Per molti la terza guerra mondiale già è iniziata visti i tanti conflitti in corso che stanno interessando buona parte dei continenti: qual è il ruolo in questo scenario geopolitico così complesso?
La terza guerra mondiale è iniziata? Una domanda che - purtroppo - non appare più retorica, visto quello che sta succedendo in svariati continenti negli ultimi tempi.
Non a caso Papa Francesco ha coniato l’espressione “terza guerra mondiale a pezzettini” che appare tristemente particolarmente azzeccata.
Questo pericolosissimo effetto domino è stato senza dubbio innescato dallo scoppio della guerra in Ucraina, con la Russia che ha deciso di invadere il suo vicino rompendo così quella sorta di pax con gli Stati Uniti, da tempo sostenitori - e finanziatori - di Kiev.
A preoccupare però non è solo quello che sta accadendo nella parte orientale dell’Europa: la guerra tra Israele e Hamas prima ed Hezbollah poi ha infiammato tutto il Medio Oriente, specie ora che in Siria è caduto Bashar Assad, nel Pacifico la tensione tra Cina e Taiwan da tempo è alle stelle senza dimenticare la Corea del Nord, rea adesso anche di aver mandato propri soldati in Russia.
Non bisogna poi scordare che in Africa sono in corso tante guerre - dalla Libia al Sudan fino al Congo solo per citarne alcune - che non fanno notizia ma che vedono in qualche modo contrapposti sempre i due soliti schieramenti: l’Occidente da una parte e il blocco dei Paesi emergenti, capitanati da Russia e Cina, dall’altra.
In questo scenario, la terza guerra mondiale per molti già è iniziata con la concreta possibilità di uno scontro nucleare viste le grandi potenze interessate: l’Italia nonostante le dichiarazioni tranquillizzanti da parte del governo, in caso di escalation rischia di essere invece pienamente coinvolta.
Terza guerra mondiale: 5 motivi per cui è più vicina
Nelle scorse ore Mark Rutte, fresco nuovo segretario generale della Nato, ha dichiarato che “l’Europa si prepari alla guerra e aumenti la spesa militare”.
Del resto da tempo è ben chiaro che siamo sempre più vicini alla terza guerra mondiale, nonostante la vittoria di Donald Trump alle elezioni Usa 2024 abbia acceso la speranza di un cessate il fuoco in Ucraina, ma resta da capire se il presidente eletto darà seguito alle sue promesse elettorali una volta tornato alla Casa Bianca.
Nel frattempo alla luce di quello che sta avvenendo soprattutto in Europa, appaiono essere cinque i motivi per cui una terza guerra mondiale sarebbe ormai alle porte.
Assenza totale di un canale diplomatico
Dopo i primi tentativi messi in atto dalla Turchia, da mesi ormai sentiamo parlare solo di armi e di minacce nucleari con la via diplomatica che viene sventolata con la stessa leggerezza e vacuità con cui un ingenuo auspica la pace nel mondo.
In molti sperano che Trump possa cambiare le cose, ma il sentore è che presto assisteremo solo a un disimpegno economico da parte degli Usa che vorrebbero destinare tutti i loro sforzi al Pacifico.
In questi oltre mille giorni del resto ogni piccolo passi in avanti diplomatico è sempre stato subito sabotato dagli Stati Uniti o dalla Nato - due facce della stessa medaglia - con i due Paesi belligeranti che di certo non hanno fatto molto di più per arrivare a un cessate il fuoco: Volodymyr Zelensky ha vietato per legge la possibilità di trattare con la Russia, mentre Vladimir Putin annettendo i territori conquistati con i referendum farsa ha messo Kiev in una posizione in cui si può trattare solo nel caso in cui un tracollo fosse a un passo.
Senza speranze di soluzione diplomatica e con i due eserciti alle prese con una guerra di logoramento, soltanto una escalation può rompere l’equilibrio di un conflitto altamente dispendioso sia in termini di vite umane sia in termini economici.
Gli Usa vogliono far fuori Putin
Come a Washington hanno capito che l’esercito ucraino fosse in grado di tenere testa a quello russo, anche se le forze di Mosca al momento hanno conquistato circa il 16% del territorio dell’Ucraina, la Casa Bianca ha cambiato il proprio obiettivo in questa guerra.
Il conflitto in Ucraina così è diventato il grimaldello capace di scardinare il fortino di Vladimir Putin, tanto che la Polonia e i Paesi del Baltico sarebbero disposti pure a dare vita a una terza guerra mondiale pur di liberarsi per sempre dall’angosciante pericolo russo.
Portare la Russia a perdere la guerra, togliere di mezzo una volta per tutte Putin e smembrare poi la Federazione per depotenziare Mosca e, al tempo stesso, assestare in maniera indiretta anche un duro colpo alla Cina, sarebbe così il grande obiettivo di Joe Biden.
Le forze di Kiev da sole però non hanno la forza per sconfiggere militarmente l’esercito russo - che detiene il più grande arsenale nucleare - con un intervento della Nato di conseguenza che sarebbe una prospettiva inevitabile per fare sventolare la bandiera bianca alla Russia.
Le armi non usate dalla Russia
In uno scenario diametralmente opposto a quello descritto poc’anzi, viene da chiedersi cosa potrebbe succedere se la Russia dovesse sfondare le linee nemiche nel Donbass e puntare dritta verso la capitale Kiev.
La risposta è semplice e drammatica allo stesso tempo: scoppierebbe una terza guerra mondiale, visto che gli Stati Uniti ma anche il resto dell’Europa non potrebbero mai permettersi che Putin possa conquistare l’Ucraina piantando la propria bandiera a un tiro di schioppo dal fronte orientale della Nato.
Visto che la Russia finora non ha usato le armi più distruttive a sua disposizione, una avanzata russa non sarebbe da escludere; al tempo stesso se il Cremlino dovesse decidere di utilizzare le armi tattiche nucleari, anche in questo caso una risposta diretta della Nato sarebbe assai probabile.
Asia e Africa ribollono
L’Europa è al centro dei riflettori vista la guerra in Ucraina ma anche in Asia e in Africa non mancano le situazioni di grande tensione. Dal Medioriente fino alla penisola coreana passando per Taiwan, la Libia e la Repubblica Democratica del Congo, sono tante le polveriere che potrebbero esplodere da un momento all’altro.
Nel Vecchio Continente poi non va dimenticata la delicata situazione nei Balcani, dove la tensione tra Serbia e Kosovo ma anche tra Belgrado e la Bosnia avrebbe superato da tempo il livello di guardia.
Il paradosso della sicurezza
Infine c’è quel fattore che gli storici hanno denominato come il “paradosso della sicurezza”, ovvero quella corsa agli armamenti generale per sentirsi più sicuri che è stata indicata come una delle cause dello scoppio della Prima guerra mondiale.
I Paesi della Nato così hanno messo in previsione un forte aumento della spesa militare, al pari anche della Cina mentre l’Iran avrebbe ripreso il suo programma nucleare: a differenza di cento anni fa una guerra in questo momento già è in corso, con la strada che drammaticamente sembrerebbe essere stata già tracciata.
L’Italia e una possibile terza guerra mondiale
Per il ministro tedesco Boris Pistorius la terza guerra mondiale scoppierà nel 2029, con i vari Stati che starebbero cercando di sfruttare questo lasso di tempo per fare il pieno di armi e preparare i rispettivi eserciti.
Il sentore però è che i tempi potrebbero essere molto più celeri visto che ora l’Ucraina, con l’attacco nella regione di Kursk, ha portato la guerra direttamente nel territorio russo grazie anche alla possibilità di utilizzare i missili a lungo raggio occidentali.
A questo punto resterebbe solo da capire quale potrebbe essere la scintilla capace di far detonare una terza guerra mondiale che, visti gli accordi in seno alla Nato, inevitabilmente andrebbe a coinvolgere anche l’Italia con centinaia di nostri soldati che già sono schierati sul fianco orientale dell’Alleanza atlantica.
Giorgia Meloni di certo non ha intenzione di trascinare l’Italia in guerra, anche perché il nostro esercito al momento non sarebbe pronto ad affrontare un conflitto del genere. Anche il ministro alla Difesa, Guido Crosetto, sembrerebbe essere della stessa opinione.
In caso di escalation però come farebbe l’Italia a tirarsi indietro dai suoi obblighi atlantici? Di certo non potremmo negare l’utilizzo delle basi Nato dislocate sul nostro territorio e già questo ci renderebbe possibili obiettivi dei missili russi - potenzialmente anche nucleari - che al momento non saremmo in grado di intercettare.
Siamo nel bel mezzo di questo pantano e la premier Meloni parla di tutto tranne che di guerra, come se fosse una cosa lontana e che non ci riguarda: come l’orchestra del Titanic il governo sta continuando a suonare mentre stiamo ballando sull’orlo del precipizio.
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