesistente”.
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