Otto americani su 10 disapprovano il lavoro svolto dal Congresso politicamente diviso, e quasi sei su 10 disapprovano il lavoro del presidente Joe Biden.
Il Partito Repubblicano ha compiuto un record, ma non da andarne orgoglioso. Anzi, questo record equivale ad un tentativo di suicidio politico. O, per usare l’immagine scelta dal Wall Street Journal, “il GOP si è tagliato la testa”. Non era mai successo nella storia americana, infatti, che lo Speaker della Camera venisse cacciato con un voto di maggioranza dei deputati, ed il perché non sia mai successo prima è banale.
Lo Speaker è il titolare di una posizione istituzionale fondamentale, il capo della House (Camera) dei Representative (deputati). Entra in carica ad ogni rinnovo del Congresso, che avviene ogni due anni: nel gennaio di quest’anno, dopo il voto di medio termine del novembre del 2022 che aveva dato una risicata maggioranza ai repubblicani scalzando la democratica Nancy Pelosi, Kevin McCarthy, repubblicano del Texas ed ex leader della minoranza repubblicana, aveva ottenuto la carica di Speaker con i soli voti del suo partito, e neppure tutti. C’erano volute 15 elezioni della Camera per dargli la maggioranza assoluta, anche questo un record premonitore: tutti i democratici avevano sempre votato contro McCarthy, come di norma e di logica politica, mentre i repubblicani avevano una fronda interna di deputati radicali trumpiani ultrà, guidati da Matt Gaetz, che non lo volevano sostenere e tennero duro per settimane. Alla fine, in cambio del loro voto, Gaetz e la sua fazione estremista strapparono a McCarthy una modifica del regolamento interno della Camera, secondo la quale sarebbe bastato un solo deputato per introdurre una mozione per sfiduciarlo con il 51% dei voti. C’era anche stato, durante lo stallo del voto in gennaio, un intervento (tardivo) di Trump a favore della elezione a Speaker di McCarthy, che era peraltro sempre stato un suo alleato quando Trump era presidente.
Comunque, quanto è avvenuto la settimana scorsa sancisce una spaccatura non conciliabile nel GOP attuale, anche basata su motivi personali, e a goderne sono i democratici: Gaetz, con la sua sola firma, ha depositato la richiesta del voto plenario della Camera per cacciare il suo compagno di partito dal posto di Speaker, sostenendo che non aveva fatto passare le misure necessarie per tagliare il debito pubblico da 33 trilioni di dollari (richiesta assurda visto che i Democratici controllano il Senato e la Casa Bianca). E accusandolo, inoltre, di aver trovato un accordo di compromesso con i democratici e con Biden, per non arrivare all’immediato shutdown del governo, rinviandolo almeno fino a novembre. Quale sia la strategia di Gaetz non si sa, oltre a quella di farsi una nomea da “duro” in attesa di correre da governatore della Florida nel 2026, quando DeSantis finirà il secondo mandato e non potrà ripresentarsi. [...]
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