Trovata una fonte energetica sepolta in profondità, ecco dove. Può alimentare il mondo per migliaia di anni

Luna Luciano

22 Marzo 2025 - 13:15

Un’enorme fonte energetica a idrogeno potrebbe essere nascosta sotto il suolo degli Stati Uniti. Gli scienziati del Nebraska stanno studiando il potenziale di questa scoperta rivoluzionaria.

Trovata una fonte energetica sepolta in profondità, ecco dove. Può alimentare il mondo per migliaia di anni

Il futuro dell’energia pulita potrebbe trovarsi proprio sotto il suolo americano. La Rift Valley del Midcontinent potrebbe celare un giacimento di idrogeno naturale sufficiente ad alimentare il mondo per migliaia di anni. È questa la recente scoperta che potrebbe cambiare per sempre il futuro dell’energia mondiale.

Gli scienziati dell’Università del Nebraska stanno studiando una possibile fonte naturale di idrogeno nascosta nella Rift Valley del Midcontinent, una spaccatura geologica che attraversa sei stati degli Stati Uniti. Questa riserva, se si scoprisse il modo di poterla sfruttare, potrebbe garantire energia pulita per migliaia di anni, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili.

Il progetto, sostenuto dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti con una sovvenzione di un milione di dollari, punta a comprendere i processi chimici e geologici che regolano la produzione e l’accumulo di idrogeno nel sottosuolo. Gli esperti ipotizzano che l’interazione tra acqua e rocce vulcaniche stia generando idrogeno in modo naturale e sostenibile. Se questa ipotesi fosse confermata, potrebbe aprire la strada a un’estrazione energetica innovativa, riducendo la necessità di processi industriali inquinanti. La Rift Valley del Midcontinent, lunga circa 1.900 chilometri, potrebbe rappresentare quindi un’opportunità senza precedenti per l’approvvigionamento energetico mondiale. Ma quali sono i vantaggi e le sfide che l’idrogeno ci impone? Ecco tutto quello che c’è da sapere su questa fonte energetica.

Idrogeno, una fonte nascosta: ecco dove si trova

La Rift Valley del Midcontinent si estende dal Lago Superiore fino al Kansas ed è il risultato di un’antica spaccatura che ha quasi diviso il continente nordamericano oltre un miliardo di anni fa. Questo fenomeno geologico ha lasciato una vasta fascia di roccia vulcanica che potrebbe aver dato origine a una significativa produzione di idrogeno naturale. Secondo la professoressa Karrie Weber, le caratteristiche geologiche della regione sarebbero ideali per l’immagazzinamento e l’estrazione di questa risorsa.

Uno degli aspetti più affascinanti della ricerca è quello di comprendere e indagare il processo naturale di formazione dell’idrogeno. Stando agli studi, quando alcune rocce entrano in contatto con l’acqua, si innescano reazioni chimiche che portano alla produzione di idrogeno come sottoprodotto. Questa scoperta potrebbe rappresentare un’alternativa ecologica rispetto ai metodi tradizionali di produzione dell’idrogeno, che spesso richiedono l’uso di energia fossile. Se l’idrogeno potesse essere estratto direttamente dal sottosuolo, le emissioni nocive legate alla sua produzione verrebbero drasticamente ridotte.

Attualmente, il team di ricerca sta conducendo approfonditi studi per determinare l’effettiva quantità di idrogeno presente e la possibilità di sfruttarlo su scala industriale. Gli scienziati stanno anche valutando le modalità migliori per il suo stoccaggio e trasporto, affrontando le sfide logistiche legate a questa nuova risorsa.

Quali sono i vantaggi e le sfide dell’idrogeno naturale?

L’idrogeno è considerato una delle fonti energetiche più promettenti per un futuro sostenibile. A differenza dei combustibili fossili, la sua combustione non produce emissioni di CO2, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale dell’energia. Tuttavia, esistono alcune sfide tecniche e ambientali da affrontare per renderlo un’opzione veramente praticabile su larga scala.

Sebbene l’idrogeno possa essere utilizzato nelle celle a combustibile senza emissioni inquinanti, il suo impiego in altre applicazioni potrebbe generare sostanze nocive. Infatti, una delle principali criticità riguarda il rilascio di ossidi di azoto durante la combustione dell’idrogeno, un gas dannoso per la salute umana. Inoltre, l’infrastruttura necessaria per il trasporto e la distribuzione dell’idrogeno richiede ingenti investimenti e sviluppo tecnologico.

Un altro aspetto cruciale, poi, è la sostenibilità dell’estrazione dell’idrogeno naturale. Sebbene questa risorsa possa essere presente in grandi quantità nella Rift Valley, gli scienziati devono ancora determinare se il tasso di produzione naturale sia sufficiente a garantire un approvvigionamento costante. Inoltre, il processo di estrazione dovrà essere attentamente monitorato per evitare impatti negativi sull’ecosistema sotterraneo.

Il progetto dell’Università del Nebraska rappresenta un passo importante nella ricerca sull’energia pulita. Se il team riuscirà a dimostrare la fattibilità dell’estrazione dell’idrogeno naturale, questa scoperta potrebbe rivoluzionare il settore energetico. Il combustibile ottenuto potrebbe alimentare veicoli, impianti industriali e persino aerei, contribuendo significativamente alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Sebbene le sfide tecniche e ambientali siano ancora molte, la ricerca in corso offre una prospettiva entusiasmante per un futuro più sostenibile. Il team di scienziati del Nebraska sta già lavorando per approfondire la conoscenza dei processi di formazione e accumulo dell’idrogeno nel sottosuolo. Con il supporto del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, questa ricerca potrebbe fornire soluzioni innovative per affrontare la crisi energetica e ambientale globale.

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