Allarme siccità per la prossima estate. È veramente poca la neve che cade sulle Alpi e si rischia di avere pochissima acqua d’estate, Ecco i pericoli e come risparmiare da subito.
L’Italia rischia di trascorrere la prossima estate senza acqua a causa della poca neve che cade sulle Alpi e gli Appennini e le mancate precipitazioni di questo autunno che hanno aggravato la preesistente emergenza idrica per la penisola italiana.
È questo ciò che è emerso da un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano dal fisico climatologo del Cnr, Antonello Pasini, docente di fisica del clima all’università di Roma Tre, il quale ha recentemente pubblicato il libro L’equazione dei disastri che tratta dei cambiamenti climatici.
Le temperature miti e la mancanza di precipitazioni all’inizio di questo inverno non solo stanno compromettendo la stagione invernale di numerosi impianti sciistici, ma anche la salute delle montagne e dei ghiacciai, con gravi ripercussioni per la fornitura d’acqua e le coltivazioni, specialmente nel Nord Italia, in particolare nella pianura padana.
Con l’emergenza climatica che avanza e i deboli tentativi delle politiche internazionali, la popolazione dovrà sempre di più fare i conti con il caldo anomalo nei prossimi anni, rivedendo e modificando le proprie abitudini e politiche per il turismo. Secondo Pasini è il caso che il Governo cominci a risparmiare sull’acqua. Ecco quali sono i rischi che corrono i ghiacciai a causa del riscaldamento globale e come intervenire.
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Sarà un’estate senza acqua, allarme per la poca neve
Un’estate senza acqua. Non è certamente un quadro rassicurante quello che emerge dalle analisi condotte dal fisico climatologo del Cnr, Antonello Pasini. L’esperto ha spiegato che per quanto riguarda il rischio di siccità tutto dipenderà da come proseguirà questo inverno, stagione fondamentale per le risorse idriche che i cittadini consumano in estate. Se sugli Appennini non ci sono ghiacciai, sulle Alpi i ghiacciai e i nevai sono necessari per il bacino del Po, “anche di più rispetto alla pioggia”.
Per ora la situazione è poco promettente: purtroppo sempre più spesso la persistenza dell’anticiclone africano nel periodo invernale mette a rischio il nostro bilancio idrico. Rischiamo di soffrire un altro anno molto siccitoso come lo scorso.
Fenomeno che riguarderà anche i prossimi anni, al netto della variabilità del clima e, a differenza di quello che si può credere, gli improvvisi alluvioni non risolvono il problema della siccità, anzi. Le abbondanti e violente piogge che cadono su un terreno già secco - a causa dell’emergenza idrica di quest’anno - non vengono assorbite, restando in superficie, non penetrando il terreno.
E se c’è chi spera in nevicate tardive che potrebbero incrementare le risorse idriche, le ondate di freddo potrebbero causare danni alle coltivazioni. Basti pensare che a causa del caldo delle ultime settimane “in Calabria e in Campania sono fiorite le mimose e i peschi” e una nevicata tardiva potrebbe distruggere queste coltivazioni. Inoltre, come ha ricordato il climatologo, i ghiacciai diminuiranno rapidamente in volume e di superficie del 30% anche se si riuscisse a limitare l’aumento delle temperature a quelle attuali:
Purtroppo, siamo abituati a veder le cose secondo una dinamica umana, per la quale interventi sulle emissioni possono fermare il cambiamento del clima in corso. La dinamica naturale invece è più lenta: i ghiacciai alpini stanno ancora rispondendo lentamente al riscaldamento globale degli ultimi decenni e non sono in equilibrio con il clima attuale.
Sarà un’estate senza acqua: serve risparmiare da subito?
Per l’esperto è necessario intervenire strutturalmente e iniziare a risparmiare fin da subito sull’acqua.
Se è comprensibile che il Governo dia ristori agli impianti sciistici e altre attività che hanno luogo in montagna, è necessario che si adotti una strategia più strutturata. Da un lato i cittadini dovranno adattarsi a una neve che cadrà a quote sempre più elevate e - purtroppo - alla parziale perdita dei ghiacciai alpini, dall’altra è necessario risparmiare acqua, con interventi strutturali per:
- aggiustare gli acquedotti “colabrodo”;
- cambiare la tipologia di turismo invernale, dato che - secondo Pasini - non sarà più sostenibile sparare neve artificiale sotto i 1800 metri;
- mitigare soprattutto le emissioni di gas serra;
- dirigersi verso un sistema di produzione diverso.
Forse, oltre ai sussidi - più che legittimi - per chi gestisce impianti sciistici, il Governo piuttosto che accusare di vandalismo gli attivisti ambientali che hanno lanciato della vernice lavabile - e quindi si parla di danni non permanenti - sulle mura del Senato, dovrebbe ascoltare chi da anni ormai reclama a gran voce un intervento strutturale per ridurre i gas serra, ricordando che non esiste un Pianeta B e che il tempo per poter salvare l’unico Pianeta che abbiamo è veramente poco.
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