L’ammissione di Kiev: l’Ucraina non avrà a disposizione gli F-16 americani prima della prossima primavera, quando la guerra potrebbe essere finita o irrimediabilmente compromessa.
Cercare di commentare la guerra in Ucraina ormai sta diventando un esercizio kafkiano, visto che le notizie degne di tal nome vengono quasi ignorate dai media mainstream mentre a riguardo veniamo inondati di informazioni vacue e poco significative.
Da quasi un anno e mezzo sta andando avanti una guerra nel cuore dell’Europa, con protagonista una superpotenza - anche nucleare - come la Russia e che vede la Nato spettatrice più che interessata visti i miliardi di aiuti economici e militari finora elargiti a Kiev. Un conflitto che poi potrebbe estendersi in qualsiasi momento nel resto del Vecchio Continente o del mondo, con tanto di utilizzo di armi atomiche.
In questo scenario, è già arrivata l’abiura per Stian Jensen, il capo della segreteria del numero uno della Nato Jens Stoltenberg, che in un un’intervista al giornale norvegese Vg ha fatto intendere come un possibile epilogo della guerra potrebbe essere l’adesione dell’Ucraina nell’Alleanza atlantica in cambio della cessione di alcuni territori alla Russia.
Si tratterebbe nel caso della cosiddetta “soluzione coreana” che di fatto andrebbe a stoppare il sanguinoso conflitto - mentre noi siamo in spiaggia al fronte i ragazzi ucraini e russi continuano a morire a causa di logiche geopolitiche - garantendo protezione futura a Kiev ma lasciando in mano russa le città conquistate.
“Il suo messaggio (di Stain Jensen ndr)che è anche il mio messaggio principale - ha dovuto poi rettificare Jens Stoltenberg vista l’irritazione ucraina -, che è anche il messaggio principale della Nato, è prima di tutto che la politica della Nato non è cambiata. Sosteniamo l’Ucraina, se vogliamo la pace il sostegno militare all’Ucraina è la soluzione. Sono gli stessi ucraini che devono decidere quando sono disposti a sedersi al tavolo dei negoziati”.
Lo stesso Stoltenberg però ha ammesso che all’interno della Nato sono in corso delle discussioni su come dovrebbe finire la guerra in Ucraina, senza dimenticare che a inizio anno prenderà il via negli Stati Uniti la lunga campagna delle elezioni Usa 2024 che si terranno a novembre del prossimo anno.
Alla luce di questo, appare incomprensibile come non ci si stia interrogando in Occidente - visto anche il flop finora della controffensiva ucraina - dopo quanto è stato dichiarato da Kiev in merito alla fornitura degli F-16 che avrebbe dovuto permettere agli aggrediti di cambiare l’esito di questa maledetta guerra.
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Gli F-16 e la guerra in Ucraina
L’Ucraina in questa guerra ha un grande problema: non riesce a contrastare la superiorità aerea russa e, se vuole riconquistare parte dei territori perduti, ha bisogno di caccia che possano facilitare una avanzata delle truppe di terra già alle prese con un territorio che è stato per buona parte minato e fortificato.
La decisione degli Stati Uniti di fornire i suoi F-16 - che potenzialmente possono trasportare anche delle testate nucleari - all’Ucraina, è stata presentata giustamente come una sorta di svolta capace di modificare la storia di questa guerra.
Prima di poter utilizzare gli F-16 l’Ucraina però ha bisogno che i suoi piloti imparino a pilotarli, un dettaglio non di poco conto visto che l’addestramento può durare anche un anno. Vista la particolarità del momento, è stato detto che il tutto si sarebbe potuto risolvere entro pochi mesi.
Nel pieno della controffensiva, il portavoce dell’Aeronautica militare ucraina Yurii Ihnat ha dichiarato che “ Kiev non sarà in grado di difendere il proprio spazio aereo con i caccia F-16 statunitensi entro il prossimo autunno o inverno , a causa dei ritardi nell’avvio della formazione dei suoi piloti”.
“È ovvio già ora che non saremo in grado di difendere l’Ucraina con gli F-16 questo autunno-inverno - ha detto Ihnat - speranze significative sono state riposte su questo velivolo, nel prossimo futuro i piloti ucraini riceveranno addestramento all’interno dei Paesi membri della coalizione Nato”.
A stretto giro gli Stati Uniti, mesi dopo l’annuncio, hanno dato il loro disco verde definitivo a Danimarca e Olanda per cedere a Kiev gli F-16 di produzione americana: soltanto adesso una coalizione di undici nazioni Nato inizierà ad addestrare i piloti ucraini.
In sostanza l’Ucraina già ha poche possibilità di vincere la guerra nei suoi termini, ovvero riconquistare tutti i territori occupati compresa la Crimea, in più ora ha ammesso che non avrà a disposizione una delle principali armi promesse dall’Occidente, gli F-16, prima della prossima primavera.
Considerando le voci sempre più insistenti di una volontà di Joe Biden di congelare la guerra prima dell’inizio della campagna elettorale negli Usa, ecco che allora gli F-16 con ogni probabilità saranno molto utili a Kiev soltanto per scoraggiare la Russia a riprendere le operazioni militari a seguito di una tregua al momento respinta da Volodymyr Zelensky ma che, come ipotizzato da Stain Jensen prima che gli mettessero la mordacchia, potrebbe essere raggiunta nei prossimi mesi.
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