Aria di terza guerra mondiale nel Mar Rosso: Stati Uniti e Regno Unito hanno attaccato obiettivi terresti dei ribelli Houthi nello Yemen, cosa faranno ora Iran ed Hezbollah?
Siamo all’alba di una terza guerra mondiale? Le ultime notizie che arrivano dal Mar Rosso non sembrerebbero promettere nulla di buono: dopo che i ribelli Houthi non hanno stoppato le loro azioni nei confronti di navi commerciali dirette verso il canale di Suez, nella notte Stati Uniti e Regno Unito hanno attaccato una dozzina di obiettivi terresti nello Yemen usando aerei da combattimento e missili Tomahawk, lanciati anche via mare utilizzando il sottomarino Uss Florida.
“Oggi su mio ordine - ha dichiarato Joe Biden in una nota - le forze militari statunitensi, insieme al Regno Unito e con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto con successo attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d’acqua più vitali del mondo”.
Secondo la Casa Bianca l’attacco sarebbe stato ordinato al fine di indebolire la capacità degli Houthi di attaccare le navi nel Mar Rosso, con i missili che avrebbero colpito sistemi radar, depositi e siti di lancio di droni, missili balistici e missili da crociera.
Ma perché allora adesso si parla del rischio di una terza guerra mondiale? Gli Houthi sono alleati di ferro di Iran, Hezbollah e Hamas, tanto da aver iniziato ad attaccare le navi commerciali dirette verso Israele dopo l’inizio dell’operazione israeliana nella striscia di Gaza in risposta all’attacco dei miliziani palestinesi del 7 ottobre.
La tensione di conseguenza è altissima in tutto il Medio Oriente: la sensazione è che potrebbe bastare un nulla per dare vita a una drammatica terza guerra mondiale, con la Russia che dopo l’attacco nello Yemen ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che poi è stata convocata per questo pomeriggio.
Yemen: si rischia una terza guerra mondiale?
I rischi di una terza guerra mondiale sono tangibili soprattutto guardando le reazioni in Medio Oriente dopo l’attacco Usa-Gb nello Yemen. La Russia vuole discutere della vicenda in sede Onu - del resto Mosca è ben impegnata nel conflitto in Ucraina -, ma ha parlato di un’azione che porta verso “un’escalation” che ha degli “obiettivi distruttivi”.
“Questa aggressione indica la decisione di espandere l’area del conflitto al di fuori della Striscia - ha dichiarato ai media un esponente di Hamas -. Questo avrà delle conseguenze”. Preoccupata per la tensione crescente è anche l’Arabia Saudita, Paese che da anni è in guerra con i ribelli Houthi.
Per bocca del portavoce del ministero degli Esteri Nasser Kanani, l’Iran ha fermamente “condannato gli attacchi di Usa e Gran Bretagna contro varie città in Yemen, ritenendoli un’azione arbitraria, una chiara violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dello Yemen e una violazione del diritto e dei regolamenti internazionali”.
Insomma lo scenario è questo: da quasi due anni la Russia è impantanata in una guerra in Ucraina dove la Nato è impegnata a sostenere in ogni modo Kiev, da oltre tre mesi Israele ha invaso la striscia di Gaza dopo essere stata duramente attaccata da Hamas e ha ripreso a scontrarsi con Hezbollah lungo il confine con il Libano, con l’ultimo tassello che adesso è stato l’attacco di Stati Uniti e Regno Unito nello Yemen in risposta alle azioni “piratesche” dei ribelli Houthi nel Mar Rosso.
Queste tre situazioni continueranno a essere separate oppure degenereranno in una terza guerra mondiale? Il sentore purtroppo è che i rapporti tra l’Occidente e il blocco sino-russo siano arrivati a un punto di non ritorno, ma per fortuna le varie super potenze sarebbero ancora convinte della necessità di evitare a ogni costo uno scontro diretto tra di loro.
Le elezioni che si terranno domani 13 gennaio a Taiwan saranno così importantissime per capire quale possa essere il destino del mondo: se il 2023 è stato l’anno delle guerre, questo 2024 purtroppo non sembrerebbe essere iniziato sotto i migliori auspici.
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