La verifica di Governo voluta da Giuseppe Conte prende il via lunedì 10 febbraio. Saranno aperti tavoli di confronto sui principali temi da affrontae: giustizia, tasse, sicurezza, investimenti. Cosa aspettarsi dalla maggioranza, in perenne crisi?
La verifica di Governo entra nel vivo. Lunedì 10 febbraio dovrebbero iniziare i tavoli di confronto voluti con determinazione da Giuseppe Conte per uscire da un’impasse imbarazzante per l’esecutivo.
Il continuo braccio di ferro tra le diverse forze politiche della maggioranza, infatti, sta esasperando gli animi e mettendo in seria difficoltà la tenuta dell’esecutivo. A preoccupare il Presidente del Consiglio non è solo la tanto contesa riforma della giustizia e della prescrizione.
I nodi da sciogliere sono diversi. PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Leu sembrano intenzionati a mantenere saldo il potere fino al 2023. Ma la verifica di Governo si preannuncia complessa, con alcuni nodi chiave da sciogliere.
Verifica di Governo: ci sarà tregua sulla prescrizione?
Il clima è teso nella maggioranza e i tavoli di verifica che inizieranno domani, lunedì 10 febbraio, potrebbero non bastare per riportare l’unità. Il Presidente del Consiglio ha definito un’agenda fitta di incontri, con l’obiettivo di rilanciare la cosiddetta fase 2 del Governo.
Si parte domani, con il dossier Occupazione e welfare. Giovedì 13 sarà la volta della discussione su crescita e sviluppo sostenibile e venerdì 14 si parlerà di riforma fiscale e semplificazione. Poi, lunedì 17 il Governo tratterà i temi sicurezza, migranti, salute, scuola, innovazione digitale. La fase della verifica dovrebbe concludersi martedì 18 con Europa e giustizia.
A tenere l’esecutivo con il fiato sospeso e con i nervi molto tesi, però, è il nodo prescrizione/Riforma-prescrizione-cosa-cambia. La questione non appare risolta. Matteo Renzi continua a dichiarare la sua indisponibilità a votare la riforma di Bonafede.
Intanto, si sta lavorando all’accordo Pd-M5S-Leu per stabilire lo stop della prescrizione dopo il secondo grado di giudizio e su un’ipotesi sospensione della legge voluta dal ministro della Giustizia. Italia Viva, potrebbe valutare positivamente tale proroga dei tempi.
Lo scontro resta, con il PD che incalza affinché questo stallo si traduca in azioni concrete. Per Nicola Zingaretti, infatti, è fermo sulla sua posizione: “Il Pd dice basta polemiche e picconi, è il tempo di costruire e dare certezze.”
Esecutivo alla prova sui decreti sicurezza
Nella verifica di Governo ci sarà spazio anche per discutere sui tanto criticati decreti sicurezza di Matteo Salvini. Un tema, questo, altrettanto spinoso e sul quale potrebbero innescarsi nuovi meccanismi di scontro.
Rivedere in modo massiccio l’intera legge e offrire un quadro normativo diverso sulla gestione dei migranti è prioritario innanzitutto per il Partito Democratico. Giorni fa anche il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese è tornata sull’argomento, auspicando, tra le altre cose, un ripristino della protezione umanitaria eliminata da Salvini.
I decreti sicurezza sono cruciali in questo momento storico, con la Libia che sta intensificando la guerra. Inoltre, appare sempre di più un tema per rilanciare la propaganda dei partiti, in eterna campagna elettorale per le prossime regionali. Sono proprio i dem, desiderosi di sfruttare la scia di entusiasmo dell’Emilia Romagna, che spingono maggiormente per riportare in luce il tema migranti con riforme più radicali.
Su una linea simile ci sono anche Leu (che vorrebbe proprio eliminare i decreti) e Italia Viva. Lo scontro potrebbe esplodere con il Movimento 5 Stelle. I grillini appaiono più freddi e cauti sulla riforma dei provvedimenti, entrati in vigore con il loro precedente Governo.
I pentastellati vorrebbero semplicemente accogliere i moniti di Mattarella, senza stravolgere l’impianto normativo. Il rischio, infatti, è sconfessare la loro posizione originaria e un certo rigore contro il timore di sbarchi più intensi dalla Libia.
Riforma Irpef: maggioranza divisa
Come rimodulare l’Irpef? Sul tavolo dell’esecutivo si discuterà di ricette differenti. Il Movimento 5 Stelle appare piuttosto deciso nel presentare la sua formula delle 3 aliquote in base al reddito da calcolare di volta in volta in funzione dei componenti familiari. Anche Italia Viva punta ad un tris di aliquote, ma non respinge il coefficiente familiare.
Il Partito Democratico non ha ancora ufficializzato una sua riforma Irpef e sembra interessato alla proposta Leu di attuare l’incremento aliquote in proporzione all’aumento reddito.
Per Giuseppe Conte, quindi, si preannuncia un duro lavoro di negoziazione.
Governo in bilico su concessione Aspi
Resta tutto da definire la questione della revoca della concessione ad Aspi. La posizione del Movimento 5 Stelle è nota e determinata a favore della revoca. Italia Viva è contraria e propone l’imposizione di un piano di investimenti da 82 miliardi per la società.
Anche il Partito Democratico insiste sul mantenimento della concessione ma a delle condizioni. Il tema è scottante e ancora lontano da una soluzione comune.
In questo scenario, la verifica di Governo inizia in salita.
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