Il Consiglio Ue riunitosi a Bruxelles ha dato il via libera all’Ucraina candidata per l’ingresso nell’Unione Europea. Ma il processo potrebbe essere ancora molto lungo.
Il primo passo verso l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea è stato compiuto. Dopo il parere favorevole della Commissione, oggi in Consiglio Ue è arrivato il definitivo via libera per considerare l’Ucraina paese candidato a entrare nell’Unione. Lo stesso status è stato dato anche per Moldavia e Georgia.
Si tratta di una giornata storica per il popolo ucraino che da mesi stava lottando per questo risultato. Ora il paese dovrà portare avanti le riforme chieste dall’Unione per essere in linea con gli standard e ottenere la definitiva annessione. Ma i tempi potrebbero non essere brevi.
Ucraina candidata ufficiale per entrare in Unione Europea
Vinto lo scetticismo di alcuni stati membri, oggi a Bruxelles è stata una giornata storica con la decisione di consentire a Ucraina, Moldavia e Georgia di acquisire lo status ufficiale di candidate all’ingresso nell’Ue.
Il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen in conferenza stampa ha parlato di una bellissima giornata per l’Europa. Una decisione quella presa dagli Stati membri che appare come un segnale di speranza verso i cittadini di questi Paesi che da anni attendevano tale momento.
Ursula von der Leyen ha comunque ribadito che prima dell’adesione completa questi Stati «dovranno fare i compiti a casa». E la speranza è che lo facciano in tempi rapidi.
Cosa succede adesso
Ottenuto lo status di candidate all’ingresso nell’Ue, Ucraina, Moldavia e Georgia ora dovranno portare avanti le richieste dell’Unione Europea necessarie per l’ingresso ufficiale. Una delle condizioni più importanti è una serie di riforme soprattutto per quanto riguarda lo Stato di diritto. E su questo aspetto l’Ucraina ha ancora molto da lavorare.
L’Ucraina dovrà intavolare negoziati su 35 materie per portare il Paese quanto più vicino alle regole e ai principi dell’Unione. Dovrà inoltre partecipare a trattative bilaterali con ogni singolo Stato membro e riferire poi alla Commissione.
Il leader Volodymyr Zelensky, collegato in diretta con l’aula di Bruxelles, si è detto grato a tutti i leader dei paesi Ue e ha annunciato che farà di tutto per realizzare velocemente il piano previsto che porterà l’Ucraina all’interno dell’Unione.
Secondo le moderne norme per aderire all’Ue uno Stato deve:
- essere uno Stato europeo;
- rispettare i principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali;
- rispettare alcune condizioni economiche e politiche conosciute come criteri di Copenaghen;
- creare un clima di fiducia per gli investimenti privati.
Su certi aspetti l’Ucraina si presenta ancora in ritardo e dovrà mettere in atto tutte una serie di riforme, e non è detto lo faccia in poco tempo. Per completare tutto l’iter potrebbero infatti volerci anche diversi anni. Si pensi che uno stato come la Turchia figura come paese candidato dal 1999 e ancora non conclude il suo iter. Alla stessa Croazia è servito un decennio per completare il tutto.
In questo caso la situazione si presenta ancora più complessa. In primis per l’instabilità dovuta alla guerra, e poi per la divergenza di opinioni che gli altri Stati membri hanno sull’ingresso dell’Ucraina.
Se da un lato ci sono nazioni che spingono per l’ingresso veloce dell’Ucraina, dall’altro ci sono alcune che combattono da anni con i negoziati, che mal vedono l’ingresso. Stiamo parlando di Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Albania.
Anche Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo e Francia guardano con freddezza alla situazione, consapevoli che ci vorranno probabilmente decenni prima di poter vedere l’Ucraina all’interno dell’Ue.
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