La premier Meloni ha annunciato l’introduzione di una «sorta» di tredicesima aggiuntiva detassata nel Decreto aiuti quater. Ecco cos’è e perché è non c’entra nulla con la gratifica natalizia.
Una “sorta” di tredicesima aggiuntiva detassata. È con queste esatte parole che la premier Giorgia Meloni ha descritto il bonus busta paga del valore annuo massimo di 3.000 euro introdotto dal nuovo decreto Aiuti quater, approvato il 10 novembre dal Consiglio dei ministri.
Stando a quanto si apprende dalla bozza del decreto, è previsto l’innalzamento della soglia entro cui il datore di lavoro può riconoscere ai propri dipendenti solo alcuni beni e servizi - i fringe benefit - senza doversi far carico delle tasse.
E se la modifica di questo tetto non può che essere positiva, riconoscendo la possibilità al datore di lavoro di poter aggiungere tale contributo in busta paga senza tassazione, è pur vero che paragonare tale “bonus” alla gratifica natalizia non può che essere fuorviante per migliaia di dipendenti e famiglie italiane.
In effetti esistono delle differenze sostanziali tra la tredicesima e il nuovo bonus in busta paga. E in un periodo come questo in cui l’inflazione e il caro energia gravano sui portafogli delle famiglie italiane è opportuno fare chiarezza. Ecco tutto quello che c’è da sapere su cosa sia la “tredicesima aggiuntiva” e sul perché non c’entri nulla con la gratifica natalizia.
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Cos’è la Tredicesima aggiuntiva annunciata da Meloni
Durante la conferenza stampa di oggi, 11 novembre 2022, la premier Giorgia Meloni ha annunciato l’introduzione con il Decreto Aiuti quater del bonus in busta paga dal valore annuo di 3.000 euro, descrivendo il provvedimento come una “sorta di tredicesima detassata per aiutare soprattutto i lavoratori a pagare le bollette”.
Il bonus va quindi a modificare una soglia che era stata già precedentemente rivista dal Governo Draghi all’interno del Decreto Aiuti bis, comportando l’estensione della soglia dei fringe benefit dai 258,23 euro a ben 600 euro. Il decreto del precedente governo aveva compreso tra i cosiddetti fringe benefit - una tipologia particolare di retribuzione aggiuntiva alla busta paga - anche il rimborso per i costi sostenuti dal lavoratore per le bollette di luce, gas e acqua entro il limite stabilito.
I datori, qualora lo volessero, potrebbero quindi “premiare” i propri dipendenti con un bonus senza doversi far carico della tassazione.
L’innalzamento della soglia dai 600 a un massimo di 3.000 euro annui del bonus in busta paga vuole quindi essere un incentivo ai datori di lavoro di concedere un contributo ai propri dipendenti, aiutandoli in questo particolare periodo di crisi, in cui l’inflazione ha diminuito fortemente il potere di acquisto degli stipendi.
Qual è la differenza tra la “tredicesima aggiuntiva” e la gratifica natalizia?
La tredicesima aggiuntiva detassata, di cui parla la premier, è quindi quanto mai più lontana dalla comune tredicesima e paragonare il nuovo provvedimento alla gratifica natalizia potrebbe essere fuorviante: vi è una differenza sostanziale che rende i due provvedimenti diversi.
Infatti, se la tredicesima è obbligatoria, il bonus busta paga è a discrezione del datore di lavoro. Spetta quindi al datore decidere se riconoscere un premio ai dipendenti dal valore massimo di 3.000 euro. Ciò vuol dire che il datore potrebbe scegliere anche di erogare il contributo, ma di una somma inferiore al tetto stabilito - l’importante è che non superi la soglia dei 3.000 euro- senza dover pagarne la tassazione.
Se i bonus da 200 e 150 euro erano obbligatori, il contributo da 600 euro previsto dal Governo Draghi - e poi rivisto dal Governo Meloni - non ha mai previsto l’obbligatorietà, in quanto non è mai stato previsto un recupero delle somme erogate dalle aziende.
Il bonus vuole, come spiegato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e come abbiamo già ribadito, un incentivo alle aziende.
Sicuramente l’aumento sensibile dell’importo ha condotto la premier Meloni a parlare di una “sorta di tredicesima aggiuntiva detassata” semplificando la dicitura del bonus. Questa semplificazione però potrebbe trarre in inganno numerosi dipendenti che potrebbero aspettarsi una “vera” tredicesima aggiuntiva, rimanendone delusi. E in un periodo economicamente difficile come questo è quanto mai importante che il Governo sia quanto più chiaro possibile sui provvedimenti presi per far fronte alla crisi.
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