L’Eurocamera ha approvato le nuove linee guide del trasporto transeuropeo: strade e ferrovie dovranno essere adeguate al trasporto di mezzi e uomini in caso di guerra.
L’Europa si sta preparando a una guerra contro la Russia e questo - purtroppo - non è un mistero. L’ennesima conferma di questo triste sentore arriva direttamente da Strasburgo dove l’Eurocamera, nella sua ultima plenaria prima delle elezioni europee di giugno, ha approvato tutta una serie di misure.
Esclusi gli addetti ai lavori in pochi avranno sentito parlare dei progetti di trasporto transeuropeo (TEN-T), con l’argomento che è stato sostanzialmente ignorato dai media nostrani nonostante l’importanza non solo per quanto riguarda i venti di guerra con la Russia.
Nel dettaglio il Parlamento europeo ha approvato il nuovo regolamento riguardante la rete TEN-T, ovvero tutta una serie di progetti stradali e ferroviari di collegamento tra i vari Paesi dell’Unione europea.
I tanti soldi stanziati da Bruxelles potrebbero riguardare anche progetti come il ponte sullo Stretto di Messina, il tunnel di base del Brennero e le tratte ferroviarie ad alta velocità Milano-Treviglio-Verona e Bologna-Ancona-Pescara-Foggia.
Con le nuove linee guida - che adesso dovranno essere approvate dal Consiglio europeo per essere pubblicate poi in Gazzetta - questi progetti dovranno essere terminati entro il 2030, cosa assai improbabile per il ponte sullo Stretto.
Ma cosa c’entra tutto questo con una possibile scesa in guerra contro la Russia? I deputati hanno approvato anche altri provvedimenti riguardanti il TEN-T: fine di ogni cooperazione con Mosca, legami rafforzati con Ucraina e Moldavia e un’altra normativa molto particolare.
Strade e ferrovie pronte per la guerra
La guerra in corso da oltre due anni in Ucraina ci ha insegnato che non servono solo uomini e armi per avere successo nelle operazioni militari, ma anche un’efficiente rete logistica che possa garantire spostamenti rapidi e adeguati rifornimenti.
La Russia nei primi mesi dell’invasione ha commesso molti errori dal punto di vista logistico e di comando, dovendo così accantonare l’idea di conquistare la capitale Kiev per concentrarsi sulla presa del Donbass e delle principali città che si affacciano sul Mar d’Azov.
Da tempo diversi leader europei hanno spiegato che non è più un tabù considerare l’invio di truppe in Ucraina, tanto che a Bruxelles di recente si è cominciato a ragionare nell’ottica di un’economia di guerra.
Come detto però anche l’aspetto logistico non è da trascurare, così nelle nuove linee guida della TEN-T c’è anche una norma che impone a questi nuovi progetti di adeguarsi alle esigenze militari per il trasporto di uomini e mezzi.
“I deputati - si legge nel resoconto di Palazzo Berlaymont - hanno convinto i governi dell’Ue a tenere conto delle esigenze militari (peso o dimensione del trasporto militare) nella costruzione o nell’ammodernamento di infrastrutture che si sovrappongono alle reti di trasporto militare, al fine di garantire il trasferimento senza soluzione di continuità di truppe e attrezzature”.
Tornano così alla mente le parole pronunciate nel 2022 dalla vicepresidente della Commissione europea, Margrethe Vestager: “Dobbiamo assicurarci che quando si verifica una crisi, le forze armate degli Stati membri possano muoversi rapidamente. Che i ponti e le strade utilizzati per gli spostamenti quotidiani possano sostenere i mezzi pesanti dell’esercito. Che camion e container militari possano attraversare senza problemi i confini della nostra Unione”.
Invece che cercare di evitare in ogni modo una guerra con la Russia trovando una soluzione diplomatica per quella in essere con l’Ucraina, l’Europa sembrerebbe avere fretta di prepararsi a un conflitto mondiale potenzialmente anche nucleare, una scenario che farebbe tremare i polsi a chiunque eccezion fatta per i nostri leader.
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