Questo governo sta saccheggiando i depositi d’oro per imporre accordi più favorevoli, ma la strategia non funziona al meglio e a patirne le conseguenze è sempre il popolo.
L’oro è un’importante fonte di ricchezza per i territori che dispongono di questo metallo prezioso, ma non sempre l’estrazione e il trasporto sono facili e convenienti da organizzare. Nella maggior parte dei casi il procedimento viene per lo più affidato a multinazionali straniere, considerando che questi tesori sono spesso nascosti in Paesi piccoli, che affrontano disagi in buona parte dovuti alle dispute per le risorse naturali e minerarie. Ovviamente, è dovuta allo Stato una quota dei profitti, purtroppo non sempre in modo sufficientemente equo.
Il Mali, tuttavia, ha davvero ribaltato le dinamiche di potere, mettendo le compagnie di approvvigionamento sotto una crescente pressione economica, legale e fiscale. La complessa situazione politica, resa ancora più instabile dal golpe del 2021, e la presa di potere della giunta militare non stanno certo aiutando la cooperazione e lo sviluppo. Il governo sta saccheggiando i depositi d’oro alle aziende, dopo aver cercato di imporre contratti minerari via via più onerosi. Proprio in questi giorni le autorità hanno fatto trasportare in elicottero tre tonnellate d’oro dalle scorte di Barrick Gold, posto sotto sequestro presso una banca locale.
La società mineraria canadese non ha infatti recepito positivamente l’aumento della quota di profitti imposto dal Mali, che senza troppi convenevoli ha ordinato il sequestro ed emesso un mandato d’arresto per l’Amministratore delegato Mark Bristow. Barrick Gold ha risposto sospendendo le operazioni di estrazione, tentando nel frattempo un procedimento arbitrale. Una dinamica per niente nuova, in uno Stato sempre più impoverito dai disordini, dai conflitti e da anni di ingiusto sfruttamento delle risorse minerarie. Soltanto a novembre una sorte analoga è toccata a un’altra società mineraria operante nella zona, Resolute Mining, che ha dovuto pagare 160 milioni di euro per risolvere la controversia fiscale e ottenere così il rilascio dei tre dirigenti arrestati e detenuti in condizioni estenuanti.
Il governo sta saccheggiando l’oro, ma chi ci guadagna?
Non stupisce che la società mineraria canadese abbia preferito interrompere immediatamente le operazioni di estrazione, come aveva preannunciato a novembre, dopo aver ricevuto il divieto di esportazione dell’oro. Pare che il ministro dell’Economia malese abbia innalzato il carico fiscale di Barrick Gold da 500 milioni di dollari a ben 5,5 miliardi di dollari, informazione che tuttavia non è stata confermata dalla società.
La disputa ha portato infine all’esecuzione del sequestro, cominciando da tre tonnellate di oro estratte dal complesso minerario di Loulo-Gounkoto, che nel 2023 ha coperto da sola più di un terzo delle esportazioni formali di oro, fruttando al Mali poco meno di 500 milioni di dollari. Sebbene la miniera sia la seconda fonte di estrazione d’oro per Barrick Gold, l’interruzione delle operazioni si appresta a creare forti disagi al Paese, in un vero e proprio braccio di ferro tutto ai danni della popolazione. Indipendentemente da come si concluderà la vicenda, non si può infatti far a meno di temere per l’uso che sarà fatto dei profitti minerari, mentre anche per questi problemi continuano le rivolte e le ribellioni.
Le modalità di negoziare sono poi un altro capitolo molto delicato, soprattutto pensando a quanto accaduto con la controversia con Resolute Mining. L’arresto di tre dirigenti, formalmente con le accuse di contraffazione e danneggiamento della proprietà pubblica, è stato definito dagli analisti un vero e proprio sequestro, un ricatto per impegnare la società al pagamento del debito stimato dal Mali. Così, anche l’accordo minerario è stato aggiornato in maniera più generosa per lo Stato.
L’ingiustizia dello sfruttamento subito dal Paese africano è a mani basse la causa che lo ha portato a vertere nella situazione attuale, spianando la strada per l’instaurarsi di un regime autoritario che punta sì all’incremento dei profitti, ma senza alcun riguardo per l’economia dello Stato stesso. L’abbondanza di riserve auree potrebbe invece contribuire significativamente alla ripresa, purché con negoziati equi, che oggi sembrano ancora molto distanti. Intanto, la popolazione vive in un disagio crescente, con difficoltà estreme nell’accesso ai beni primari che dovrebbero esser garantiti a ogni essere umano.
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