I termovalorizzatori sono al centro di una polemica tra Movimento 5 Stelle e Matteo Salvini: vediamo allora cosa sono e perché spesso vengono criticati.
“Sono come le cabine a gettoni, a qualcuno piacciono ma sono vintage”. Così Luigi Di Maio ha definito i termovalorizzatori, tornando su una polemica in materia che sta coinvolgendo Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle.
Anche se il tema non è presente nel contratto di governo, il leader della Lega ha parlato di costruire dei termovalorizzatori “almeno uno in ogni provincia”, provocando una sorta di levata di scudi da parte dei pentastellati.
Il governo quindi appare nettamente spaccato sull’argomento. Ma cosa sono i termovalorizzatori e perché i 5 Stelle sono così contrari costruirne di nuovi? Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza sul funzionamento degli inceneritori e sulle critiche che sono state rivolte.
Cosa sono i termovalorizzatori?
I termovalorizzatori, conosciuti anche con il nome di inceneritori, sono degli impianti utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti. Vista la situazione di criticità in molte regioni italiane, queste strutture sono spesso finite al centro del dibattito pubblico e politico.
In Italia al momento ne sono in funzione 41, quasi tutti dislocati al Nord, che comunque variano per capacità di smaltimento. Quello di Brescia ad esempio è uno dei più grandi d’Europa e, nel 2006, un’associazione di tecnici e scienziati lo ha proclamato come il “miglior impianto al mondo”.
Il funzionamento dei termovalorizzatori si basa su un processo di combustione ad alta temperatura. Il cuore dell’impianto è il forno dove, a una temperatura di 1000°C vengono bruciati i rifiuti solitamente quelli solidi urbani ma anche quelli etichettati come “speciali”.
Il calore che viene generato dall’incenerimento dei rifiuti genera una vaporizzazione dell’acqua. Il vapore che si genera quindi viene utilizzato per azionare delle turbine in un processo che trasforma l’energia termica in energia elettrica oppure teleriscaldamento.
Durante questo processo di combustione si generano dei fumi che vengono trattati da un sistema di flitraggio, con lo scopo che è quello di diminuire il più possibile le sostanze inquinanti che poi vengono immesse nell’atmosfera.
Le ceneri invece che si producono vengono raffreddate in una vasca d’acqua e poi smaltite in delle apposite discariche speciali. Anche l’acqua usata per il raffreddamento deve essere depurata prima di essere smaltita.
Il termovalorizzatore in sostanza brucia i rifiuti producendo energia. Nel 2016 in Italia sono stati trattati 5,4 milioni di tonnellate di rifiuti: il 69% al Nord, il 12% al Centro e il restante 19% al Sud.
Le critiche
Ci sono stringenti normative che regolano l’uso di termovalorizzatori anche a livello europeo, visto che in tutto il continente sono oltre 350 gli impianti presenti. Naturalmente grandi attenzioni vengono rivolte alla tutela dell’ambiente e all’emissione di gas inquinanti nell’atmosfera.
Nonostante le sempre maggiori migliorie tecnologiche, gli impianti in Italia non possono essere definiti a “impatto zero” dal punto di vista ambientale. Spesso infatti le emissioni sono fuori norma con diversi inceneritori che negli anni sono stati posti sotto sequestro.
La critica maggiore che è stata rivolta ai termovalorizzatori è quella relativa al processo di combustione: viste le altissime temperature, le particelle prodotte sarebbero talmente sottili da non poter essere controllate.
Inoltre come abbiamo visto l’incenerimento dei rifiuti a sua volta produce scorie e ceneri che poi devono essere trattate e smaltite a loro volta. In generale quindi i critici parlano di impianti che comunque inquinano e che potrebbero essere sostituiti da altri modi più moderni per smaltire i rifiuti.
La polemica tra Lega e Movimento 5 Stelle
In tema rifiuti le strategie dei due partiti di governo, Lega e Movimento 5 Stelle, appaiono essere opposte. Se da una parte Matteo Salvini a più riprese ha parlato di costruire altri termovalorizzatori per sconfiggere le varie emergenze, i pentastellati dall’altra non prendono neanche in considerazione questa ipotesi.
Per i 5 Stelle infatti si tratta di uno strumento ormai superato, preferendo come soluzione l’aumento della raccolta differenziata e gli impianti “di compostaggio per la frazione umida dei rifiuti solidi urbani e quelli di trattamento meccanico manuale dove si ricicla il tutto” come ha dichiarato il Presidente della Camera Roberto Fico.
Quello dei rifiuti è sempre stato un tema centrale delle battaglie del Movimento, tanto che Barbara Lezzi ha specificato che sul tema “non c’è margine di trattativa” con il concetto che poi è stato ribadito anche da Luigi Di Maio.
L’energia con cui Matteo Salvini però insiste sui termovalorizzatori “fanno meglio a salute ed economia”, farebbe pensare che il carroccio non è così disposto a cedere su questo argomento: oltre che in materia di giustizia e sicurezza, anche sui rifiuti starebbero emergendo tutte le differenze di fondo tra i due partiti.
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