Un video pubblicato su Facebook mostra il funzionamento della truffa del pacco; ecco come funziona uno dei “trucchi” più antichi di sempre.
In queste ore su Facebook è diventato virale un video che mostra il funzionamento della famosa “truffa del pacco”, con la quale gli acquirenti credono di acquistare un determinato prodotto salvo poi ritrovarsi con un oggetto privo di valore.
Nel video si vede un uomo intento a condurre una trattativa per la vendita di un qualche oggetto, probabilmente hi-tech, con alcune persone; l’uomo per rassicurare gli acquirenti mostra il contenuto della busta, confermando che l’oggetto in vendita è correttamente funzionante.
I malcapitati, però, non sanno che torneranno a casa con qualcosa di molto differente dal contenuto della busta che gli è stato mostrato. Una volta che l’accordo sul prezzo è stato raggiunto, infatti, l’uomo si avvicina ad uno degli acquirenti per sussurrargli qualcosa all’orecchio; quest’ultimo però non si rende conto che si tratta di un escamotage messo in atto dal truffatore per scambiare la busta con un’altra contenente un oggetto privo di valore.
Non sappiamo qual è il contenuto delle due buste del video in questione, ma solitamente si tratta di saponette, succhi di frutta, mattoni, o anche scatole di sale, messe all’interno della scatola originale del prodotto che si vuole far credere sia in vendita.
Acquisti in strada: attenzione alle truffe
Il video rammenta agli utenti di diffidare dall’acquisto per strada di oggetti hi-tech, specialmente quando il prezzo è talmente basso da sembrare inverosimile.
Il rischio di essere truffati, infatti, è molto alto, visto che a mettere in scena la truffa del pacco (di cui i “segreti” sono stati mostrati anche nel celebre film “Pacco, doppio pacco e contropaccotto”) sono dei veri e propri “professionisti del mestiere”. Per questo motivo rendersi conto in tempo reale dello scambio delle buste tra l’acquirente e il suo complice è quasi impossibile, nonostante si tratti di una delle truffe più antiche di sempre.
Sono almeno 80 anni che si pratica, tanto da entrare a far parte del linguaggio comune: per dire “ho preso una fregatura”, infatti, si utilizza anche il termine gergale “mi hanno rifilato il pacco”. Pensate che è dal periodo dell’occupazione tedesca che si applica con la falsa vendita di sigarette di contrabbando, per poi arrivare agli stereo per le auto negli anni ’80-’90 fino al boom dei giorni d’oggi di smartphone, PC portatili, videocamere o anche di orologi.
Il sistema è sempre lo stesso, a cambiare sono piccoli dettagli: alcune volte, ad esempio, il complice è un semplice passante, altre invece è un venditore di una bancarella vicina al luogo in cui si conduce la trattativa.
Insomma, in ogni caso dovete prestare la massima attenzione quando acquistate qualche oggetto per strada, specialmente quando siete da soli: la truffa potrebbe essere “dietro l’angolo”.
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