L’Ucraina entrerà nella Nato ma perderà il 20% del territorio: così finirà la guerra

Alessandro Cipolla

01/06/2023

Lo controffensiva è una chimera e presto Biden potrebbe congelare la guerra anche in vista delle elezioni: l’Ucraina entrerà nella Nato ma perderà i territori presi dalla Russia.

L’Ucraina entrerà nella Nato ma perderà il 20% del territorio: così finirà la guerra

La guerra in Ucraina appare essere destinata ad andare avanti ancora per anni se non per decenni; questo però non vuol dire che il confitto in atto da quindi mesi continuerà a essere un bagno di sangue per entrambi gli eserciti come lo è ora, ma presto potrebbe mutare in una sorta di tensione permanente con le armi finalmente silenziate.

Come ci è stato ripetuto a mo’ di nenia da diversi mesi a questa parte, a breve dovrebbe partire la controffensiva dell’Ucraina, annunciata per questa primavera ma ora destinata a slittare all’estate, un po’ come succede da noi quando ci sono dei lavori per delle opere pubbliche.

L’obiettivo di Kiev è quello di ribaltare le sorti di questa guerra: riconquistare tutti i territori attualmente in mano alla Russia - Crimea compresa - per poi costringere Vladimir Putin a cospargersi il capo di cenere e sedersi al tavolo delle trattative nel posto riservato agli sconfitti.

Tralasciando le migliaia di armi atomiche già pronte all’uso nei magazzini dell’Armata russa, nella speranza che Putin non sia così folle da scatenare una guerra nucleare, la Russia ha ammassato 300.000 uomini lungo le trincee scavate per difendere i territori annessi con i referendum farsa della scorsa fine estate.

A questi vanno aggiunti i mercenari ceceni e quelli del gruppo Wagner, quest’ultimi capaci di conquistare di recente il fortino di Bakhmut per poi consegnarlo all’esercito regolare. L’Ucraina invece in questa guerra può contare su 140.000 soldati di terra, la metà rispetto ai russi anche se di certo più motivati.

Nonostante gli aiuti militari arrivati dall’Occidente - gli F-16 prima di diversi mesi però non saranno operativi - con queste forze in campo per non parlare della superiorità aerea della Russia, appare difficile che la controffensiva ucraina possa raggiungere il proprio scopo, tanto che di recente Kiev sta puntando più su dei raid nelle città russe di confine a opera delle milizie Rdk e Libertà alla Russia che su vere e proprie avanzate con le truppe di terra.

Ucraina nella Nato ma la guerra la “vince” Putin

Se la controffensiva dell’Ucraina rimane un enigma, c’è una data che al contrario il presidente Volodymyr Zelensky ha segnato con il circoletto rosso: 11 luglio, giorno del vertice Nato che si terrà a Vilnius in Lituania.

La speranza di Kiev è che dal vertice possa arrivare un sostanziale disco verde a un ingresso dell’Ucraina nella Nato, ma per l’adesione ufficiale bisogna prima cessare la guerra altrimenti l’Alleanza come prevede il trattato sarebbe chiamata a scendere in campo al fianco del nuovo membro.

Per uscire fuori da questo pantano al momento c’è solo una soluzione: il congelamento della guerra - che di fatto non verrebbe terminata ma soltanto sospesa sine die - tramite una conferenza di pace che potrebbe avere luogo già questa estate.

L’Ucraina così avrebbe la promessa di un rapido ingresso nella Nato, con tanto di trattati che la metterebbero al riparo da ogni futura aggressione da parte della Russia a meno che Putin non voglia scatenare una terza guerra mondiale.

Al tempo stesso però Mosca manterrebbe il controllo di tutti i territori attualmente occupati, poco meno del 20% dell’intera Ucraina, anche se difficilmente potrebbe arrivare un riconoscimento ufficiale a meno di un complesso accordo per dei referendum questa volta non farlocchi.

Una soluzione del genere farebbe felice anche Joe Biden, al momento in grande difficoltà nei sondaggi relativi alle elezioni Usa 2024, per non parlare del default schivato per un pelo grazie all’innalzamento in extremis del tetto al debito pubblico americano da tempo arrivato al limite anche a causa dei dispendiosi aiuti all’Ucraina.

La guerra vera, quella a cui drammaticamente stiamo assistendo dal 24 febbraio 2022, lascerebbe il posto così a un conflitto permanente senza però che i soldati, almeno in maniera ufficiale, siano costretti a imbracciare i fucili.

Se così fosse, si tratterebbe di una autentica abiura per Zelensky che sempre ha dichiarato di volere solo la liberazione di tutti i territori occupati: se gli Stati Uniti però dovessero dire basta, a quel punto Kiev non potrebbe che rispondere obbedisco.

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