Mercati ancora scossi dal balzo dei rendimenti del Treasury, di nuovo oltre il 5%. Cosa sta succedendo e cosa significa questo terremoto obbligazionario per gli investitori.
Il rendimento del Treasury decennale Usa ha toccato il 5% e i mercati sono stato scossi da un’altra ondata di turbolenze.
Lunedì 23 ottobre sancisce un’altra giornata complessa per gli investitori, con un focus sempre più preoccupato sul mercato obbligazionario statunitense in ebollizione.
Con il decennale Usa che rende il 5%, il livello più alto dal 2007, anche se l’economia statunitense appare in forte crescita, gli investitori sono spaesati e si aspettano che i tassi di interesse rimangano elevati per un periodo prolungato.
La combinazione di tali rendimenti più elevati e del rischio di un conflitto più ampio in Medio Oriente sta inoltre inasprendo il sentiment, all’inizio di una settimana ricca di utili e dati chiave delle mega cap, con le azioni globali ai minimi di sette mesi.
Cosa sta succedendo sui mercati con il rendimento bond Usa al 5%
Ci risiamo: gli investitori hanno di nuovo assistito al balzo senza precedenti del rendimento obbligazionario Usa.
La scorsa settimana, il rendimento del decennale ha superato la soglia del 5% per la prima volta in 16 anni dopo che il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato che “l’inflazione è ancora troppo alta”, aumentando le aspettative che un altro aumento dei tassi potrebbe non essere del tutto fuori discussione quest’anno.
“Ciò ha un impatto reale sull’economia, colpendo in definitiva ogni individuo negli Stati Uniti”, ha affermato Mark Hamrick, analista economico senior di Bankrate.com.
Gli effetti, inoltre, si vedono sulla stabilità dei mercati e, quindi, sulla tenuta finanziaria globale.
I titoli del Tesoro a 10 anni sono spesso considerati il tasso privo di rischio rispetto al quale vengono confrontati tutti gli altri investimenti. L’aumento dei rendimenti si ripercuoterà sui mercati più ampi, incidendo sull’indebitamento delle famiglie, delle imprese e dei governi negli Stati Uniti e all’estero. Le azioni in tutto il mondo si sono intanto ritirate, mostrando un’avversione al rischio frutto di incertezza e pessimismo.
Le crescenti preoccupazioni sulla sostenibilità del crescente deficit di bilancio degli Stati Uniti rappresentano un’altra forza che indebolisce le obbligazioni. È probabile che il Tesoro americano debba continuare ad aumentare l’offerta di buoni e obbligazioni per colmare il buco. Dopo aver incrementato le dimensioni delle vendite trimestrali di obbligazioni per la prima volta in 2 anni e mezzo in agosto, il dipartimento del Segretario Janet Yellen sta ora preparando il rimborso di novembre.
Nello specifico, il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni ha raggiunto il 5,012%, ed è salito di 8,6 punti base nel corso della giornata di lunedì 23 ottobre, l’ultimo segnale della portata della svendita globale di obbligazioni, guidata anche dall’aumento del debito pubblico, dell’offerta di obbligazioni in tutto il mondo, e da prospettive incerte che hanno indotto gli investitori a richiedere un premio maggiore per detenere obbligazioni a più lunga scadenza.
Mentre si scrive, alle ore 15.15 circa, il rendimento del Treasury Usa decennale tocca il 4,9%. In Europa, lo STOXX 600 scende dello 0,5%, ai minimi di sette mesi, e i titoli immobiliari sensibili ai tassi sono diminuiti in giornata ai minimi dal 2012. I futures sugli indici statunitensi sono in calo.
Mercati, lo scenario sempre più cupo?
Se l’attività economica statunitense e i dati sulla crescita previsti questa settimana superano le aspettative, e la Federal Reserve mantiene la sua retorica attuale, la porta per un passaggio al 5,20% per il rendimento a 10 anni “potrebbe essere aperta”: questo il commento di Evelyne Gomez-Liechti, stratega multi-asset presso Mizuho International.
Nel lungo termine, i tassi potrebbero essere spinti al di sopra dei livelli della storia recente. Un nuovo rapporto di Bloomberg Economics conclude che l’impatto combinato di livelli persistentemente elevati di indebitamento pubblico, maggiore spesa per combattere il cambiamento climatico e crescita più rapida significherà un rendimento nominale dei titoli a 10 anni nella regione del 6%.
Nell’immediato futuro, il mercato dei titoli del Tesoro rimane sulla buona strada per un terzo anno di perdite annuali senza precedenti.
L’aumento dei costi di finanziamento potrebbe, comunque, fungere da freno per l’economia americana, aiutando la Fed a combattere l’inflazione. Il tasso medio su un mutuo fisso di 30 anni, intanto, è salito a circa l’8% nelle ultime settimane, mentre anche il costo del servizio delle fatture delle carte di credito, dei prestiti studenteschi e di altri debiti è balzato con l’aumento dei tassi di mercato.
“Il 5% da un punto di vista economico è solo un altro numero. Ma per quanto riguarda gli investitori ha risonanza”, secondo il capo economista di Daiwa Capital. “Non penso che sia un punto di svolta, ma è un promemoria dell’inasprimento record che abbiamo avuto ed è un promemoria, per quanto riguarda la Fed, che non possono essere del tutto sicuri di quanto di quell’inasprimento finora è già stato trasmesso all’economia reale e quanto altro verrà trasmesso”, ha aggiunto.
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