La terribile profezia sulla guerra in Ucraina del finanziere e filantropo George Soros, al Forum economico mondiale a Davos.
In questi giorni, nella cittadina svizzera di Davos si sta tenendo il Forum economico mondiale, che è tornato dopo due anni di stop causa pandemia. I personaggi più influenti dell’economia, della politica, della finanza e degli affari si stanno riunendo per discutere del quadro attuale e futuro del nostro pianeta.
Tema centrale, ovviamente, la guerra in Ucraina con tutte le ripercussioni presenti e future sia da un punto di vista economico che umanitario. A tal fine, sta facendo molto discutere la profezia lanciata da George Soros, imprenditore e filantropo ungherese, che ha aperto allo scenario peggiore per il conflitto in Ucraina se Vladimir Putin non venisse fermato.
Una provocazione, un modo per mettere in guardia l’intero pienata sugli effetti di questa guerra che rischia di durare a lungo. Ecco cosa ha detto.
George Soros e la profezia sulla Terza Guerra Mondiale
Intervenuto a margine del Forum economico mondiale di Davos, George Soros durante un incontro con i giornalisti ha parlato dello scenario attuale ma soprattutto futuro per quanto riguarda il nostro pianeta. E Soros non la vede nel migliore dei modi. L’esperto di finanza ha affermato che, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia: «il corso della storia è cambiato radicalmente scuotendo l’Europa in profondità».
Per Soros, l’operazione speciale portata avanti da Putin in Ucraina potrebbe aver gettato le basi per lo scoppio della Terza Guerra Mondiale.
«E la nostra civiltà potrebbe non sopravvivere», ha aggiunto, riferendosi probabilmente all’utilizzo di testate nucleari che rappresentano di sicuro un pericolo.
Il mondo starebbe per affrontare una depressione globale con una conseguente crisi della catena di approvvigionamento, che avrà come conseguenza uno shock sistemico. Soros si è detto convinto che Putin abbia riconosciuto di aver sbagliato a invadere l’Ucraina, ma che a questo punto è difficile che possa fare un passo indietro perché dovrebbe essere lui a iniziare i negoziati, cosa che significherebbe dimettersi.
L’imprenditore ha le idee chiare e si è detto convinto che ci sia un solo modo per preservare la nostra civiltà, ovvero: «sconfiggere il presidente Vladimir Putin il prima possibile», ed è soddisfatto della cooperazione dei paesi occidentali per far fronte all’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia.
Soros non le ha mandate a dire nemmeno al presidente cinese Xi Jinping definendo lui e Putin «due dittatori» guidati da un’alleanza senza limiti e che governano con l’intimidazione.
La lettera di Soros a Mario Draghi
Soros ha anche inviato una lettera al premier italiano Mario Draghi, ritenendolo l’uomo giusto per portare avanti con successo il progetto di un’Europa federale. Secondo l’imprenditore, Draghi è l’unico leader europeo con iniziativa, immaginazione e alta reputazione in grado di gestire il braccio di ferro con Mosca, a partire dalla questione del gas russo.
Secondo Soros, gestendo i gasdotti l’Europa ha una posizione di forza rispetto alla Russia. Putin chiudendo il gas e mettendolo a riserva sta commettendo un errore che l’Europa può sfruttare. «La posizione negoziale di Putin non è forte come sembra e come Putin finge che sia: si stima che per luglio i depositi russi saranno al massimo, e l’Europa è il solo mercato di sbocco russo», ha detto.
A quel punto, l’Europa deve rendersi il più in fretta possibile indipendente dal gas russo per costringere Putin a riaprire i rubinetti. Ed è in quel caso che i paesi occidentali possono mettere in pratica tutto il loro potere negoziale, imponendo una pesante tassa sull’importazione del gas in modo che il prezzo non scenda e permettendo così un cospicuo guadagno da usare per sostenere i poveri e investire in energia verde.
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