Aumentano i casi di vaiolo delle scimmie in Italia: 52 in più rispetto alla scorsa settimana.
Il vaiolo delle scimmie continua a preoccupare: salgono a 714 i casi, 52 in più rispetto a una settimana fa. Di questi 194 sono collegati a viaggi all’estero e l’infezione continua a colpire maggiormente i maschi che rappresentano quasi la totalità dei casi, 704 al momento. L’età mediana è 37 anni.
Tra le Regioni, il maggior numero di casi (308) si è verificato in Lombardia; seguono Lazio (128), Emilia Romagna (73), Veneto (48). Solo Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Val d’Aosta non hanno riportato contagi.
Ministero: «Fino a 5 dosi da 0,1 ml di vaccino»
Intanto arriva il via libera dal ministero per la somministrazione del vaccino JYNNEOS (MVABN) anche per via intradermica, sulla superficie interna dell’avambraccio, al dosaggio di 0,1 ml, da personale sanitario esperto in tale modalità di somministrazione. Da una singola fiala di prodotto è possibile estrarre fino a 5 dosi da 0,1 ml di vaccino da destinare alla somministrazione.
Lo stabilisce la nuova circolare del ministero della Salute ’Aggiornamento sulla modalità di somministrazione del vaccino JYNNEOS’. La circolare segue al parere dell’Ema, recepito ieri dalla Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco.
È morto il primo italiano a causa del vaiolo delle scimmie
È morto a Cuba il turista italiano che, secondo le autorità locali, era affetto da vaiolo delle scimmie. L’uomo di 50 anni, si trovava sull’isola dal 15 agosto.
«Il paziente, che si trovava in condizioni critiche instabili dal 18 agosto, è morto la sera del 21 agosto», ha dichiarato il ministero della Salute cubano in un comunicato. «Il rapporto dell’autopsia effettuata presso l’Istituto di Medicina Legale conclude che la morte è stata causata da sepsi dovuta a broncopolmonite con germe indeterminato e danni a più organi», si legge.
«La notizia del primo decesso tra i casi italiani di vaiolo delle scimmie, un nostro connazionale deceduto a Cuba, non deve allarmare la popolazione. Salvo casi eccezionali, la malattia decorre in modo benigno, senza complicanze gravi, con la guarigione che sopraggiunge dopo 2-3 settimane», ha affermato il direttore Generale dello Spallanzani, Francesco Vaia.
Cosa sappiamo del vaiolo delle scimmie?
Come ha spiegato in un’intervista a Money.it il Prof. Bassetti «Il vaiolo delle scimmie, isolato per la prima volta nel 1958, è un virus che colpisce non solo le scimmie, ma anche altri primati e roditori. Negli anni 70 viene descritta anche la versione umana, con la trasmissione da animale a uomo. E adesso l’ultimo salto uomo-uomo. Questa ultima fase è caratterizzata da trasmissioni interumane, globalmente distribuite».
Generalmente il vaiolo delle scimmie non è molto pericoloso: il tasso di mortalità è stimato all’1% per il ceppo dell’Africa occidentale, sale al 10% per quello del bacino del Congo. È chiaro che i dati sono influenzati dal sistema sanitario delle zone per cui il tasso di mortalità può essere più alto.
Quanto può aiutare il vaccino ? «Il vaccino antivaioloso è in grado di stimolare una risposta immunitaria forte e duratura, anche a distanza di molti anni. Questa risposta nelle persone a rischio per il vaiolo delle scimmie, può essere richiamata facilmente anche con una singola dose di vaccino. Chi non ha ricevuto la vaccinazione in passato, ed ha comportamenti che lo espongono a rischio di contagio, deve invece effettuare due dosi di vaccino, a distanza di 28 giorni», spiega il direttore Generale dello Spallanzani.
I comportamenti a rischio
Ma come si trasmette il virus? La trasmissione può avvenire attraverso le goccioline di saliva e il contatto con le lesioni o liquidi biologici infetti. Il tempo d’incubazione va dai 5 ai 21 giorni. Eppure tra le vie di contagio la più indiziata - al momento - è quella sessuale: il basso numero di contagi tra le donne (appena dieci, in Italia) e l’elevato numero di casi registrati tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. Stando a quanto riportato da uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine su un totale di 528 persone infettate, 517 erano gay o bisessuali.
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È importante non creare delle «categorie a rischio» dal momento che non ci sono prove evidenti sul funzionamento della trasmissione del virus. Quindi è bene che tutti prestino particolare attenzione in un periodo, come quello estivo, che non è il più indicato per arginare i contagi.
D’estate le infezioni sessualmente trasmissibili si diffondo maggiormente, motivo per cui è opportuno porre attenzione sull’attività sessuale, in particolare ai rapporti promiscui, come spiegano gli esperti. È importante evitare di avere rapporti con chi ha lesioni o sintomi che possano far sospettare di essere infetti. Come sempre, l’argine più efficace contro le malattie sessualmente trasmissibili è il preservativo.
I sintomi a cui prestare attenzione
Nell’uomo la malattia si presenta con febbre, dolori muscolari, mal di testa, rigonfiamento dei linfonodi, stanchezza e manifestazioni cutanee. Generalmente la malattia si risolve in modo spontaneo in 2-4 settimane se si seguono le terapie specifiche.
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