I mercati oggi sono in cauta ripresa, pur con scambi misti in Asia. I timori di una crisi bancaria e finanziaria si stanno allontanando, ma 3 rischi restano all’orizzonte.
I mercati stanno per terminare un trimestre complicato all’insegna dei guadagni.
In Asia, le azioni sono state miste, mentre i timori di una crisi bancaria si sono attenuati e gli investitori asiatici stanno valutando se la divisione del conglomerato cinese Alibaba significa davvero che la tempesta normativa di Pechino contro le società tecnologiche sta svanendo.
L’indice MSCI delle azioni dell’area Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è salito dello 0,2%. Come l’S&P 500 e il Nasdaq, si è ripreso dai minimi di marzo raggiunti quando le ricadute del crollo della Silicon Valley Bank si sono riversate pesantemente sui mercati globali.
Le azioni globali sono sulla buona strada per un guadagno trimestrale del 4,9%. Le tensioni finanziarie e i timori di turbolenze bancarie globali si sono ampiamente alleggerite, con l’intervento di Stati e autorità addette che hanno placato un nervosismo diffuso e pericoloso.
I mercati, comunque, restano solo cautamente ottimisti e tornano a osservare dati ed eventi economici già da oggi, per valutare le prossime mosse delle banche centrali ed eventuali recessioni.
La crisi bancaria non c’è (per ora): cosa temono i mercati
Mercati più calmi significano che gli investitori possono ora permettersi di concentrarsi maggiormente sull’economia, con almeno 3 punti chiave osservati speciali.
Il primo riguarda l’Europa, con il rapporto economico Bce a offrire nuove indicazioni su dove si sta davvero dirigendo la ripresa dell’Eurozona, cosa temere per il prossimo futuro e quanto l’inflazione è vista crescere ancora. I dati dei prezzi al consumo tedeschi aggiungeranno dettagli interessanti soprattutto per valutare quanto ancora la Banca centrale europea è disposta ad aumentare i tassi di interesse.
Poi l’attenzione è tutta sulla Cina. Il premier cinese Li Qiang, nel suo primo discorso pubblico, ha fatto riferimento alla riunione del Congresso del Partito Comunista al potere in Cina in autunno e al suo obiettivo di “ringiovanimento nazionale”, affermando che i “grandi contributi” del Paese al mondo sono stati la “rapida crescita economica e la stabilità sociale”.
Sulle prospettive economiche interne, Li ha dichiarato che la situazione a marzo sarà migliore rispetto ai primi due mesi dell’anno. La Cina ha riportato dati economici per gennaio e febbraio che hanno mostrato una modesta ripresa dall’impatto del Covid dello scorso anno.
Infine, il dragone è sotto i riflettori per la questione Alibaba, che ha deciso di scorporare ed elencare separatamente le sue unità di business come un altro segnale che la Cina vuole dare il bentornato al capitale globale.
“Abbiamo ripetutamente sottolineato che il 2023 è la prima volta in quattro anni che le politiche economiche, normative e Covid sono state allineate in modo pro-crescita e pro-business”, hanno affermato gli analisti di Morgan Stanley.
Il terzo punto di osservazione dei mercati di oggi è sugli Usa. Dal termine biennale fino a quello trentennale, i rendimenti statunitensi sono inferiori all’attuale tasso sui Fed funds di circa il 4,8% in quanto i mercati hanno drasticamente rivalutato le prospettive dei tassi e si aspettano il raggiungimento del picco massimo o, addirittura, dei tagli.
Il Nasdaq sensibile ai tassi, è salito di quasi il 14% quest’anno e si avvia verso il miglior trimestre degli ultimi due anni.
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