Il sostegno esitante del settore a Trump può dire meno sull’ex sviluppatore immobiliare di New York e più sul fatto che i democratici di Biden si sono resi difficili da apprezzare.
L’idea di Jamie Dimon candidato alla presidenza è diventata una sorta di meme nel mondo finanziario. L’amministratore delegato di JPMorgan Chase ha dichiarato di non volere candidarsi. Tuttavia, alcuni esperti finanziari come il gestore di hedge fund Bill Ackman cercano ancora di convincerlo, affascinati dall’idea di vedere uno dei loro alla Casa Bianca. La recente debole performance di Joe Biden durante i dibattiti ha ravvivato questa fantasia.
Per Wall Street, la prossima corsa alla Casa Bianca, che attualmente vede contrapposti Biden e l’ex presidente Donald Trump, offre un menù decisamente poco appetibile. Le elezioni di novembre presenteranno agli elettori una scelta tra due amministrazioni possibili, nessuna delle quali somiglia al centrismo moderato e favorevole agli affari sotto cui il settore finanziario tende a prosperare. È una scelta scomoda.
Finora, il denaro di Wall Street pende verso destra. I settori finanziario, assicurativo e immobiliare hanno donato 247 milioni di dollari ai candidati repubblicani nel ciclo politico biennale corrente, contro i 227 milioni di dollari donati ai democratici, secondo i dati di OpenSecrets. Focalizzando sulle donazioni a sostegno dei candidati presidenziali, Trump è il chiaro favorito dei finanzieri, raccogliendo 115 milioni di dollari contro i 46 milioni di Biden. Naturalmente, il denaro non garantisce il successo elettorale: Wall Street ha sostenuto con forza i perdenti Mitt Romney nel 2012 e Hillary Clinton nel 2016. [...]
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