Ecco quali sono le regole sulla dichiarazione di successione e gli obblighi per l’unico erede secondo la legge.
Gli eredi sono tenuti a presentare la dichiarazione di successione entro 12 mesi dall’apertura della successione, che nella stragrande maggioranza dei casi coincide con il decesso. Si tratta di un adempimento di natura fiscale, necessario principalmente alla determinazione dell’imposta di successione e delle altre eventuali imposte legate al patrimonio ereditario.
Questo documento è anche indispensabile per procedere alla divisione ereditaria, consentendo a chi accetta l’eredità di formalizzare la proprietà su determinati beni, in luogo della quota generica attribuita dal testamento o dal Codice civile. Per questo motivo chi si ritrova erede unico spesso ritiene di non dover presentare la dichiarazione, ma molto spesso cade in errore. Ecco cosa prevede la legge.
L’unico erede deve fare la successione?
La dichiarazione di successione è un obbligo fiscale riguardante l’eredità, ma non configurante l’accettazione tacita, che ricade sugli eredi e sui chiamati all’eredità, fra gli altri soggetti. Il dovere ricade su tutti gli obbligati, ma non li lega l’uno con l’altro. Ognuno è responsabile per sé e può essere sanzionato in caso di dichiarazione omessa o tardiva. Anche il pagamento dell’imposta può essere richiesto singolarmente a ogni obbligato in solido, salvo la possibilità di agire in giudizio per ottenere un rimborso pro quota dagli altri.
Di pari passo, la presentazione della dichiarazione di successione da parte di un erede libera gli altri da questo dovere (ma non dal pagamento della tassa di successione). Di conseguenza, anche l’unico erede deve fare la successione, a meno che rispetti i requisiti per l’esonero. Quando l’erede universale è il coniuge o il figlio del defunto ci sono molte probabilità che la dichiarazione non sia obbligatoria, a patto che il patrimonio ereditario corrisponda alle condizioni di legge.
Quando non serve la successione
La dichiarazione di successione non è obbligatoria quando sussistono al contempo tutte queste condizioni:
- l’erede (o chiamato all’eredità) è il coniuge superstite o un parente in linea retta del defunto;
- l’eredità ha un valore non superiore a 100.000 euro;
- l’eredità non comprende beni immobili né diritti reali immobiliari (per esempio l’usufrutto).
Soltanto in questo caso nessuno è obbligato a fare la dichiarazione di successione.
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Qualcun altro ha presentato la dichiarazione
Come anticipato, se uno qualsiasi dei soggetti obbligati presenta la dichiarazione di successione l’adempimento è da ritenersi concluso, pertanto nessun altro può esservi chiamato, pur dovendo partecipare alla spesa per l’imposta di successione. Potrebbe apparire un’informazione superflua quando c’è un erede solo, ma non è affatto così, in quanto gli eredi non sono gli unici obbligati alla dichiarazione.
In particolare, l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione entro 12 mesi dalla morte ricade su:
- eredi e anche chiamati all’eredità;
- legatari:
- rappresentanti legali degli eredi o dei legatari;
- persone che sono temporaneamente in possesso dei beni del titolare di cui è stata dichiarata dal tribunale l’assenza o la morte presunta;
- amministratori dell’eredità;
- curatori dell’eredità giacente;
- esecutori testamentari;
- trustee.
È evidente che anche in presenza di un erede universale la dichiarazione potrebbe venir presentata da un altro soggetto, esonerando così l’erede dall’adempimento. Si ribadisce che resta l’obbligo di contribuire al pagamento dell’imposta di successione.
Come evitare la dichiarazione di successione
L’unico erede può liberarsi dell’adempimento fiscale soltanto in due modi:
- rinunciando espressamente all’eredità;
- chiedendo la nomina di un curatore dell’eredità.
Per scegliere una di queste soluzioni evitare la dichiarazione di successione non appare comunque come un obiettivo adeguato. La rinuncia comporta infatti l’esclusione dall’eredità, mentre la nomina del curatore viene eseguita quando i chiamati non accettano e non sono in possesso di beni ereditari. Entro 10 anni dall’apertura della successione è in entrambi i casi possibile accettare l’eredità, dovendo così presentare la dichiarazione di successione (o la sua integrazione) e provvedere alla relativa imposta.
Soltanto il defunto può effettivamente cercare di evitare agli eredi questo adempimento o perlomeno di contenere il valore dell’imposta di successione o di donazione.
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