La guerra mondiale del grano, il conflitto in Ucraina diventa alimentare: cosa può succedere

Stefano Rizzuti

25/05/2022

L’invasione russa dell’Ucraina ha scaturito quella che è stata già ridefinita come una guerra mondiale del grano. Vediamo cosa sta succedendo e perché il rischio di una crisi alimentare è concreto.

La guerra mondiale del grano, il conflitto in Ucraina diventa alimentare: cosa può succedere

La guerra in Ucraina non è solo militare, ma diventa ogni giorno di più anche alimentare. Qualcuno parla già di prima guerra mondiale del grano e le conseguenze dell’invasione russa potrebbero essere devastanti: non solo per i morti in battaglia, ma anche dal punto di vista economico. L’aumento dei prezzi, la carenza alimentare e persino la carestia sono rischi dietro l’angolo.

L’allarme viene lanciato anche dalle Nazioni Unite, soprattutto dopo il blocco di 27 milioni di tonnellate di grano ucraino nei porti del Paese. Ben il 95% dell’export di grano ucraino avviene via mare, ma in questo momento alcuni dei porti principali - basti pensare a Mariupol - sono bloccati a causa della guerra o controllati dall’esercito russo. Con il rischio, secondo alcuni già realtà, che il Cremlino stia rubando il grano di Kiev.

All’Ucraina, invece, non resta che esportare il grano attraverso i piccoli e vecchi porti fluviali del Danubio, che non possono però garantire l’invio di 300mila tonnellate di cereali al mese. Resta l’asfalto, ma anche da questo punto di vista i problemi sono tanti, a partire dall’alto prezzo del carburante. Quella in corso, quindi, sembra essere una vera e propria guerra del grano. Vediamo cosa sta succedendo e quali possono essere le conseguenze.

Perché il grano ucraino è così importante per il mondo intero

Dalla Russia e dall’Ucraina arriva l’export del 30% del grano in tutto il mondo. E solo quello ucraino permetteva di realizzare circa il 50% del programma delle Nazioni Unite per combattere le carestie. Tantissimi paesi meno avanzati economicamente, soprattutto in Africa, dipendono fortemente dall’export di grano ucraino. E il rischio di crisi alimentari e carestie viene ritenuto sempre più concreto.

Il piano dell’Ue per il grano ucraino

Anche dall’Ue viene lanciato l’allarme. La commissaria ai Trasporti, Adina Valean, spiega che 20-25 milioni di tonnellate di grano devono lasciare l’Ucraina in meno di tre mesi. Per il prossimo raccolto si prevedono 50 milioni di tonnellate, ma c’è spazio solo per il 50%.

Serve urgentemente liberare la capacità di stoccaggio, secondo la commissaria. E per farlo bisogna raggiungere un obiettivo di export di grano che non sia inferiore alle 3-4 tonnellate al mese. Soprattutto per garantire lo spazio sufficiente per il prossimo raccolto. Le previsioni per quest’anno non sono rosee: si stima che sia impossibile superare le 30 milioni di tonnellate di export in un anno, ovvero meno della metà rispetto a prima della guerra.

La Russia accusata di rubare il grano ucraino

Mentre dall’Ucraina è partito un primo treno merci con un carico di grano arrivato in Lituania (passando per la Polonia), la Russia viene accusata di aver rubato il grano di Kiev. Un video della Cnn mostra alcune foto satellitari del porto di Sebastopoli, in Crimea: due navi russe sembra che stiano caricando del grano ucraino rubato.

Le immagini risalgono al 19 e al 21 maggio: le due navi sono attraccate accanto a un silos di grano, con la materia prima che viene riversata da un nastro in una stiva. Le navi hanno poi lasciato il porto: una sarebbe diretta a Beirut, l’altra è ancora nel Mar Nero. Non c’è certezza che queste navi abbiano rubato il grano ucraino, ma c’è chi ritiene che i russi lo abbiano portato da altre zone alla Crimea, dove la produzione è scarsa rispetto ad altre regioni. Anche il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha accusato la Russia di aver rubato il grano per venderlo all’estero.

Russia apre al dialogo su export grano?

Furti che, però, il Cremlino nega con forza. Il viceministro degli Esteri, Andrey Rudenko, respinge le accuse dicendo che non è stato rubato nulla a nessuno. E, allo stesso tempo, si dice pronto al dialogo con i partner internazionali per le forniture di grano che devono uscire dall’Ucraina.

La Russia spiega di essere disposta ad aprire un corridoio umanitario per le navi che trasportano prodotti alimentari fuori dall’Ucraina. Chiedendo, però, a Kiev di garantire lo sdoganamento dei porti. Dall’Ue, in ogni caso, viene mostrata molta reticenza sulle parole di Rudenko: una fonte diplomatica europea chiarisce all’Ansa che le intenzioni del Cremlino «hanno davvero poca credibilità, ogni annuncio non può essere ritenuto credibile a meno che non venga seguito da azioni concrete».

Iscriviti a Money.it