Il segretario di Stato statunitense nel corso della sua visita a Roma ha ribadito la netta contrarietà dell’amministrazione statunitense ad intese con Pechino, in special modo per quanto riguarda il 5G.
Quello di Pechino è un approccio predatorio, l’Italia deve stare attenta. Toni particolarmente duri quelli utilizzati dal segretario di stato statunitense dopo l’incontro con il ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio.
“Ho sollecitato i miei amici italiani ad osservare attentamente come la Cina sta usando il suo potere economico per diffondere l’influenza politica e minare le sovranità nazionali", ha detto Mike Pompeo ai giornalisti dopo il meeting.
La visita di Pompeo si inserisce all’interno della Guerra commerciale sulle due sponde dell’Atlantico: a causa degli aiuti ad Airbus, Wasghington è stata autorizzata dal WTO ad adottare dazi per 7,5 miliardi sulle importazioni dall’Ue (Airbus: da WTO via libera a sanzioni Usa su merci Ue. Bruxelles: pronti a rispondere). Anche se il nostro Paese non fa parte del consorzio europeo dell’aviazione, è nel gruppo di quelli che potrebbero pagare le conseguenze più dure di simili misure.
Stati Uniti già polemici dopo adesione a BRI
Le dichiarazioni di Pompeo si incastrano nelle polemiche che qualche mese fa hanno accompagnato la decisione italiana di appoggiare la discussa “Nuova Via della Seta” (Nuova Via della Seta: governo italiano si schiera con Pechino).
In quell’occasione Garrett Marquis, portavoce del Consiglio Nazionale di Sicurezza della Casa Bianca, aveva valutato la “Belt and Road Initiative” (BRI) “un’iniziativa realizzata in un’ottica ‘fatto dalla Cina, per la Cina’ “.
“Siamo scettici sulla possibilità che l’appoggio del governo possa portare benefici sostenibili al popolo italiano e, nel lungo periodo, potrebbe danneggiare la reputazione globale del Paese”.
Firmata nella precedente esperienza di governo, l’intesa Italia-Cina è stata la prima di questo genere da parte di un Paese membro del G7.
Pompeo in Italia: 5G in primo piano
Quello adottato dalla Cina, ha detto Pompeo, è un “approccio predatorio a somma zero su scambi e investimenti e ciò che questo potrebbe significare per Europa, Africa e per il mondo in generale".
Pechino rappresenta “una minaccia comune”.
Ovviamente al centro delle discussioni c’è il comparto delle telecomunicazioni, e in particolare il nuovo standard del 5G. Con le cinesi Huawei e Zte in prima fila nelle forniture per l’implementazione del nuovo standard, gli Stati Uniti sono fortemente preoccupati per il fatto che dati sensibili potrebbero finire in mani cinesi.
Pompeo in Italia: la risposta di Di Maio
In questo senso Di Maio ha provato a rassicurare Pompeo, ricordando il varo dei “poteri speciali” del Golden Power sul 5G. “Siamo alleati degli Usa e condividiamo le preoccupazioni su determinate infrastrutture strategiche come il 5G”, ha detto il rappresentante pentastellato.
“Non abbiamo nessuna intenzione di partecipare ad accordi commerciali che possano ledere la nostra sovranità”.
“La nuova normativa in Italia ci rende tra i più avanzati sulla sicurezza in Europa”.
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