Viaggi in Francia, cosa cambia dal 1° novembre anche per gli italiani

Ilena D’Errico

21 Ottobre 2024 - 19:05

Ecco cosa cambia dal 1° novembre 2024 per i viaggi in Francia per i viaggiatori italiani e non solo.

Viaggi in Francia, cosa cambia dal 1° novembre anche per gli italiani

I continui e crescenti conflitti nel mondo non fanno altro che intensificare l’immigrazione illegale, con conseguenze estremamente dannose per i migranti stessi - esposti a numerosi e gravi rischi - e disordini per i Paesi ospitanti o di transito. I Paesi di destinazione devono infatti poter garantire la tutela dei diritti dei migranti, contrastando i reati connessi all’immigrazione clandestina, senza dimenticare della sicurezza interna.

Per questo motivo, c’è chi adotta una “linea dura”. Sempre più Paesi stanno introducendo o prorogando i controlli ai confini con Paesi dell’Unione europea o dello spazio Schengen, cambiando le abitudini dei viaggiatori. Tra questi, la Francia. Ecco cosa cambia per gli italiani.

Viaggi in Francia, cosa cambia dal 1° novembre

A partire dal 1° novembre 2024 la Francia effettuerà controlli temporanei alle frontiere con i Paesi confinanti, quindi Lussemburgo, Belgio, Germania, Svizzera, Spagna e Italia. I controlli, che resteranno in vigore almeno fino ad aprile 2025, interesseranno tutte le rotte aeree, terrestri e marittime, come comunicato da Parigi alla Commissione europea. Quest’ultima ha rimarcato la necessità che i controlli siano di natura temporanea, proporzionati alle minacce riscontrate, ricordando di abolirli alla cessazione delle criticità.

Il governo francese ha espresso notevole preoccupazione non soltanto per il flusso migratorio in generale, che è prevedibilmente in aumento vista l’instabilità geopolitica e i turbolenti conflitti che imperversano in diverse aree del mondo, ma anche - e soprattutto - per l’aumento di condotte violenze riscontrato nei punti di transito. Naturalmente questa è una diretta conseguenza dell’aumento dell’immigrazione clandestina e della crescente tensione, ma c’è la necessità di contrastare le minacce all’ordine pubblico e alla sicurezza. La Francia cerca così di attuare una più severa repressione di reati come il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e il traffico di essere umani, ma anche di tenere sotto controllo la minaccia terroristica.

La novità interessa tutti i viaggiatori, anche italiani, e tutte le tratte, ma come di consueto avrà maggior rilevanza per i mezzi pesanti, con conseguenti possibili disagi per il trasporto di merci nell’Unione europea e in generale nell’area Schengen. Sono in ogni caso possibili ritardi rispetto alle tempistiche normalmente previste, ma i viaggiatori non hanno nulla da temere riguardo ai controlli, avendo cura di portare con sé un documento di riconoscimento valido.

La chiusura dell’Ue: non solo la Francia

La Francia non è l’unico Paese che ha ripristinato le frontiere per ragioni di sicurezza. La lotta all’immigrazione illegale, che deve essere comunque accompagnata da misure idonee ad accogliere chi ne ha necessità e a garantire il soccorso, accomuna pressoché tutti i Paesi dell’Unione europea. La Germania, in particolare, ha adottato già alcune restrizioni a partire dal 16 settembre 2024, che interessano le frontiere con Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Danimarca.

Il ministro dell’Interno tedesco, Nancy Faeser, ha spiegato che questa strategia è stata valutata necessaria in mancanza di adeguati sistemi di protezione delle frontiere esterne dell’Unione europea. Il ministro ha così sottolineato l’importanza di continuare il lavoro comunitario sul tema dell’immigrazione, concentrando gli sforzi sul sistema europeo comune d’asilo e tutelando la sicurezza interna. Finché la situazione non sarà sotto controllo, la Germania prosegue quindi il rafforzamento dei controlli ai confini nazionali, compatibilmente con la normativa comunitaria.

Analogamente, l’Austria ha prorogato i controlli alle frontiere con la Slovacchia e la Repubblica Ceca dal 16 ottobre 2024 al 15 aprile 2025. Nel gruppo di Paesi che hanno rafforzato i controlli ai confini nazionali c’è anche la Danimarca, preoccupata per l’aumento del flusso migratorio atteso a causa della situazione geopolitica. Per questa ragione ha esteso i controlli alla frontiera con la Germania dal 12 novembre 2024 al 1° maggio 2025.

La Norvegia, uno dei quattro Paesi extra-Ue parte dell’area Schengen, aveva parimenti introdotto controlli temporanei ai confini con Svezia e Finlandia. La misura dovrebbe scadere il 22 ottobre, ma vedendo gli sviluppi è ragionevole attendersi una proroga. L’Olanda non ha ancora attuato alcuna misura, seppur annunciata, mentre la Svezia preferisce per il momento strategie alternative alla chiusura (tra cui un importante incentivo economico per il rimpatrio).

I controlli alla frontiera Italia-Slovenia sono in atto dal 21 ottobre 2023 e sono previsti fino al 21 dicembre 2024, in seguito a una proroga. A questo punto è lecito aspettarsi provvedimenti analoghi anche da parte del governo italiano, considerando che il Belpaese si è associato alle chiusure interne nell’Unione europea in altre occasioni di emergenza.

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