Visibilia Editore S.p.A. e Daniela Santanchè sono al centro di inchieste giornalistiche e giudiziarie: ecco tutte le accuse rivolte alla società e all’attuale ministro del Turismo.
L’intervento di Daniela Santanchè al Senato, reso necessario dopo le inchieste giornalistiche di Report e diversi quotidiani, non sembrerebbe aver calmato le acque per la vicenda riguardante la società Visibilia Editore, tanto che il Movimento 5 Stelle ha annunciato una mozione di sfiducia per l’attuale ministro del Turismo.
C’è da premettere che la mozione di sfiducia dei grillini al momento con ogni probabilità è l’ultima preoccupazione per Santanchè anzi, come dichiarato da Calenda, assomiglia più a un assist per la ministra che così potrà ricompattare la maggioranza in Parlamento.
Durante l’informativa a Palazzo Madama, Daniela Santanchè ha respinto ogni accusa parlando di una “ campagna di vero e proprio odio ”, incassando il sostegno da parte dei partiti di centrodestra ma anche la solidarietà di Italia Viva.
Attaccando il quotidiano Domani, reo di avere pubblicato la notizia che fosse indagata, la ministra del Turismo ha dichiarato che “o questo giornale mente sapendo di mentire oppure sceglie questo giorno per una classica imboscata per colpire un ministro del governo, oppure ha avuto una notizia che io non ho, e che nessuno potrebbe avere”.
Poco dopo però l’Ansa ha spiegato che “anche se una data precisa non c’è, dovrebbe arrivare in autunno la chiusura dell’inchiesta su Visibilia, il gruppo fondato da Daniela Santanchè in cui la ministra del Turismo e senatrice di Fdi è al momento tra gli indagati per bancarotta e falso in bilancio”.
Vediamo allora quali sarebbero tutte le accuse riguardanti la gestione di Visibilia Editore, con Daniela Santanchè che come specificato dalle agenzie di stampa sarebbe indagata per bancarotta e falso in bilancio.
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Daniela Santanchè: le accuse a Visibilia Editore
Come si legge sul sito del gruppo, Visibilia Editore S.p.a. è una “società fondata nel 1999 con il nome PMS SpA, quotata al segmento AIM Italia dal 2010” e che da sempre ha operato “nei settori della cons.za strategica nella com.ne d’impresa e nell’attività di rassegna stampa”.
“Visibilia è diventata ufficialmente editore nel luglio 2013 acquisendo da Mondadori il magazine VilleGiardini, a cui hanno fatto seguito le acquisizioni nel marzo 2014 dei due magazine mensili Pc Professionale e Ciak - si legge -. Visibilia nel 2017 ha colto l’opportunità di acquisire i marchi “VISTO” e “NOVELLA”, marchi storici nel segmento dei periodici settimanali”.
Su Wikipedia si legge che Daniela Santanchè nel 2014 era “presidente di Visibilia Editore” di cui è stata la fondatrice con il “75,9% delle quote” ma, lo scorso novembre, la ministra a Radio Anch’io su Radio1 ha dichiarato che “Visibilia è una società che ho creato ma è stata venduta” con la senatrice che ha ceduto tutte le quote in suo possesso.
Ma perché la società ora è nella bufera? Come scrive Il Fatto Quotidiano “l’inchiesta su Visibilia scatta da novembre 2022 per falso in bilancio e bancarotta per il periodo in cui Daniela Santanchè è stata azionista di controllo e amministratrice; dal 2014 la galassia Visibilia iniziava ad accumulare debiti; bilanci inattendibili, irregolarità estremamente significative e deficit occultato si legge nella perizia sul gruppo affidata dai pm a Nicola Pecchiari, commercialista e docente della Bocconi”.
Non è questa però la sola accusa. Come scrive sempre Il Fatto “secondo quanto ricostruito, nel 2020 Visibilia Editore faceva domanda per gli aiuti della Cassa integrazione Covid, ma alcuni dipendenti di Visibilia ufficialmente in cassa integrazione a zero ore, percependo gli aiuti Inps, continuavano invece a lavorare a orario pieno; A fare delle ammissioni sono tra l’altro, davanti al giudice del lavoro di Roma, i legali del gruppo che si oppongono alle richieste di danni di un ex funzionario”.
C’è poi la questione della Maserati grigia da 77mila euro “su cui viaggiava la Santanchè e i costi venivano caricati per intero sui bilanci di Visibilia Editore Spa; lo stesso avveniva per un appartamento-ufficio che aveva affittato personalmente in via della Rotonda a Roma, dietro il Pantheon, per farne la redazione di Ciak, testata rilevata dalla Mondadori di Berlusconi, gli unici due giornalisti assunti rimasti non ci hanno mai messo piede”.
Altro fronte aperto è quello dei finanziamenti del misterioso fondo Negma, sui quali sempre stando a quanto riportato dal quotidiano “la procura ha aperto un fascicolo contenitore contro ignoti per aggiotaggio”.
Infine c’è la vicenda delle multe non pagate, con Daniela Santanchè che in Senato ha spiegato di non averne da pagare: “Quelle multe sono riferite erroneamente a me per sosta vietata o circolazione in zone a traffico limitato. Multe, in realtà, di competenza dell’Arma dei Carabinieri a cui ho dato in comodato gratuito una mia vettura per non gravare sulle auto di scorta di proprietà statale”.
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