Trovato il nuovo “El Dorado”. Questo Paese ha scoperto uno dei più grandi giacimenti d’oro del decennio

Ilena D’Errico

6 Aprile 2025 - 13:22

Questo Paese ha scoperto uno dei più grandi giacimenti d’oro del decennio, con almeno 1.000 tonnellate di metallo ad alto tasso di recupero fondamentale per l’industria tecnologica.

Trovato il nuovo “El Dorado”. Questo Paese ha scoperto uno dei più grandi giacimenti d’oro del decennio

Questo Paese ha scoperto uno dei più grandi giacimenti d’oro del decennio, scuotendo il mercato aurifero ben prima di poter solo progettarne l’estrazione. Anche perché i numeri parlano chiaro, con 1.000 tonnellate di oro in un unico giacimento si può dire che è stato trovato il nuovo El Dorado. Le leggende e il Sudamerica però non c’entrano niente, i filoni aurei sono stati identificati dai geologi con sufficiente precisione nella provincia di Liaoning, situata nella parte meridionale del Nord-Est della Cina. Terra che ha dato i natali alla dinastia Qing, l’ultima dell’epoca imperiale, ricca di storia e cultura.

C’è più di qualche elemento suggestivo in questo ritrovamento, ma il merito è tutto da attribuire alla straordinaria composizione mineraria del territorio e all’instancabile lavoro di ricerca. Basti pensare che soltanto pochi mesi addietro è stata annunciata la scoperta di un altro sfavillante giacimento d’oro che, con un valore di circa 74 miliardi di euro, si nasconde a Wangu, nella provincia di Hunan. Anche in questo caso bisogna attendere il proseguimento degli studi per accertare le quantità di oro, come pure per determinare le possibilità di sfruttamento commerciale. Nel frattempo, le riserve auree cinesi stimate superano le 2.000 tonnellate e i mercati internazionali ne risentono.

Uno dei più grandi giacimenti d’oro del decennio

Negli ultimi giorni di marzo 2025 i geologi cinesi hanno portato a termine lo studio del giacimento di Liaoning, utilizzando strumenti avanzati per approfondire la conoscenza della miniera d’oro. Attraverso la modellazione geologica 3D e la perforazione a foro profondo gli esperti sono riusciti a individuare un’area mineraria da circa 1.600 a 3.000 metri di profondità, che si estende per circa 3 chilometri da est a ovest e per 2,5 chilometri da est a sud. Qui, i filoni aurei costituiscono riserve minerarie per almeno 1.000 tonnellate secondo i modelli tridimensionali, che ben si prestano all’estrazione mineraria a lungo termine. Prima di arrivare allo sfruttamento commerciale della scoperta, tuttavia, ci sono ancora numerosi passaggi da completare.

Gli esperti del World Gold Council hanno infatti avvertito della necessità di compiere verifiche indipendenti per valutare la fattibilità dell’estrazione, che potrebbe non avvenire prima di alcuni anni, ma le autorità cinesi sono piuttosto fiduciose in proposito e puntano ad avviare al più presto nuovi approfondimenti, a partire da trivellazioni mirate. Si tratta in ogni caso di un passaggio importante, non soltanto per l’industria mineraria cinese ma anche per l’avanzamento del progresso tecnologico nel settore aurifero. Proprio le tecnologie all’avanguardia possono consentire alla Cina di mantenere una posizione di prestigio nella produzione del metallo, nonostante sia ancora dietro Sudafrica e Australia quanto a riserve stimate. L’esplorazione mineraria resta così uno dei cavalli di battaglia del colosso asiatico, che con queste scoperte impatta inevitabilmente su tutto il mercato globale aurifero.

In Cina il nuovo El Dorado

L’ammontare delle riserve aurifere cinesi sale così ad almeno 2.000 tonnellate, per quanto si attendono conferme. Quantificare il valore economico delle miniere non è affatto semplice, soprattutto finché non si avranno dati più precisi sulla composizione delle riserve. Per quanto riguarda il giacimento di Liaoning le enormi quantità compensano la bassa qualità dell’oro, che non è necessariamente uno svantaggio per la Cina. Grazie al tasso di recupero elevato (tra il 65% e il 91% secondo gli esperti) le autorità cinesi mirano infatti a sfruttare il metallo per l’industria high-tech, tra dispositivi elettronici, batterie e strumenti per l’energia rinnovabile.

La competitività tecnologica di Pechino è destinata soltanto ad aumentare progressivamente di pari passo con le risorse trovate nelle esplorazioni. La paternità della scoperta del nuovo El Dorado è dell’Institute for geological disaster studies, che grazie all’uso di tecniche altamente innovative è riuscito a mappare con precisione le strutture sotterranee comprendenti anche minuscole parti di oro. Secondo lo studio, inoltre, ulteriori riserve - forse più facilmente accessibili - potranno essere ritrovate nelle aree periferiche del giacimento, presto interessate da trivellazioni esplorative. Nel complesso, le aspettative sono alte e tutti gli occhi sono puntati sui prossimi sviluppi.

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