Tutti i trucchi dei fratelli Elkann per evadere il Fisco

Patrizia Del Pidio

27 Settembre 2024 - 08:30

Diverse le accuse mosse ai fratelli Elkann per la presunta evasione fiscale e frode ai danni dello Stato per l’eredità Agnelli, vediamo quali sono i trucchi che avrebbero messo in atto.

Tutti i trucchi dei fratelli Elkann per evadere il Fisco

Quali sono stati tutti i trucchii messi in campo dai fratelli Elkann per evadere il Fisco sull’eredità Agnelli? I tre fratelli Elkann, John, Lapo e Ginevra, sono accusati di truffa ai danni dello Stato e attualmente sono stati sequestrati i loro beni per un valore di 74,8 milioni di euro.

Per aggirare il Fisco italiano (ma anche le pretese ereditarie della madre), a quanto pare, i tre fratelli avrebbero studiato una strategia a tavolino con la quale spostare opere d’arte, gioielli e altri oggetti di valore della nonna Marella Caracciolo da una villa all’altra per farli sparire. In questo modo speravano che alla morte della nonna tutti i beni “scomparsi” non entrassero in successione.

St. Moritz, Zurigo, Lauenen, Marrakech, Roma e Torino, quindi, sono stati i teatri dei molti spostamenti prima della sparizione in depositi esterni dei beni della nonna. Tutto ciò che al momento del decesso non era presente nelle case non doveva essere segnalato nei verbali, secondo la strategia, ma poteva essere considerato come regalia.

I trucchi per evadere il Fisco degli Elkann

I regali, però, sono stati ritenuti fittizi dalla procura che li ha considerati una spoliazione post mortem dell’asse ereditario per fare in modo di non pagare su di essi l’imposta di successione.

A mettere nei guai i tre fratelli Elkann è Paola Montaldo, la segretaria della family che, non solo conosceva ogni spostamento di Marella Caracciolo, ma che ha anche gestito il passaggio di gioielli, quadri e lingotti dalla nonna ai nipoti.

Il ruolo della Montaldo nell’inchiesta è rilevante visto che la donna rischia di diventare il testimone chiave nell’eventuale processo contro John, Lapo e Ginevra: sono scritti di suo pugno la maggior parte dei documenti che mettono nero su bianco l’evasione fiscale e la truffa ai danni dello Stato. A mettere nei guai i tre fratelli anche una lunga e-mail che la segretaria avrebbe scritto a John Elkann in cui illustra la suddivisione dei beni sottratti all’asse ereditario, il “bottino” su cui non pagare le imposte di successione.

La spoliazione dell’eredità

Nell’asse ereditario sono stati lasciati i beni di minor valore e oggetti che la nonna non avrebbe potuto regalare ai nipoti. La spoliazione dei beni quantificata in 170 milioni di euro (di cui 78 milioni solo di orecchini) ha portato all’insabbiamento di una grossa parte dell’eredità.

Il Gip Antonio Borretta scrive che

“I fratelli Elkann hanno agito con finalità di profitto nonostante la loro condizione di indiscutibile benessere economico-finanziario, così dimostrando indubbia pervicacia nel conseguire ulteriore profitto. La vicenda della “scelta” dei “regali” di Marella Caracciolo, operata post mortem, è senz’altro indicativa di tale inclinazione”

A sparire, in ogni caso, non sono stati solo gioielli, ma anche opere d’arte (donna Marella aveva molte tele tra cui Picasso, De Chirico, Balla, Bacon, Modigliani, Mondrian, Klee), lingotti, pietre preziose e scrigni d’autore.

Il libro della nonna

I nuovi dettagli emersi sulla presunta frode fiscale degli Elkann per l’eredità Agnelli tirano in ballo anche un libro scritto da Marella Caracciolo con la nipote Marella Chia “Ho coltivato il mio giardino” che John Elkann avrebbe corretto di suo pugno per far risultare la nonna residente in Svizzera.

A che pro? Per fare in modo che la dichiarazione di successione fosse avviata in Svizzera e non in Italia in base alla (presunta) residenza in Svizzera: questo avrebbe fatto in modo che i redditi di capitale non sarebbero stati assoggettati a tassazione ma era utile anche per altro. Nel 2004 Margherita Agnelli aveva sottoscritto un accordo di rinuncia all’eredità (compresa quella della madre ancora in vita): questa rinuncia non era valida secondo il diritto italiano che non permette di rinunciare a un’eredità che ancora non spetta, ma valida in base al diritto svizzero.

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