Usa declassati da Fitch: perché l’agenzia di rating ha peggiorato il suo giudizio sulla potenza americana? Cosa aspettarsi e quanto davvero gli Stati Uniti sono a rischio crisi.
Tegola sugli Usa: Fitch ha declassato il rating della potenza economica più importante del mondo.
Nello specifico, Fitch Ratings ha tagliato il rating del debito degli Stati Uniti da tripla A a doppia A plus, citando il peggioramento delle condizioni fiscali e della governance, due mesi dopo che la politica del rischio calcolato ha portato la più grande economia del mondo sull’orlo di un default sovrano.
Martedì l’agenzia di rating ha affermato che il suo declassamento riflette “il deterioramento fiscale previsto nei prossimi tre anni e un onere del debito pubblico elevato e in crescita”. Fitch ha anche notato una erosione della governance negli ultimi due decenni che si è manifestata in ripetute situazioni di stallo sui limiti del debito e risoluzioni dell’ultimo minuto.
Con il downgrade, l’agenzia diventa la seconda dopo Standard & Poor’s a togliere agli Stati Uniti il rating tripla A. La mossa di Fitch è arrivata due mesi dopo che il presidente democratico Joe Biden e la Camera dei rappresentanti controllata dai repubblicani hanno raggiunto un accordo sul tetto del debito che ha alzato il limite di prestito del governo di 31,4 trilioni di dollari.
Tuttavia, la fiducia generale negli Usa è compromessa secondo gli strateghi: gli Stati Uniti sono davvero in crisi? Cosa aspettarsi secondo gli analisti.
Usa: la crisi sta arrivando? Perché Fitch ha declassato il credito
C’è tensione negli Usa. Fitch è infatti una delle tre principali agenzie di rating le cui opinioni sono seguite da vicino dai partecipanti al mercato e dagli economisti di tutto il mondo. Moody’s mantiene ancora un rating tripla A sugli Stati Uniti, mentre S&P lo ha ridotto a doppio A plus nel 2011 dopo una precedente resa dei conti sul tetto del debito.
I mercati dei buoni del Tesoro Usa e dell’indice del dollaro, che misura la valuta statunitense rispetto a un paniere di altre sei valute, sono stati poco toccati dalle notizie. Il mercato azionario statunitense aveva chiuso prima che Fitch annunciasse il downgrade. L’Asia è però crollata in un sentiment generale diventato ancora più incerto.
Janet Yellen, segretario al Tesoro degli Stati Uniti, ha dichiarato di essere fortemente in disaccordo con Fitch, definendo il cambio di rating “arbitrario e basato su dati obsoleti”.
Tuttavia, segnali di allarme per la potenza economica mondiale ci sono. Fitch ha citato tra i motivi di preoccupazione il crescente onere del debito degli Stati Uniti. L’agenzia prevede che il disavanzo delle amministrazioni pubbliche salirà al 6,3% del prodotto interno lordo nel 2023, rispetto al 3,7% nel 2022, “riflettendo entrate federali ciclicamente più deboli, nuove iniziative di spesa e un onere per interessi più elevato”.
La crescita negli Stati Uniti sarà ostacolata, ha affermato Fitch, da una recessione prevista per il quarto trimestre del 2023 e il primo trimestre del 2024.
Gli analisti ricordano che quando S&P ha tagliato il rating del governo degli Stati Uniti nel 2011, ha alimentato le preoccupazioni per l’economia statunitense in un momento in cui l’Europa era nel bel mezzo di una crisi del debito sovrano.
Questa volta, i mercati finanziari sono preoccupati per l’economia statunitense, ma l’attenzione è rivolta al ciclo di rialzi dei tassi d’interesse più aggressivo degli ultimi decenni da parte della Federal Reserve per sedare l’inflazione. In tal senso, è probabile che ciò che fa la Fed abbia un impatto molto maggiore sui tassi di interesse statunitensi rispetto al taglio del rating di Fitch.
In generale, però, resta la frustrazione Usa nel vedersi declassare il credito in un momento così complesso a livello globale. Il rating AA+ è, infatti, di un livello inferiore ad AAA, il che significa che gli Stati Uniti non hanno più quella che Fitch definisce la “massima qualità creditizia”.
Mentre Fitch afferma che i rating AA denotano aspettative di un rischio di insolvenza molto basso, si tratta di un passo indietro rispetto all’aspettativa più bassa di rischio di insolvenza per i mutuatari AAA. Allo stesso modo, il punteggio massimo viene assegnato solo in caso di “eccezionale forte capacità” di far fronte agli impegni finanziari, mentre i punteggi di credito di livello AA indicano una “capacità molto forte”.
Usa in declino? Cosa aspettarsi
L’economista Lawrence Summers, segretario al Tesoro dell’amministrazione Clinton, ha criticato l’annuncio:
“Gli Stati Uniti devono affrontare serie sfide fiscali a lungo termine. Ma la decisione di un’agenzia di rating del credito oggi, mentre l’economia sembra più forte del previsto, di declassare gli Stati Uniti è bizzarra e inetta.”
Come riportato da Reuters, gli analisti hanno affermato che la mossa mostra la profondità del danno causato agli Stati Uniti da ripetuti round di controversi dibattiti sul tetto del debito, che hanno spinto la nazione sull’orlo del default a maggio.
“Questo fondamentalmente ti dice che la spesa del governo degli Stati Uniti è un problema”, ha affermato Steven Ricchiuto, capo economista statunitense presso Mizuho Securities USA.
Michael Schulman, chief investment officer di Running Point Capital Advisors, ha sottolineato che “gli Stati Uniti nel complesso saranno visti come forti, ma penso che sia una piccola falla nella nostra armatura. È un’ammaccatura contro la reputazione e la posizione degli Usa”.
Altri hanno espresso sorpresa per la tempistica, anche se Fitch aveva segnalato la possibilità.
“Non capisco come loro (Fitch) abbiano informazioni peggiori ora rispetto a prima che la crisi del tetto del debito fosse risolta”, ha dichiarato Wendy Edelberg, direttrice del progetto Hamilton presso la Brookings Institution di Washington DC.
Tuttavia, gli investitori hanno visto un impatto limitato a lungo termine.
“Non credo che vedrai troppi investitori, specialmente quelli con una strategia di investimento a lungo termine che dicono che dovrei vendere azioni perché Fitch ci ha portato da AAA a AA+”, ha dichiarato Jason Ware, chief investment officer di Albion Financial Group.
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