Dopo aver espresso il suo sostegno a Guaidò per la presidenza del Venezuela, ora Trump passa ai fatti con l’intenzione di potenziare le manovre contro Cuba.
Le decisioni dure di Trump questa volta hanno colpito Cuba, un’azione volta a sostenere il favorito Guaidò per spodestare l’attuale presidente venezuelano Maduro.
Non è la prima volta che la nazione caraibica viene presa di mira dal presidente americano, ma questa volta la rappresaglia sembra avere un secondo fine.
Non mancano le proteste da parte di Miguel Díaz-Canel che sferra un attacco a Trump, sostenendo che la nuova mossa del presidente americano sia solo l’inizio di una volontà più decisa di intervento in Venezuela.
Trump, Cuba sotto attacco
Durante la giornata di oggi, lunedì 4 marzo 2019, l’amministrazione di Trump ha comunicato che è sempre più vicino il momento in cui verrà fatto entrare in vigore, o meglio potenziare, la sezione della legge Helms-Burton del 1996 inerente l’embargo a Cuba.
In particolare permetterebbe di attuare azioni legali contro le società cubane che sfruttano i beni confiscati nel 1959. Per l’occasione è stata redatta una lista in cui sono presenti già circa 200 realtà imprenditoriali e agenzie governative cubane che sono sotto sanzioni speciali Usa a causa della loro relazione con ministeri militari e di intelligence cubani.
In realtà molte aziende non hanno legami con la sfera economico-finanziaria statunitense, quindi le possibilità di incorrere in atti legali sono remote se non rappresentare un’azione simbolica. Inoltre esiste un vasto numero di realtà imprenditoriali nate da joint venture con società straniere e sembra che le nuove misure non consentano alle compagnie estere di essere citate in giudizio.
Risulta quindi chiaro come l’embargo a Cuba produrrà degli effetti minimi. Infatti, Trump non intende attaccare direttamente il paese caraibico, nonostante non sia la prima volta che impone questa manovra. Intende porre un monito verso Maduro. Si tratterebbe di una sorta di rappresaglia nei confronti dell’attuale presidente venezuelano per favorire l’entrata di Guaidò.
Questo perché il Venezuela ha sostenuto Cuba (turismo, rimesse, petrolio) permettendo al paese di mantenere i servizi base e la stabilità di fronte a una lenta crescita dovuto ai 60 anni di embargo commerciale. Infatti l’economia cubana registra un aumento annuale di circa l’1% con investimenti esteri di circa 2 miliardi di euro, una soglia troppo bassa per permettere prosperità.
Secondo il presidente cubano, Miguel Díaz-Canel, Trump sta tramando una strategia per giustificare un colpo di Stato in Venezuela. A tal proposito sull’agenzia di stampa cubana Prensa Latina si legge che “gruppi di mercenari e paramilitari si stanno organizzando nello Stato colombiano del Norte de Santander per intervenire in Venezuela”.
Da non perdere su Money.it
- 💬 Hai apprezzato questo articolo? Lascia il tuo commento!
- 🌟 Hai già dato un'occhiata a Money.it Premium? Scoprilo adesso
- 🇺🇸 Elezioni USA 2024: analisi politiche ed economiche nella sezione dedicata
- 💼 Vuoi fare un passo avanti nel tuo percorso professionale? Iscriviti a Carriera Vincente
- 📈 Prova il Trading Online senza rischiare denaro reale con un conto demo gratuito
- 🪙 Scopri tutto su Bitcoin e ChatGPT nella sezione Corsi di Money Premium
- 📖 Il Libro Bianco sull'educazione digitale di Money.it, scaricalo gratis
- 🎁 Vuoi regalare un abbonamento a Money.it Premium? Puoi farlo qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA