La Virgin Atlantic è a rischio chiusura e Branson ha chiesto aiuto al governo inglese per salvarla. L’appello lanciato dall’imprenditore ha dato il via alle polemiche
Virgin Atlantic è a rischio chiusura. La compagnia aerea ha chiesto aiuto al governo inglese per salvarsi dalla crisi dovuta al coronavirus. L’accorato appello è stato diffuso dall’imprenditore Richard Branson, proprietario del vettore, che in una lettera aperta ai suoi dipendenti ha spiegato i dettagli della richiesta inoltrata all’autorità britannica.
Gli esperti dell’aviazione hanno avvertito che molte delle compagnie aeree mondiali potrebbero andare in bancarotta entro maggio a causa della pandemia. Proprio in quest’ottica, molti governi sono intervenuti per supportarle, come è anche il caso di Alitalia, ormai ufficialmente avviata alla nazionalizzazione.
Il capo di Virgin Group ha precisato che la sua non è una richiesta di donazione, ma di prestito commerciale, che l’azienda ripagherà per intero. A garanzia di questo ha proposto un bene piuttosto particolare: la sua isola caraibica.
Virgin Atlantic a rischio chiusura: la richiesta al governo UK
Branson ha chiesto al governo di Londra d’intervenire con un prestito da 500 milioni di sterline per risollevare le sorti della compagnia aerea.
Una precedente richiesta era già stata respinta dallo Stato, che aveva consigliato all’imprenditore di rivolgersi alle banche private. Ma l’uomo ha insistito ricordando come le sue società abbiano aiutato in diversi modi il governo britannico.
Il patron della Virgin ha descritto i dettagli della richiesta in una lettera aperta inviata ai dipendenti (più di 70.000 persone in 35 Paesi lavorano in aziende del gruppo). Nel testo si legge:
“Insieme al team della Virgin Atlantic, faremo tutto il possibile per far andare avanti la compagnia aerea - ma avremo bisogno del sostegno del governo per raggiungere questo obiettivo di fronte alla grave incertezza che circonda il settore dei viaggi oggi e non sapendo per quanto tempo gli aerei rimarranno a terra”
Precisando che il prestito sollecitato è di carattere commerciale, Branson ha promesso come garanzia della somma richiesta Necker Island, il suo atollo privato situato nell’arcipelago delle Isole Vergini britanniche, paradiso turistico e fiscale, dove egli vive da 14 anni e che ospita un resort extra lusso.
Le critiche mosse a Branson
La richiesta avanzata per scongiurare il rischio di chiusura della Virgin Atlantic ha scatenato una serie di critiche nei confronti dell’imprenditore miliardario.
Branson è la settima persona più ricca del Regno Unito con un patrimonio stimabile in circa 5 miliardi di sterline e in molti sostengono che abbia scelto di rifugiarsi in un’isola per sfuggire al fisco inglese. Perché allora non usare la propria ricchezza per coprire le necessità della linea aerea?
Nella sua lettera, Branson si è difeso ricordando che Virgin Group opera all’interno di molte delle industrie più colpite dal coronavirus, tra cui l’aviazione, il tempo libero, gli alberghi e le crociere e ha spiegato che il suo patrimonio netto è “calcolato sul valore che le sue aziende avevano nel mondo prima della crisi” e che non si tratta di denaro disponibile per essere prelevato da un semplice conto corrente.
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