USA contro gasdotto Nord Stream 2: è guerra energetica in Europa? I dettagli sulle sanzioni firmate da Trump
Gli USA contro il gasdotto Nord Stream 2: questa è la novità dell’ultima ora della politica agguerrita di Donald Trump. Le sanzioni approvate e appena firmate dal presidente statunitense aprono un potenziale nuovo fronte: la guerra energetica in Europa.
Se, quindi, le acque della battaglia dei dazi contro la Cina sembrano essersi placate, gli Stati Uniti sono tornati all’attacco in difesa dei propri interessi nazionali con una decisione che avrà certamente delle conseguenze economiche.
Questa volta i protagonisti sono Russia, Unione Europea, Germania. La vicenda coinvolge lo strategico mercato del gas naturale, risorsa da sempre veicolo di potenza e controllo geopolitico.
La posizione degli USA contro il gasdotto Nord Stream 2 rischia di innescare nuove tensioni in un’area geografica rilevante per gli equilibri di potere: quella russa ed europea.
USA contro gasdotto Nord Stream 2: Trump ordina sanzioni. I dettagli
Il Presidente Donald Trump ha firmato una legge che imporrà sanzioni a qualsiasi azienda supporti la società di gas statale russa, Gazprom, nel progetto - ormai alla fine - del gasdotto nell’Unione europea Nord Stream 2.
Nello specifico, la decisione USA mira a colpire un’impresa considerata strategica innanzitutto per la Germania e in generale per le rotte energetiche europee. Il passaggio del gas sottomarino tramite questo progetto consentirà alla Russia di aumentare le esportazioni di gas verso la nazione tedesca.
L’opera vale 11 miliardi di dollari e farà crescere la quota di energia che passa sotto il Mar Baltico di circa 55 miliardi di metri cubi l’anno. La Germania, in cerca di diversificazione nell’approvvigionamento della materia prima, ha investito pesantemente nell’opera.
Il gasdotto ha suscitato diverse polemiche all’interno dei Paesi dell’Europa dell’Est. Il passaggio sottomarino, infatti, lascia completamente fuori dal business Stati come Polonia, Estonia, Lituania. Oltre a bypassare l’Ucraina, in posizione contraria al gasdotto.
L’obiettivo russo è proprio quello di accrescere la sua posizione nel settore, senza dover coinvolgere altre nazioni nella divisione dei guadagni (per il passaggio). La Russia è stata il principale fornitore di gas naturale dell’UE sia nel 2018 che nel 2019 secondo Eurostat. Nel 2018, poco più del 40% delle importazioni UE di gas naturale proveniva dalla Russia, seguita dalla Norvegia (circa il 35%).
Sarà guerra energetica?
In questo contesto sono entrati in scena gli Stati Uniti. La posizione egemonica che Putin potrebbe guadagnare ha messo in allarme Trump, desideroso di accrescere le sue quote di esportazione di gas liquefatto in Europa.
Il Presidente USA ha lanciato un allarme alla Germania, affermando che questa dipendenza con la Russia potrebbe portare gravi conseguenze alla sicurezza interna.
Berlino e le istituzioni dell’Unione Europea hanno respinto in modo irritato l’ingerenza USA. Intanto, la legge sulle sanzioni USA contro il Nord Stream 2 ha già bloccato i lavori dell’azienda elvetica-olandese Allseas coinvolta nel progetto. La paura di ritorsioni potrebbe rallentare la fine del gasdotto, ormai al 90% del completamento.
E, soprattutto, scatenare una guerra energetica con la Russia. Trump sembra intenzionato a continuare la sua politica di protezione aggressiva degli interessi nazionali. La posizione USA contro il gasdotto Nord Stream 2, infatti, sembra essere l’ennesima provocazione in ambito economico-commerciale.
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