Video a scuola: ecco perché registrarli può essere un reato

Teresa Maddonni

22 Ottobre 2024 - 20:33

Chi registra video a scuola rischia di commettere un reato penale oltre che di incorrere in una sanzione disciplinare. In via eccezionale, però, è consentito. Ecco quando e perché.

Video a scuola: ecco perché registrarli può essere un reato

Registrare video a scuola può essere un reato penale oltre a poter determinare, per lo studente che riprende nei locali scolastici, una sanzione disciplinare. Il fatto è reso ancora più grave se i prodotti multimediali registrati a scuola vengono poi postati e diffusi sui social network.

È quanto sarebbe accaduto a una studentessa di un Istituto comprensivo della provincia di Roma per la quale era stato convocato un consiglio di classe straordinario disciplinare dal momento che la stessa aveva registrato il video a scuola e lo aveva pubblicato su Tik Tok. Il caso ha avuto risonanza nazionale quando i docenti del consiglio di classe sono stati aggrediti dal genitore che poi ha attaccato verbalmente anche il dirigente scolastico.

Alla luce dei fatti di cronaca occorre quindi procedere con un approfondimento per capire perché è vietato registrare video a scuola, quando è reato e quali sono le sanzioni.

Video a scuola, non solo sanzioni disciplinari: registrarli è un reato penale

A stabilire che chi registra video a scuola può incorrere in un reato penale, non solo quindi in una sanzione disciplinare, è la Corte di Cassazione con una sentenza e la normativa sulla privacy. Ma andiamo per gradi.

Il regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR- Regolamento UE 679/16), recepito in Italia con il decreto legislativo n.101/2018 e nella legge 71/2017 stabilisce il divieto per la tutela della privacy e dalla diffusione impropria di immagini personali senza autorizzazione a farlo. Lo stesso divieto è stato richiamato dalla Cassazione con l’ordinanza n.14279 del 5 maggio 2022.

La Cassazione nella sentenza riprende il Codice Penale (artt. 179bis e 179ter) sottolineando che “chiunque, senza l’assenso degli altri interlocutori, ascolta, con un apparecchio d’intercettazione, o registra, su un supporto del suono, una conversazione non pubblica cui partecipi o non, viola la legge e può rendersi punibile.”

Alla luce di ciò registrare video a scuola configura un reato penale e lo studente o la studentessa che dovesse trasgredire il regolamento di istituto incorrerebbe anche in una sanzione disciplinare. Il gesto è tanto più grave se i video vengono postati sui social.

Ricordiamo che il cellulare è vietato a scuola, specie nella Primaria e nella Secondaria di primo grado e le regole sono ancora più rigide dal nuovo anno scolastico 2024/2025 con una nuova circolare di Valditara e le nuove regole sulla condotta.

Video a scuola: quando è possibile registrarli

Gli studenti possono registrare video a scuola per scopi didattici. Non basta tuttavia dichiarare lo scopo didattico perché valga la deroga al divieto, ma occorre avere il consenso del docente o che il regolamento di istituto lo preveda. Anche qualora lo studente, previa autorizzazione da parte dell’Istituzione, riprenda le lezioni registrando un video in aula, lo stesso deve restare esclusivamente in suo possesso, non deve essere pubblicato e diffuso sul web nel rispetto della privacy e delle regole sopra richiamate.

Nelle Faq il Garante per la protezione dei dati personali recita quanto segue:

Spetta alle istituzioni scolastiche disciplinare l’utilizzo degli smartphone all’interno delle aule o nelle scuole stesse. In ogni caso, laddove gli smartphone siano utilizzati per riprendere immagini o registrare conversazioni, l’utilizzo dovrà avvenire esclusivamente per fini personali e nel rispetto dei diritti delle persone coinvolte.

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