Secondo diverse indiscrezioni la seconda banca d’Italia dovrebbe concedere un corposo premio economico in busta paga a 900 manager e ai dipendenti non esecutivi che lavorano in filiali e uffici.
Per centinaia di manager e dipendenti di Unicredit, ma anche per l’ad Andrea Orcel, potrebbe presto arrivare un corposo premio in busta paga. Se ne parla oramai insistentemente, anche se non c’è alcuna conferma ufficiale, con annessa polemica per le dimissioni dell’ex presidente del comitato remunerazioni della banca, Jayne-Anna Gadhia. La donna avrebbe diffuso informazioni riservate poco dopo che il board si era espresso sull’aumento di stipendio dell’amministratore delegato.
Un’operazione, questa dei premi in busta paga, che sta facendo discutere, sia per l’entità del guadagno economico, sia per l’opportunità di concederlo o meno a tutti i dipendenti. Questo dopo un 2022 dai conti record per quella che è la seconda banca d’Italia, con guadagni ingenti e remunerazioni molto alte per gli azionisti. Si tratta di risultati in linea con il trend positivo degli istituti bancari dello scorso anno, ma per alcuni aspetti superiore ai competitor.
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I risultati finanziari di Unicredit nel 2022
Nel 2022 Unicredit è andata oltre le aspettative di profitto, registrando un utile di 6,5 miliardi di euro e un aumento del rendimento per gli azionisti del 40%. La banca ha tagliato i suoi costi totali del 2%, soprattutto licenziando persone considerate in “posizioni non strategiche” e concentrandosi maggiormente su prodotti più redditizi e attività a basso capitale. Il tutto nonostante i milioni di euro persi con l’uscita dal mercato russo.
Quanto vale il bonus in busta paga per dipendenti e dirigenti
Dopo questi risultati, quindi, la banca vuole concedere i premi in busta paga, anche perché nel piano strategico valido fino al 2024 ha accantonato circa 100 milioni per ridurre il divario retributivo.
Si parla di un 20% di payout in più per i dipendenti non esecutivi che lavorano in filiali e uffici e un premio sempre del 20% per 900 dirigenti di primo livello con responsabilità di rischio. Negli ultimi due anni la busta paga dei dipendenti non esecutivi è cresciuta di circa il 12% e quasi del 20% in Europa centrale e dell’Est.
Il primo marzo la banca pubblicherà la sua politica di remunerazione e nel documento ci potrebbe essere scritto nero su bianco l’aumento di stipendio di Orcel, dagli attuali 7,5 milioni di euro a oltre 10. Si parla infatti di un incremento che oscilla tra il 20% e il 40%.
In questo modo rafforzerebbe la sua posizione di banchiere più pagato d’Italia. Il numero uno della prima banca del Paese, Carlo Messina, di Intesa Sanpaolo, guadagna 6,1 milioni all’anno ed è al secondo posto.
Le polemiche per la fuga di notizie
Ufficialmente Gadhia ha lasciato dopo essere stata nominata a fine gennaio presidente di Moneyfarm, tuttavia per il Financial Times sarebbe stata costretta all’addio dopo aver diffuso le informazioni sull’aumento di stipendio di Orcel. La banca ha reso noto che “il cda era preoccupato da una serie di fuga di notizie che danneggiavano la banca e il duro lavoro dei suoi dipendenti”.
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Quindi il cda avrebbe condotto un audit interno approfondito, che però non ha condotto a risultati. Il board infine si è detto “molto chiaro su suoi doveri e obblighi fiduciari e ha intrapreso azioni chiare e rafforzato ulteriormente le sue già solide politiche per garantire la corretta gestione delle informazioni riservate”.
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