Vaccino italiano: il piano del Governo

Antonio Cosenza

28/03/2021

Il Governo lavora alla produzione del vaccino italiano: diverse le aziende candidate, ma non lo avremo prima del prossimo autunno.

Vaccino italiano: il piano del Governo

L’Italia avrà il suo vaccino contro il Covid. Sul “quando” ci si sta ancora lavorando, ma non sembrano più esserci dubbi a riguardo.

D’altronde nell’ultima conferenza stampa (con la quale è stato annunciato l’ultimo Decreto Covid) il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha confermato che l’unica via per uscire davvero dalla pandemia è quella per cui ogni Paese produrrà il proprio vaccino.

La produzione “in casa” dei vaccini è la via da seguire e a quanto pare il Governo italiano ha già le idee chiare a riguardo. È partito, infatti, il piano per il vaccino per il Covid made in Italy.

Vaccino per il Covid italiano: il Governo ci sta lavorando

Molto probabilmente l’Italia non avrà il proprio vaccino per il Covid prima del prossimo autunno. Ma sarà comunque importante averlo, anche perché non è da escludere che ci sarà una seconda campagna di vaccinazione anche il prossimo anno (visto che il vaccino offre un’immunizzazione limitata nel tempo ed inoltre va verificata l’efficacia sulle varianti).

Per questo motivo il Governo sta lavorando su un doppio binario: da una parte si cerca di velocizzare l’arrivo delle dosi già acquistate, mentre dall’altra si sta incentivando la sperimentazione dei vaccini prodotti “in casa”.

Nel dettaglio, sono diverse le aziende candidate per produrre il vaccino italiano. Le più avanti nella sperimentazione sono ReiThera e Takis, due piccole biontech che si trovano al Sud della Capitale (nella zona di Castel Romano).

Tra queste è ReiThera ad essere più avanti, in quanto ha già avviato la fase due del test, tant’è che - come confermato dal Ministro della Salute Roberto Speranza - si confida nell’avvio della produzione a settembre 2021. Takis, invece, è ancora alla prima fase, per questo motivo potrebbe volerci più tempo.

Ma non sono le sole: il Governo, infatti, sta lavorando anche su GSK, una multinazionale con stabilimento a Rosia (in provincia di Siena), uno dei più grandi stabilimenti per vaccini che si trovano in Italia. Non c’è ancora un accordo, ma il Ministero della Salute sta pensando ad una collaborazione, in modo da arrivare ad una produzione di dosi a partire da inizio 2022. Non sarà però semplice, in quanto l’Italia dovrà comunque superare la concorrenza di altri due Paesi che vorrebbero che GSK produca vaccini sul loro territorio (garantendosi così delle dosi extra).

Vaccino italiano: ReiThera è la più avanti

Soffermiamoci, quindi, sulla biontech più avanti nella sperimentazione, ossia ReiThera. Qui i test vanno avanti e negli ultimi 10 giorni sono stati arruolati i primi 300 volontari. Alla fine di maggio arriverà un primo responso: si capirà, infatti, se è sufficiente una sola dose per l’immunizzazione oppure se ne serviranno due.

Solo allora scatterà l’ultima fase di sperimentazione, alla quale prenderanno parte alcune decine di migliaia di volontari. Se tutto procederà senza intoppi, allora il via libera al vaccino dovrebbe arrivare tra settembre e ottobre, con l’azienda che potrà produrre dalle 50 alle 100 milioni di dosi l’anno. Al momento non sembrano esserci margini per la vendita delle dosi all’Unione Europea: una buona notizia per l’Italia, in quanto vorrebbe dire che tutte le dosi del vaccino ReiThera resterebbero al nostro Paese.

Per ReiThera ci saranno comunque delle difficoltà da superare, a partire dal reperimento degli ingredienti, specialmente dei bioreattori e delle sacche con nutrienti per la coltivazione degli adenovirus. E ancora, sarà complicato anche reperire volontari per la sperimentazione in un periodo in cui avanza la campagna vaccinazione.

Difficoltà che comunque l’azienda conta di risolvere, con un occhio anche alle varianti: questo vaccino, infatti, dovrà avere un’efficacia specialmente contro le varianti, come quella sudafricana e brasiliana, che con il passare dei mesi saranno sempre più diffuse.

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