Livello minore dal 1969 per il tasso di disoccupazione a stelle e strisce. È quanto è emerso dai dati relativi il mercato del lavoro di settembre. Sotto le stime il saldo delle buste paga e crescita delle retribuzioni in rallentamento.
A settembre, come abbiamo rilevato qui (Stati Uniti: payrolls sotto le stime, tasso disoccupazione scende ancora), il saldo delle buste paga nei settori non agricoli (non-farm payrolls) si è attestato a 136 mila unità.
Come si può vedere sul nostro Calendario Economico, gli analisti avevano stimato un rialzo più consistente e pari a 145 mila unità.
Nonostante per il dato si tratti del livello minore degli ultimi quattro mesi, le indicazioni relative luglio e agosto sono state riviste al rialzo di 45 mila unità. Nel complesso, da inizio anno le buste paga hanno fatto segnare un incremento mensile medio di 161 mila unità, contro le 223 mila del 2018.
Stati Uniti: a trainare è il terziario
Con il settore manifatturiero che ha fatto registrare un calo di 2 mila unità, gran parte della crescita delle nuove buste paga è riconducibile al settore dei servizi, ed in particolare alla divisione “educazione e servizi healthcare”, che ha registrato un incremento di 40 mila unità.
La forza lavoro nel comparto retail è cresciuta di 11 mila unità e le buste paga sono salite di 22 mila unità nella pubblica amministrazione con la componente assunta (temporaneamente) in vista del Censimento 2020 che ha fatto registrare una crescita di mille unità. In quest’ultimo caso le assunzioni erano viste a 15 mila unità (si tratta di un elemento destinato a spingere i prossimi report).
Stati Uniti: tasso di disoccupazione ai minimi da mezzo secolo
Minimo da 50 anni per il tasso di disoccupazione che, sceso il mese corso dal 3,7 al 3,5 per cento, ha stupito gli analisti, orientati per la conferma del dato di agosto.
La forza del mercato del lavoro è evidente anche dalla contrazione registrata dall’aggregato U-6 (che al tasso “classico” aggiunge i lavori scoraggiati, marginali e chi lavora a tempo parziale ma vorrebbe essere impiegato full-time), passato dal 7,2 al 6,9 per cento.
L’altro lato della medaglia è rappresentato dalle indicazioni in arrivo dalle retribuzioni, il cui tasso di crescita annuo è passato dal 3,2 al 2,9%. Greg Daco, economista di Oxford Economics, ritiene che si tratti “di un raffreddamento, non di un congelamento”.
“Siamo in presenza di aziende che, nonostante necessitino di nuovo personale, sono un po’ più caute in termini di assunzioni, nelle condizioni attuali vogliono tutelarsi in termini di ampi incrementi salariali vista la limitata possibilità di trasferire questi incrementi sulla componente costi”.
Stati Uniti: da mercato del lavoro sponda per la Fed
La resilienza del mercato del lavoro a stelle e strisce ha stupito gli operatori visto che un mercato del lavoro in salute è la precondizione essenziale affinché i consumi continuino a sostenere l’andamento dell’economia anche nei prossimi mesi.
D’altro canto, come evidenziato ieri dall’indice ISM relativo il comparto dei servizi (sceso da 56,4 a 52,6 punti, il livello minore degli ultimi tre anni), l’indebolimento del manifatturiero innescato dalla guerra commerciale sta contagiando anche il terziario. Questo, sommato alla debolezza delle retribuzioni, è destinato a favorire nuove misure di stimolo, leggasi nuovi tagli dei tassi, da parte della Federal Reserve.
È di questo avviso Vincenzo Longo, Market Strategist di IG, secondo cui l’andamento dei salari rappresenta “un aspetto questo che di fatto spalancherebbe la porta a un’azione della Federal Reserve per un taglio dei tassi d’interesse a fine ottobre”.
Stati Uniti: questa sera l’appuntamento è con Powell
Per quanto riguarda il meeting della Federal Reserve in calendario il prossimo 30 ottobre, una nuova riduzione del costo del denaro a 150-175 punti base è valutata al 78,6% (fonte CME FedWatch Tool).
Ne sapremo di più questa sera, visto che il n.1 della Federal Reserve, Jerome Powell, parlerà, alle 20 ora italiana, nel corso di un incontro a Washington.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti