Ue, presidenza Ungheria in corso. Orbán è una minaccia per l’Europa?

Violetta Silvestri

10/10/2024

La presidenza di turno dell’Ue all’Ungheria sta destabilizzando l’Europa, stando alle tensioni esplose in Parlamento. Quali sono le priorità di Orbàn e perché il suo semestre può essere una minaccia?

Ue, presidenza Ungheria in corso. Orbán è una minaccia per l’Europa?

Dal 1° luglio la presidenza del Consiglio Ue è passata all’Ungheria di Orbán, che la manterrà per sei mesi e quindi fino alla fine dell’anno.

La rotazione dei Paesi alla guida dell’istituzione europea è la regola e non sorprende che la nazione ungherese sia stata investita di questo incarico. Il passaggio della presidenza, però, ha suscitato subito interesse e qualche timore poiché negli ultimi tempi i rapporti tra Orbán e l’Ue non sono stati così pacifici.

A dimostrazione di un clima teso, nella plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo del 9 ottobre, quando ha preso la parola Orbàn in qualità di presidente di turno del Consiglio, la tensione è arrivata ai massimi livelli. Il discorso severo dell’ungherese contro l’immigrazione - portatrice a suo dire di omofobia, violenza, antisemitismo - si è affiancato a toni più pacati a favore della competitività dell’Ue.

Tuttavia, nelle risposte dirette e aspre di Ursula von del Leyen - che ha accusato Orbàn di favorire Russia e Cina - e nell’intervento dell’italiana Salis contro la barbarie delle carceri ungheresi - da lei provate - sono emersi nervosismi e antagonismi minacciosi per l’integrità europea.

In un contesto complesso per le istituzioni europee, alla ricerca di un nuovo equilibrio dopo il voto parlamentare del 9 giugno che ha visto le destre avanzare, la presidenza ungherese è considerata destabilizzante in un’Unione che ha bisogno di coesione più che mai dinanzi a sfide epocali.

Quali sono, quindi, le priorità della presidenza ungherese del Consiglio Ue? Orbán è davvero una minaccia per l’integrità e gli obiettivi comunitari? Un’analisi dell’agenda dell’Ungheria e sul significato politico della sua presidenza.

Presidenza Ue all’Ungheria. Priorità e rischi con Orbán

Sul sito ufficiale del Consiglio europeo, si legge che l’Ungheria ha fissato sette priorità per il semestre della sua presidenza, così elencate:

  • rafforzare la competitività dell’UE
  • rafforzare la politica di difesa dell’UE
  • rendere la politica di allargamento coerente e basata sul merito
  • arginare l’immigrazione clandestina
  • plasmare il futuro della politica di coesione
  • promuovere una politica agricola dell’UE orientata agli agricoltori
  • affrontare le sfide demografiche

Lo slogan del programma ungherese è emblematico: “Rendiamo l’Europa di nuovo grande”, con esplicito richiamo al ritornello del “buon amico” di Orbán, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump -che ha già suscitato reazioni avverse a Bruxelles.

Il ministro ungherese per gli Affari UE Janos Boka a metà giugno ha presentato l’agenda delle priorità cercando di diffondere un clima di fiducia: Saremo mediatori onesti, lavorando lealmente con tutti gli Stati membri e le istituzioni. Allo stesso tempo, crediamo che l’Ungheria abbia un forte mandato per perseguire una forte politica europea. Il nostro lavoro rifletterà questa visione dell’Europa.”

Per raccogliere sostegno al programma ungherese, in estate Orbán ha visitato le principali capitali europee.

Tra le sette priorità del Paese per la presidenza dell’Ue vi sono la lotta all’“immigrazione illegale” e l’avvicinamento degli Stati dei Balcani occidentali all’adesione all’Ue, che ben ricalcano la sua posizione nazionalista.

La politica del presidente ungherese così conservatrice, a volte illiberale e spesso critica nei confronti dell’Europa suscita preoccupazione. La sua presidenza, stando ad alcune suggestioni a Bruxelles e a riflessioni di analisti, potrebbe indebolire lo spirito unitario e creare disagio su alcuni temi.

“Orbán può usare la presidenza per stabilire l’agenda, ma non può ottenere risultati senza il sostegno della commissione”, ha detto all’AFP Daniel Hegedus, ricercatore senior del German Marshall Fund.

Ha anche sottolineato che il premier ungherese ha scarse possibilità di rovinare il clima comunitario, dato che la presidenza belga uscente e le istituzioni dell’Ue si sono affrettate a prendere decisioni importanti.

L’Unione Europea ha adottato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia e ha avviato formalmente i colloqui di adesione “storici” con l’Ucraina. “Tutti si sforzavano di ridurre l’instabilità, limitando così il margine di manovra della presidenza ungherese”, ha affermato Hegedus.

Da evidenziare che il Consiglio europeo definisce le priorità e gli orientamenti politici generali dell’Ue, adottando conclusioni. Non negozia né adotta atti legislativi. La presidenza, però, ha un ruolo chiave proprio per definire le tempistiche e le tematiche più importanti delle riunioni, oltre a garantire l’integrità dell’Unione e la collaborazione tra le istituzioni.

Lo scetticismo nei confronti dell’Ungheria ha diverse radici. Orban si è scontrato spesso con Bruxelles su questioni relative allo stato di diritto e ai diritti umani. È anche l’unico leader dell’Ue che ha mantenuto legami con la Russia nonostante la sua invasione dell’Ucraina. Si è rifiutato di inviare armi a Kiev e ha ripetutamente criticato le sanzioni contro Mosca per la guerra.

L’anno scorso, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione non vincolante che sottolineava il “regresso” dell’Ungheria sui valori democratici nella quale emergeva proprio un certo scetticismo sulla credibilità della sua presidenza semestrale del Consiglio.

Orbàn è una minaccia per l’Ue?

La presidenza Ue dell’Ungheria è definita più di valore politico che di valenza legislativa. La riflessione è che, una volta che il nuovo presidente della Commissione europea avrà ricevuto il via libera dal Parlamento, spetterà ai Paesi presentare i loro commissari candidati, ognuno dei quali dovrà poi affrontare un interrogatorio e un voto nel Parlamento europeo.

Quando la nuova Commissione presenterà effettivamente delle proposte legislative da sottoporre all’attenzione dei Paesi membri, la presidenza ungherese sarà quasi terminata.

Tuttavia, questo non significa che non ci saranno colpi di scena o temi controversi. Tra le battaglie dell’Ungheria con Bruxelles, per esempio, Budapest sta cercando di sbloccare miliardi di euro di fondi Ue congelati per questioni come i diritti LGBTQ, il trattamento dei richiedenti asilo e gli appalti pubblici.

Orbán si è inoltre rifiutato di inviare armi a Kiev e ha chiesto un cessate il fuoco e negoziati di pace, affermando che stava “combattendo da solo per la pace” nell’Ue.

Il presidente ungherese ha anche applaudito la candidatura dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e organizzerà una riunione informale del Consiglio europeo a Budapest subito dopo le elezioni statunitensi di novembre.

In netto contrasto con le posizioni assunte dai suoi colleghi leader dell’Ue, il primo ministro ungherese non ha nascosto legami con il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping.

Un’operazione di rafforzamento delle relazioni con la Russia tramite l’Ungheria è una preoccupazione fondamentale per le altre capitali europee, stando a indiscrezioni raccolte da Politico.ue.

Orbán potrebbe anche cogliere l’occasione per moltiplicare gli sforzi in corso e unire la destra dopo le elezioni del Parlamento europeo, sebbene il suo partito Fidesz sia ancora politicamente senza una base da quando ha lasciato il gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE) nel 2021.

Nel breve termine, Bruxelles sarà in grado di limitare i danni. Ma nel caso di una rielezione di Trump e di una maggiore unificazione della destra in Europa, Orbán potrebbe essere in grado di aumentare la sua influenza e la sua leva all’interno del blocco, si sente dire tra i diplomatici europei.

Per questo, il presidente ungherese e il pensiero politico che rappresenta, possono tradursi in una minaccia all’integrazione Ue e alla lotta per i diritti e l’inclusione a livello comunitario.

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