L’Ungheria non vuole l’Ucraina nell’Ue: l’ultima sfida di Orban a Bruxelles

Alessandro Cipolla

13 Novembre 2023 - 10:26

Il processo di adesione dell’Ucraina nell’Unione europea potrebbe sbloccarsi a dicembre ma l’Ungheria sarebbe pronta a mettere il veto: cosa ha in mente Viktor Orban?

L’Ungheria non vuole l’Ucraina nell’Ue: l’ultima sfida di Orban a Bruxelles

L’Ucraina non è in alcun modo pronta a negoziare”. Musica e parole di Viktor Orban che in una intervista all’emittente pubblica ungherese ha posto un macigno lungo la strada che porta all’ingresso di Kiev nella famiglia dell’Unione europea.

Lo scorso 8 novembre la Commissione europea ha reso noto un report dove è stato consigliato al Consiglio Ue l’avvio dei negoziati di adesione con Ucraina, Moldavia e Bosnia-Erzegovina, anche se questi tre Paesi dovranno realizzare delle riforme prima del disco verde formale e definitivo.

A metà dicembre quando si riunirà il Consiglio Ue ci potrebbe essere l’accelerata definitiva per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, con “l’inizio dei negoziati” che secondo Ursula von der Leyen dipenderà dalla “velocità del completamento delle riforme restanti che sono in corso nei Paesi candidati”.

Oltre a dover realizzare le riforme richieste - lotta alla corruzione, regole per il lobbismo e gestione delle minoranze linguistiche -, l’Ucraina però dovrà fare i conti anche sull’attuale ostracismo dell’Ungheria.

Viktor Orban inoltre non sarebbe il solo ad avere dubbi sui negoziati con Kiev: anche il primo ministro slovacco Robert Fico sembrerebbe essere contrario dopo aver definito l’Ucraina come uno dei Paesi più corrotti al mondo.

Ucraina nell’Ue: l’Ungheria metterà il veto?

I negoziati per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea prenderanno il via solo se il Consiglio si esprimerà a favore in maniera unanime; le titubanze di Ungheria e Slovacchia di conseguenza potrebbero essere un ostacolo di non poco conto.

La motivazione ufficiale dei dubbi di Viktor Orban e di Robert Fico riguarderebbe il livello di corruzione tra le istituzioni ucraine, tanto che Volodymyr Zelensky da quando è scoppiata la guerra più volte ha dovuto cacciare ministri e dirigenti accusati di aver incassato mazzette.

Inoltre sia Orban sia Fico sono due leader considerati come non completamente ostili nei confronti della Russia, ma dietro questi dubbi ci sarebbero anche motivazioni più strettamente economiche.

L’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea infatti andrebbe a dirottare verso Kiev buona parte dei fondi comunitari per l’agricoltura, una torta da 386 miliardi di euro da distribuire in sette anni; si tratterebbe di un’autentica mazzata per il blocco Visegrad - ma anche per l’Italia - con tutti gli altri Stati membri che andrebbero a incassare il 20% in meno rispetto alla loro quota attuale.

Infine c’è il braccio di ferro in atto da tempo tra Bruxelles e Budapest per i fondi europei congelati all’Ungheria per la violazione delle norme sullo Stato di diritto: Viktor Orban potrebbe utilizzare la questione Ungheria per ottenere lo sblocco di quasi 30 miliardi di euro al momento fermi.

In uno scenario del genere, l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue non sembrerebbe dipendere solo dalle riforme che saranno attuate da Kiev, ma la partita appare essere molto più complessa e serviranno complesse trattative a Bruxelles per la fumata bianca definitiva.

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