Il mercato obbligazionario in Europa è scosso da rendimenti su livelli massimi da anni. I titoli di Stato vanno in tilt, pressati da almeno due motivi. Cosa succede ai bond?
Giornata frenetica per le obbligazioni in Europa, con i rendimenti dei titoli di Stato che avanzano.
I costi di indebitamento in Eurozona sono saliti al livello più alto in oltre un decennio, poiché gli investitori hanno reagito alle elevate previsioni di deficit di bilancio italiano e francese e alle aspettative che le banche centrali manterranno i tassi di interesse più alti più a lungo.
Lo spread Btp-Bund è schizzato di nuovo in modo allarmante, avvicinandosi a 200 punti, mentre ora è calato pur rimanendo sopra i 190 punti. L’Italia è finita nel mirino degli investitori dopo la presentazione della Nadef che ha rivisto al rialzo il deficit, ormai ben oltre il 3% del limite europeo del Patto di Stabilità (per ora sospeso).
L’allerta conti pubblici, che non riguarda solo il nostro Paese, si è aggiunta a un clima molto teso nel mercato obbligazionario guidato dal rally dei rendimenti del Treasury Usa. Le preoccupazioni per l’elevato indebitamento hanno infatti accumulato ulteriore pressione su un mercato obbligazionario già nel bel mezzo di un sell-off globale scatenato dalle preoccupazioni per costi di finanziamento elevati ancora per molto.
Il mercato obbligazionario in Europa è quindi andato in tilt.
Rendimenti obbligazioni in Europa corrono e scuotono il mercato
Giovedì nero questo 28 settembre per il mercato obbligazionario in Eurozona: i titoli di Stato sprofondano mentre i rendimenti volano sempre più in alto.
Il rendimento a 10 anni dell’Italia è salito di 0,12 punti percentuali al 4,89%, il livello più alto dal 2013. Il rendimento delle obbligazioni francesi a 10 anni è schizzato al 3,5%, come non accadeva dal 2011 dopo che il governo è stato criticato per non aver tagliato abbastanza la spesa pubblica al fine di evitare di violare le regole fiscali dell’Ue il prossimo anno.
I rendimenti tedeschi decennali – il punto di riferimento dell’Eurozona – sono saliti al 2,93%, il livello più alto da oltre un decennio. Il rendimento delle obbligazioni spagnole a 10 anni è balzato sopra il 4% per la prima volta dal 2013.
“La narrativa che ha preso il sopravvento è quella fiscale”, ha affermato Mike Riddell, gestore di portafoglio obbligazionario di Allianz Global Investors. “È probabile che i disavanzi di bilancio siano maggiori di quanto previsto in precedenza. Quindi c’è il riemergere dei vigilantes obbligazionari – dove i mercati non tollerano quelli che sembrano essere non solo deficit ciclici ma strutturalmente più alti”.
Piet Haines Christiansen, direttore della ricerca sul reddito fisso presso Danske Bank, ha affermato che il mercato obbligazionario si trova nel pieno di una tempesta perfetta.
“Il ’più alto più a lungo’ ha colto alla sprovvista gli investitori con un posizionamento sbagliato, che insieme alle maggiori revisioni dei deficit di bilancio francesi e italiani, nonché all’aumento del prezzo del petrolio che mantiene elevate le aspettative di inflazione, ha guidato questo sell-off”, ha affermato.
L’aumento dei costi di finanziamento si è riflesso in una vendita di 3 miliardi di euro di obbligazioni a 10 anni da parte del Tesoro italiano giovedì. Questi hanno dato agli investitori un rendimento del 4,93%, il più alto dal 2012 e un aumento rispetto al 4,24% di un’obbligazione simile del mese scorso.
Frederik Ducrozet di Pictet Wealth Management ha commentato: “la sorpresa al rialzo delle proiezioni del deficit italiano è l’ovvio catalizzatore dell’ampliamento degli spread di oggi, che si tradurrebbe in una maggiore offerta di obbligazioni che i mercati possono assorbire”.
L’impennata dei prezzi del petrolio ha aumentato inoltre le preoccupazioni del mercato per l’inflazione persistente e la politica monetaria restrittiva. Secondo Riddell di Allianz l’impatto di questi movimenti di mercato significa che il rischio di recessione e di incidenti finanziari stanno diventando sempre più grandi.
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