Il voto in condotta torna alle scuole medie dopo essere stato abolito nel 2017. Per una valutazione insufficiente del comportamento scatta la bocciatura. Ecco cosa cambia.
Voto in condotta alle scuole medie: è ufficiale la reintroduzione della valutazione del comportamento anche nella scuola secondaria di primo grado con la riforma del governo Meloni contenuta nel disegno di legge approvato lunedì 18 settembre in Consiglio dei ministri.
Con il voto in condotta alle medie torna anche la bocciatura che si potrà avere qualora lo studente prenda una votazione inferiore al 6. Ma cosa cambia nel dettaglio e perché il governo ha deciso di riportare il voto in condotta anche per gli studenti delle medie?
Una prima risposta l’ha data proprio la presidente Meloni in Consiglio dei ministri sottolineando che con la riforma del voto in condotta “si riporta la cultura del rispetto nelle scuole” e si rafforza “l’autorevolezza dei docenti.”.
Vediamo allora cosa cambia con il voto in condotta che torna alle scuole medie.
Voto in condotta alle medie, sotto il 6 bocciatura: cosa cambia e perché
Il voto in condotta alle medie viene reintrodotto dopo che la sua abolizione era stata prevista nel 2017 dall’allora ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli.
Cosa cambia? Alle medie il voto in condotta viene espresso in decimi e nel caso sia inferiore a 6 il Consiglio dei ministri può prevedere, al termine dell’anno scolastico, la non ammissione alla classe successiva o all’esame di terza media.
Non solo alle medie cambiano le regole del voto in condotta, ma anche nella secondaria di secondo grado. Per gli studenti delle superiori il 6 in condotta assume un significato differente.
In caso di valutazione del comportamento con votazione di sei decimi il Consiglio di classe assegna allo studente un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare alla Maturità.
Per il voto in condotta inferiore a 6 anche alle superiori i docenti possono optare per la non ammissione agli esami di Stato. Per gli studenti del secondo grado, inoltre, il voto in condotta incide anche sui crediti per l’esame conclusivo.
Per il credito scolastico, infatti, il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti dello scrutinio finale sarà attribuito soltanto se il voto di comportamento sia pari o superiore a nove decimi.
Il ministro dell’Istruzione Valditara in più di un’occasione ha spiegato come la riforma del voto in condotta, come quella che riguarda la sospensione, si muove nella direzione di ridare autorevolezza agli insegnanti dopo episodi di bullismo anche gravi ai danni degli insegnanti che nell’ultimo anno hanno dominato le cronache del Paese. La riforma del governo prevede:
- che per una sospensione fino a due giorni lo studente svolge attività di approfondimento con la produzione di un elaborato critico finale assegnato dal consiglio di classe, cosa che comunque avviene anche oggi;
- che per una sospensione superiore a due giorni lo studente coinvolto deve partecipare ad attività di cittadinanza solidale.
Non solo voto in condotta alle medie: altre novità della riforma
Non solo la riforma del governo prevede la reintroduzione del voto in condotta alle medie, inasprimento delle regole per le superiori e una stretta sulle sospensioni, ma anche una ristrutturazione della formazione tecnica e professionale.
Dall’anno scolastico 2024/2025 gli istituti tecnici e professionali avranno un percorso di studi di quattro anni, al termine del quale si potrà conseguire il diploma. Dopo la Maturità gli studenti possono frequentare un biennio presso i corsi di formazione professionale delle Its Academy.
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