Università, tagli ai fondi per 500 milioni di euro: ecco cosa sta succedendo

Teresa Maddonni

18 Luglio 2024 - 20:30

I rettori denunciano il taglio di oltre 500 milioni di euro al Fondo di Finanziamento Ordinario per le università statali contenuto in un decreto ministeriale ed è scontro con il Mur. Cosa succede.

Università, tagli ai fondi per 500 milioni di euro: ecco cosa sta succedendo

Oltre 500 milioni di euro in meno alle università italiane nel 2024, un taglio contenuto nella bozza del decreto ministeriale per il Fondo di Finanziamento Ordinario (Ffo) denunciato dalla Conferenza dei rettori (Crui) e che fa scoppiare la polemica con il Mur di Anna Maria Bernini.

Per la precisione si tratterebbe di un taglio di 513.264.188 euro che secondo i rettori non permetterebbe neanche di coprire i costi del personale. Una fase discendente tragica che però non è percepita come tale dalla titolare del ministero dell’Università e della Ricerca che parla di toni allarmistici da parte dei rettori e cifre infondate.

Intanto, come riporta La Presse, la ministra del governo Meloni in quota Forza Italia non si sarebbe presentata all’incontro previsto per oggi con Crui sulla questione.

Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo tra i rettori e il Mur circa il taglio da oltre 500 milioni di euro alle università italiane già denunciato da tempo dai sindacati.

Università, tagli ai fondi per 500 milioni di euro: la denuncia dei rettori

Secondo i rettori il taglio dei fondi per oltre 500 milioni di euro nella bozza del decreto per l’Ffo 2024 metterebbe a rischio la stabilità di molte università italiane.

Come riporta La Presse, i rettori italiani ricordano che vi è stato un aumento delle risorse destinate al sistema universitario tra il 2019 e il 2023 (da 7,5 miliardi di euro a 9,2 miliardi) con un cambiamento anche della stessa struttura del Fondo con “un costante aumento della quota premiale legata alla qualità delle politiche di reclutamento e dei risultati della ricerca e un significativo incremento della quota vincolata, prevalentemente all’assunzione di nuovo personale”.

Le università italiane di conseguenza, stando sempre alla Crui, avrebbero avviato politiche di reclutamento del personale investendo nel corpo docente e nei ricercatori. Secondo la Crui tuttavia, il decreto ministeriale in bozza prevederebbe che “lo stanziamento complessivo verrebbe diminuito, rispetto all’anno precedente, di un ammontare pari a circa 173 milioni di euro con una generalizzata riduzione di tutte le componenti principali del Ffo rispetto al 2023 e, in alcuni casi, una riduzione addirittura rispetto al 2022” a cui si aggiungono 300 milioni del piano straordinario.

Per i rettori, considerata anche l’inflazione, i tagli rendono insostenibile la copertura dell’impegno di spesa preso e gli stessi auspicano l’avvio di un confronto con il ministero.

Intanto già i sindacati, e in particolare la Flc Cgil come riportato in un recente comunicato, ha da tempo parlato dei tagli al fondo per le università della stessa cifra richiamata dai rettori.

Scrive il sindacato che “il Ffo 2024 segna un cambio di passo grave e profondo per l’università italiana. Si chiude in modo netto e deciso la stagione del recupero di risorse che abbiamo conosciuto dal 2016, che già mostrava faglie e preoccupazioni negli ultimi due anni. Si apre una nuova fase di tagli e contrazioni che rischia di debilitare e scomporre il sistema universitario italiano.”

Università, tagli ai fondi per 500 milioni di euro: la risposta del Mur

E con la denuncia dei tagli alle università è arrivata la risposta del Mur che ritiene l’allarme infondato e a replicare è la stessa ministra:

A pochi minuti dall’inizio di un incontro in Conferenza dei rettori-Crui programmato da tempo vengono diramate cifre infondate e allarmistiche su presunti tagli agli atenei. A un confronto di merito con il ministro e il suo staff a documento per il Finanziamento ordinario-Ffo ancora aperto, viene preferita la strada del pregiudizio e della polemica pubblica del tutto pretestuosa. È un comportamento inaccettabile e che preclude, su tali premesse, qualsiasi ipotesi di confronto.

E aggiunge:

Dettaglierò voce per voce i finanziamenti già erogati e quelli programmati destinati agli atenei per una doverosa operazione trasparenza. Quello che ha di fronte il sistema, quindi, non è un tema di scarsità di risorse, ma della loro gestione ottimale. Una questione di capacità gestionale di cui i rettori sono i primi responsabili e di cui dovrebbero rendere conto.

Stando a quanto riportato dall’agenzia, però, la ministra non si sarebbe recata all’incontro previsto segno che i toni non sono affatto distesi. Il ministero parla di stabilizzazione del fondo e non di tagli, mentre i rettori e i sindacati con un’approfondita analisi riportano il contrario e si mostrano preoccupati. Maggiori dettagli sul futuro del fondo e delle università potrebbero aversi nelle prossime settimane con un’auspicabile discussione della bozza del decreto.

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