Il presidente avrebbe già stilato una lista di 43 paesi dividendoli in 3 categorie: rosso, arancione e giallo. La maggior parte sono nazioni africane.
Sono giorni molto importanti e - se vogliamo dire - anche storici per gli Stati Uniti e Donald Trump. Sul tavolo la questione guerra in Ucraina e le prospettive di pace duratura. Dopo gli incontri preliminari tra le delegazioni diplomatiche, è arrivato il momento del colloquio diretto e telefonico tra Trump e Putin, un qualcosa di storico. La tregua in Ucraina non è mai stata così vicina. Ma se il conflitto nel cuore dell’Europa si avvia verso una pace, non si può dire lo stesso in Medio Oriente dove Israele ha interrotto la tregua ed è tornata ad attaccare duramente Hamas e la Striscia di Gaza facendo centinaia di morti.
Trump oltre ad occuparsi di queste questioni belliche sta predisponendo un divieto di viaggio negli Stati Uniti alle persone che provengono da determinati paesi per questioni di sicurezza. Una prima lista sarebbe già stata stilata e comprende 43 nazioni, la maggior parte africane.
Secondo il New York Times che ha assistito alla stesura della lista, le 43 nazioni sono divise in tre categorie: dal rosso per quelle peggiori al giallo per i paesi più miti.
I paesi a cui Trump vuole vietare l’ingresso negli USA: la lista
Partendo dai paesi classificati con il colore rosso, ovvero quelli più pericolosi troviamo: Afghanistan, Bhutan, Cuba, Iran, Libia, Corea del Nord, Somalia, Sudan, Siria, Venezuela e Yemen. Questa classificazione significa che i cittadini di queste nazioni non possono assolutamente fare il loro ingresso sul territorio degli Stati Uniti perché hanno il divieto assoluto.
Nel gruppo arancione rientrano invece: Bielorussia, Birmania, Eritrea, Haiti, Laos, Russia, Sierra Leone, Sudan del Sud e Turkmenistan. Questo significa che i cittadini di questi Paesi devono ricevere una valutazione positiva da parte di funzionari americani che conducono un colloquio con loro per ottenere il visto per entrare negli Stati Uniti.
Il gruppo classificato come giallo è quello più folto e comprende: Angola, Antigua e Barbuda, Benin, Burkina Faso, Cambogia, Camerun, Capo Verde, Ciad, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Dominica, Guinea Equatoriale, Gambia, Liberia, Malawi, Mali, Mauritania, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Sao Tomé e Principe, Vanuatu e Zimbabwe. La maggior parte sono paesi africani.
L’amministrazione statunitense accusa i governi di questi paesi di carenze nella sicurezza o nella verifica dell’identità dei cittadini che richiedono il visto e di insufficiente cooperazione con i servizi di immigrazione statunitensi. Se queste carenze non verranno corrette entro 60 giorni, i paesi in questione verranno spostati in un gruppo più restrittivo, quindi o arancione o rosso con il divieto di accesso negli USA.
Alcuni paesi erano già inseriti in una precedente lista che lanciò Trump nel 2017 durante il suo primo mandato. In quel caso vietò ai rifugiati siriani di entrare negli Stati Uniti e sospese temporaneamente i viaggi per i cittadini di Iraq, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. Dopo forti proteste, Biden quando si insediò nel 2021 decise di annullare l’ordine esecutivo.
Anche oggi si stanno verificando proteste sopratutto nei paesi africani inseriti nel documento. La più significativa in Liberia che ritiene la scelta incomprensibile visto che la nazione si ispira fortemente agli Stati Uniti con una bandiera simile, una costituzione simile, un sistema di governo simile e il dollaro in circolazione ufficiale come moneta.
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