Cos’è il credit crunch e quali sono cause e conseguenze

Claudia Cervi

10 Aprile 2025 - 16:06

Dalla contrazione del credito alla recessione. Ecco cosa si intende per credit crunch e in quali situazioni si verifica.

Cos’è il credit crunch e quali sono cause e conseguenze

Negli ultimi mesi, il comparto del credito italiano ha visto un calo dei rendimenti obbligazionari, grazie alla politica monetaria più accomodante della Banca Centrale Europea. Nonostante ciò, c’è stato un aumento dello spread creditizio, ovvero la differenza tra i rendimenti dei titoli rischiosi e quelli privi di rischio. Questo indica che gli investitori stanno percependo un aumento del rischio di credito, chiedendo rendimenti più alti per i titoli più rischiosi.

L’aumento dello spread significa che cresce la probabilità che alcune imprese non riescano a restituire il debito, facendo aumentare l’incertezza sul mercato. Settori già vulnerabili, come l’agricoltura e l’automotive, sono particolarmente esposti a questo rischio.

Questa crescente percezione di rischio potrebbe influire sulla disponibilità di credito per le imprese italiane. Le banche, infatti, potrebbero diventare più selettive e ridurre l’offerta di prestiti, dando origine a un vero e proprio credit crunch. Una stretta del credito potrebbe rendere più difficile per molte aziende accedere a finanziamenti, con ripercussioni negative sull’economia complessiva.

Ma cosa significa esattamente credit crunch e quali sono le cause e le conseguenze? In questa guida forniamo una definizione semplice e una spiegazione chiara di cosa comporta il credit crunch, esplorando le sue cause principali e le conseguenze che può avere per le imprese e l’economia in generale.

Cos’è il credit crunch: significato e definizione

Con il termine credit crunch (stretta creditizia) si indica una fase in cui banche e intermediari finanziari limitano in modo significativo l’offerta di credito, anche se la domanda da parte di imprese e famiglie resta elevata. I criteri per ottenere un finanziamento diventano più rigidi, i tassi possono aumentare e i volumi complessivi dei prestiti si riducono.

Questo scenario può verificarsi in periodi di incertezza economica o in seguito a politiche monetarie restrittive e può avere effetti negativi sull’economia reale: calano gli investimenti aziendali, rallentano le assunzioni e si comprimono i consumi. Se la stretta creditizia persiste, il rischio è quello di un progressivo rallentamento della crescita, fino a sfociare in una recessione.

Le cause che portano al credit crunch

Le cause che portano al credit crunch sono molteplici e spesso interconnesse tra loro. Una delle principali è legata alla congiuntura economica: in fasi di rallentamento, le imprese faticano a generare ricavi a causa della debolezza della domanda. Questo si traduce in un aumento dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche e porta gli istituti di credito ad aumentare le barriere per concedere prestiti.

Un altro fattore chiave è la solidità patrimoniale delle banche stesse. Una banca con bassi livelli di capitalizzazione potrebbe essere più propensa a concedere prestiti solo a clienti con profili di rischio bassi. Questo meccanismo, noto come “flight to quality”, penalizza quelle imprese intenzionate a finanziare progetti più rischiosi, come quelle innovative.

La stretta del credito si può verificare anche dopo fasi di eccessiva espansione del credito. Quando le banche concedono prestiti a soggetti con profili di rischio elevato o già fortemente indebitati, il rischio di insolvenza aumenta. Le eventuali perdite che ne derivano finiscono per pesare sui bilanci, limitando la possibilità di erogare nuovo credito.

Un ruolo determinante può essere svolto dalle politiche monetarie delle banche centrali: queste possono causare un credit crunch alzando i tassi di interesse, richiedendo agli istituti bancari un maggiore coefficiente di riserva obbligatoria o con un tetto massimo alla possibilità delle banche di concedere prestiti rispetto a quanto fatto un anno prima (cosiddetto massimale sui crediti).

Anche la svalutazione degli asset, come immobili o titoli finanziari, può mettere sotto pressione i bilanci delle banche, soprattutto se si traduce in perdite consistenti.

Le conseguenze del credit crunch

Una delle conseguenze più frequenti del credit crunch è la recessione. Il meccanismo di flight to quality spinge le banche a selezionare solo i clienti considerati più solidi, applicando tassi di interesse più elevati per compensare il minor numero di prestiti concessi.

In un contesto di maggiore prudenza, gli istituti di credito tendono a trattenere liquidità invece di immetterla nel circuito economico. Questo irrigidimento accentua la contrazione del credito disponibile.

Il risultato è una riduzione della liquidità a disposizione di famiglie e imprese: i consumi si riducono, le aziende faticano a finanziare nuovi progetti e investimenti. Di conseguenza, l’occupazione rallenta, l’incertezza aumenta e l’intero sistema economico ne risente, con un impatto negativo sulla crescita e sulla fiducia di mercato.

Argomenti

# Banche
Money academy

Questo articolo fa parte delle Guide della sezione Money Academy.

Visita la sezione

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.