La guerra fredda Usa-Cina peggiorerà nel 2024? I rischi di una escalation politica ed economica esistono e sono almeno 3. Quali motivi possono inasprire la tensione tra le due potenze?
Se l’espressione guerra fredda ha ancora un senso nel 2024 il “merito” è della rivalità Usa-Cina.
Il 2023 si è chiuso con una distensione precaria e poco convincente tra le due potenze in conflitto su tutto, dal dominio tecnologico all’influenza commerciale. Nel dettaglio, la crisi per i palloni spia, la lotta sui semiconduttori, l’estensione di dazi e limiti al commercio di terre rare e di componenti per chip, l’intensificarsi della tensione militare hanno reso Pechino e Washington protagoniste della politica internazionale.
L’anno appena iniziato potrebbe assistere a un peggioramento delle relazioni già fortemente compromesse, in un contesto mondiale in bilico tra guerre in corso e sfide economiche urgenti. Secondo diverse analisi, infatti, dalle elezioni presidenziali a Taiwan e negli Stati Uniti alle continue conflittualità commerciali tra Stati Uniti e Cina, Biden e Xi hanno un compito molto complesso: evitare una guerra aperta tra le due potenze. I rischi che qualcosa vada storto nel 2024 sono almeno 3.
1. Taiwan
Le elezioni presidenziali e legislative di Taiwan del 13 gennaio sono il primo motivo di massima allerta per le relazioni Usa-Cina e per la stabilità del mondo. Il modo in cui Pechino reagirà potrebbe determinare se il rapporto tra le maggiori economie globali si ricaricherà di reciproco sospetto.
Il vicepresidente Lai Ching-te e il suo vice Hsiao Bi-khim del Partito Democratico Progressista al potere sono in testa nei sondaggi. La Cina li teme.
Le elezioni sull’isola, che il dragone considera il proprio territorio, hanno più volte innescato tensioni, in particolare nel 1996, quando le esercitazioni militari cinesi e i test missilistici prima del voto hanno spinto gli Stati Uniti a inviare una task force di portaerei nell’area.
Questa volta Pechino ha nuovamente aumentato la pressione militare e politica, inquadrando le elezioni come una scelta tra “pace e guerra”, definendo il partito al potere un pericoloso separatista ed esortando i taiwanesi a fare la “scelta giusta”.
Secondo alcune indiscrezioni, Xi, sperando di evitare il conflitto, modererà la risposta militare della Cina se Lai vincerà. Tuttavia, Taiwan rimane in massima allerta per le potenziali reazioni cinesi, sia militari che politiche, in vista delle elezioni.
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2. Trump alla Casa Bianca
Le elezioni presidenziali americane del 2024 potrebbero essere ancora più incisive sul rapporto tra Usa e Cina. Salvo sorprese dell’ultimo minuto, il voto dovrebbe ripresentare lo scontro tra Biden e l’ex presidente Donald Trump.
La retorica sulla Cina non mancherà nei discorsi elettorali di entrambe le parti, ma secondo gli analisti Xi si concentrerà maggiormente su una specifica domanda: Trump tornerà in carica?
Le tese relazioni tra Stati Uniti e Cina durante il mandato dell’ex presidente Barack Obama hanno lasciato il posto a una guerra commerciale totale sotto il suo successore, alle accuse sull’origine del Covid-19 e a nuove tensioni sullo status di Taiwan.
Da un certo punto di vista, il ritorno di Trump potrebbe rappresentare un vantaggio geopolitico per la Cina stando a una analisi su Reuters. Biden ha abilmente aumentato la pressione su Pechino, mantenendo le tariffe dell’era Trump, aggiungendo nuovi controlli sulle esportazioni e rafforzando le alleanze statunitensi.
Se l’istinto isolazionista di Trump significasse un ritiro degli Stati Uniti dalle alleanze, ciò potrebbe essere nell’interesse dei governanti cinesi, che si sentono circondati dal potere americano.
Tuttavia, per quanto scontenti di Biden, i politici cinesi vedono in lui un leader che agisce in un quadro istituzionale, riuscendo a mantenere la relazione semi-funzionale Usa-Cina. Trump, invece, significa imprevedibilità.
“Quando i cinesi pensano alle elezioni del prossimo anno, il ritorno di Trump sarebbe il loro peggior incubo”, ha commentato Yun Sun, direttore dello Stimson Center di Washington.
3. Guerra dei chip
I controlli sulle esportazioni statunitensi volti a tenere i semiconduttori più avanzati fuori dalle mani della Cina probabilmente non faranno altro che intensificarsi il prossimo anno.
Lo scorso ottobre, gli Usa hanno inasprito le restrizioni esistenti, bloccando ulteriori chip di fascia alta. E un altro aggiornamento è probabile nel 2024: il ministro del Commercio statunitense Gina Raimondo ha detto di aspettarsene uno “almeno una volta all’anno”.
Anche se si discute su quanto davvero i controlli sulle esportazioni abbiano impedito a questa tecnologia di raggiungere la Cina, Pechino ha faticato a respingere queste misure, soprattutto perché le ritorsioni contro le imprese statunitensi potrebbero allontanare il capitale straniero di cui il dragone ha bisogno con il rallentamento della crescita economica.
Una delle leve di Pechino è la sua posizione dominante come fornitore di terre rare necessarie per la produzione di chip. A luglio, per esempio, la Cina ha reso note le restrizioni sulle esportazioni di alcuni prodotti di gallio e germanio.
La tensione generata dalla politica statunitense non potrà che aumentare man mano che le autorità Usa reprimeranno le violazioni delle nuove regole. L’amministrazione Biden ha lanciato una task force nel 2023 per contrastare i tentativi di acquisire illegalmente tecnologia sensibile statunitense.
Sono in corso indagini su presunte violazioni che coinvolgono le esportazioni di tecnologia in Cina e “prevediamo che questi sforzi porteranno a significative azioni di controllo delle esportazioni nel 2024”, ha detto l’assistente segretario al commercio per l’applicazione delle esportazioni Matthew S. Axelrod in una dichiarazione a Reuters.
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