Se il treno parte o arriva in ritardo potresti aver diritto a un risarcimento per i danni patiti. Ecco quando è concesso secondo la giurisprudenza, come viene calcolato e come richiederlo.
I treni in ritardo sono una triste e nota realtà per viaggiatori e pendolari italiani, spesso alle prese con un sistema di trasporti al di sotto delle aspettative e inadatto alle proprie esigenze. Per un ritardo si rischiano conseguenze davvero gravi, come la perdita di un colloquio di lavoro, di un esame universitario, della stanza di albergo o di una visita medica. Ognuno ha le proprie, meritevoli, ragioni per protestare contro i disservizi, ormai tanto frequenti che i consumatori hanno raggiunto il limite di sopportazione. Le cause per il risarcimento affollano i tribunali, così la giurisprudenza permette di definire con più precisione i diritti dei passeggeri. Vediamo allora quando spetta il risarcimento danni e come viene calcolato.
Risarcimento danni per il treno in ritardo
Il risarcimento per il ritardo del treno serve a compensare i danni patiti dal passeggero ulteriori rispetto alla natura pratica del disservizio, che dà comunque diritto al rimborso del biglietto o alla percezione dell’indennizzo stabilito dalla compagnia ferroviaria.
L’eventuale risarcimento è quindi una somma aggiuntiva rispetto all’indennizzo, volto a ripagare il passeggero per i danni ulteriori sopportati a causa del ritardo. Nel caso specifico affrontato dalla sentenza n. 28244/2023 della Cassazione i passeggeri sono rimasti ben 24 ore fermi nel vagone, poiché una nevicata ha interrotto la circolazione ferroviaria.
La Corte ha ritenuto che le Ferrovie dello Stato potessero ben prevedere questa eventualità, dati i bollettini meteorologici. Nonostante ciò, la compagnia non ha avvisato i passeggeri (non permettendo loro di capire le tempistiche del tragitto) e non ha adottato nessuna misura per compensare il disagio, tanto che tutti i viaggiatori bloccati sono rimasti senza cibo, riscaldamento o condizioni per il riposo.
Da qui la responsabilità della compagnia, che aveva solo sconsigliato il viaggio, senza lasciar presagire il reale disservizio prevedibile. Nello specifico, il risarcimento è stato riconosciuto per la lesione del danno esistenziale.
Quando spetta e come viene calcolato
Il risarcimento per il ritardo del treno spetta soltanto quando la causa del disagio è imputabile alla società ferroviaria (non al passeggero né a cause esterne imprevedibili per la compagnia) e ha causato un danno non patrimoniale o patrimoniale.
Sono utili in proposito gli elementi richiamati dalla sentenza n. 28244/2023 della Corte di Cassazione:
- la prevedibilità del disagio;
- il mancato avviso;
- la mancata assistenza.
Serve poi valutare la durata del ritardo e la collocazione dei passeggeri. Nel caso affrontato dagli Ermellini, i passeggeri sono rimasti sul vagone, dunque impossibilitati anche a cercare soluzioni alternative per le proprie necessità. Ci deve inoltre sempre essere un nesso causale tra il disservizio e il disagio. La giurisprudenza della Cassazione è comunque concorde nell’affermare il diritto al risarcimento soltanto in caso di lesione di un diritto fondamentale dell’individuo tutelato dalla Costituzione. Il risarcimento spetta quindi anche nelle situazioni di grave e comprovato malessere, purché non uno stato di agitazione e disagio generico, visto che anche i giudici ricordano la necessità di una certa tolleranza nella vita sociale. Il risarcimento spetta inoltre per i danni patrimoniali, purché attribuibile alla responsabilità della compagnia ferroviaria.
Non è invece possibile il risarcimento quando i danni sono procurati non dall’evento ma dall’insieme di sistematici e combinati disservizi presi complessivamente. La quantificazione del risarcimento spetta al giudice con il metodo equitativo, cioè senza leggi specifiche ma con prudenza, oppure applicando le tabelle del tribunale di Milano. Se il passeggero può fornire prove concrete utili alla valutazione, invece, saranno determinati per la quantificazione del danno e di conseguenza del risarcimento.
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Risarcimento per danno esistenziale
Come richiederlo
Per richiedere il risarcimento a causa del ritardo del treno bisogna poter provare un danno patrimoniale oppure non patrimoniale. Nel danno patrimoniale rientrano le spese impreviste e necessarie che il passeggero ha dovuto sopportare a causa del ritardo, ad esempio il pagamento di una camera d’albergo.
Il danno non patrimoniale, invece, può essere di tipo morale (per la sofferenza interiore e il turbamento) oppure esistenziale, cioè che ha turbato la qualità della vita, proprio come nel caso preso in esame. L’onere della prova ricade sempre sul (presunto) danneggiato, che può dimostrare il peggioramento accaduto con testimonianze, documenti, o presunzioni.
Queste ultime sono lasciate in questo caso alla discrezione del giudice, tenendo conto di tutti gli elementi conosciuti nel procedimento e della comune sensibilità. Per fare causa e ottenere l’assistenza è fondamentale un avvocato al cui sarà necessario corrispondere l’onorario (a meno che si possa usufruire del gratuito patrocinio), fatta salva la possibilità di ottenere il rimborso dalla compagnia ferroviaria se soccombente.
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